Le scuole come FAES e CEFA nascono con l’intento di fornire un aiuto concreto alle famiglie che desiderano per i loro figli un’educazione completa e armoniosa, fondata sulla dignità della persona promossa dall’antropologia cristiana. Il sistema formativo di queste scuole propone in primis la valorizzazione della centralità della famiglia nell’azione educativa, per realizzare una collaborazione concreta che possa beneficiare l’alunno e creare in lui il desiderio di perfezionarsi liberamente nella relazione con gli altri: la sua famiglia, il mondo circostante e, per chi crede, Dio.
Con le famiglie vengono condivisi gli obiettivi educativi e culturali della classe in speciali momenti nel corso dell’anno.
“Gli anni in cui queste scuole sono nate in Italia - sottolinea Giulia Stirpe -, sono quelli in cui il ruolo della famiglia ha iniziato ad entrare in crisi e questi progetti educativi sono nati come una risposta a quel sostegno alla genitorialità di cui ancor oggi sentiamo tutti di avere un grande bisogno. Con le famiglie vengono condivisi gli obiettivi educativi e culturali della classe in speciali momenti nel corso dell’anno, le riunioni della didattica, nei quali l’equipe docenti non solo restituisce alle famiglie i contenuti del lavoro che si sta facendo con i loro figli, ma anche i perché educativi, per poterne condividere le motivazioni di fondo e lavorare insieme allo sviluppo dei vari saperi”.
Che cos’è il tutor nelle scuole FAES e CEFA?
Una caratteristica comune delle scuole nate da genitori ispirati dal messaggio di san Josemaría è la presenza del tutor, con cui “avviene la vera, sostanziale, collaborazione educativa tra famiglia e scuola - spiega la direttrice del Petranova International Institute -: ciascun alunno è infatti affidato ad un docente (tutor) dell’equipe didattica della classe, con il quale la famiglia condivide non solo il percorso di crescita del proprio figlio, ma anche le modalità. Avere un obiettivo personalizzato sul proprio figlio e lavorarci insieme, famiglia e scuola, aiuta i bambini a crescere serenamente, in un ambiente in cui gli insegnanti parlano la stessa lingua di mamma e papà e lavorano agli stessi obiettivi”.
“Il tutor - sintetizza Sam Guinea - si presenta come un educatore che è a disposizione dell’alunno e della famiglia, durante un periodo formativo così importante come quello scolastico, per costruire uno sguardo condiviso sull’alunno.
Perché coinvolgere i genitori nelle scuole come FAES e CEFA?
Le nostre scuole pongono al primo posto i genitori, i quali a loro volta mettono al primo posto i figli.
Si potrebbe pensare che in teoria la scuola sia un’istituzione fatta per gli studenti e, in seconda battuta, per i loro genitori. Ma per le scuole come FAES e CEFA non è così: “le nostre scuole pongono al primo posto i genitori - spiega il direttore del centro scolastico milanese -, i quali a loro volta mettono al primo posto i figli. In quest’ottica il tutor diventa a tutti gli effetti il tutor della famiglia, e non solo dell’alunno. Il coinvolgimento dei genitori nel progetto educativo deve essere strutturato, affinché non si confondano i ruoli complementari delle parti in gioco. Che i ruoli e le responsabilità della scuola e dei genitori non siano sovrapponibili deve essere chiaro fin dalla dichiarazione d’intenti del progetto educativo”.
“La famiglia ha la responsabilità – aggiunge la direttrice della scuola di Roma - di affiancare i propri figli nella crescita giorno per giorno, senza deleghe, mostrandosi attenta e vigile nei confronti di una realtà molto complessa, nella quale sapersi muovere con prudenza e anche un po' di buon umore. C’è però bisogno di offrire alle famiglie i giusti mezzi per affrontare il difficile, seppur appassionante, compito che spetta loro, la formazione adeguata per conoscere e affrontare le sfide del nostro tempo e per non perdere di vista il grande compito che è stato loro affidato: la crescita libera e responsabile dei propri figli”.
Concretamente nelle scuole come CEFA e FAES il coinvolgimento dei genitori avviene, oltre che tramite la figura del tutor, con l’individuazione di una coppia di genitori che, in ogni classe, è incaricata di: promuovere un clima di cordialità tra i genitori della classe; pensare e proporre, in collaborazione con il docente incaricato della loro classe, alcune attività formative specifiche che possano svolgersi in contesti familiari e non necessariamente legati agli spazi della scuola; aiutare i genitori a conoscere e servirsi dell’offerta formativa ricchissimo che la scuola offre…
Qual è la relazione tra l’Opus Dei e le scuole come FAES e CEFA?
Le nostre scuole sono nate su ispirazione del fondatore dell’Opus Dei, san Josemaría.
“Le nostre scuole - riprende Giulia Stirpe - sono nate su ispirazione del fondatore dell’Opus Dei, san Josemaría, ed è l’Opera a sostenere e orientare le diverse iniziative apostoliche che nascono intorno alla scuola, grazie al fondamentale supporto della cappellania prevista nelle nostre scuole”.
“Chi lavora in queste scuole - prosegue Sam Guinea - ha sempre una stella polare negli insegnamenti di san Josemaría, il quale possedeva una pedagogia implicita ma chiara, che può aiutarci molto. Anche in momenti di grande incertezza per il sistema scuola, abbiamo sempre avuto nel cuore le parole di san Josemaría: il Signore vi ha scelto per questo lavoro che si fa in favore dei vostri figli, dell’intelligenza dei vostri figli, del carattere dei vostri figli; perché qui non si insegna soltanto, ma si educa, e i docenti partecipano dei diritti e doveri del padre e della madre. Sono parole molto importanti, perché se da un lato ci ricordano le responsabilità che assumiamo, dall'altro ci danno motivazioni forti per santificare il nostro lavoro, per accogliere liberamente queste responsabilità e in esse trovare anche una gioia nuova”.
Quali sono le sfide più importanti per i genitori e i giovani oggi?
“I genitori di oggi hanno sicuramente ereditato alcune fragilità - spiega il direttore della scuola di Milano - che sono state poi ulteriormente acuite da una società che non sembra voler valorizzare il contributo che la famiglia può e deve dare per il bene comune. Per questo hanno bisogno di essere sostenuti nel loro compito educativo, per essere confermati nelle scelte di vita coraggiose che hanno fatto e per ricevere una formazione che possa agevolare il loro quotidiano”.
“I giovani oggi vivono in un ambiente molto complesso - conclude la direttrice del Petranova International Institute -, performante e competitivo, nel quale l’altro è spesso visto come un ostacolo alla propria affermazione. La vera sfida è fornire loro gli strumenti per diventare persone libere di scegliere il proprio posto nel mondo, capaci di saper trovare nella vita la vocazione umana e professionale, capaci di amare il mondo appassionatamente nonostante tutto”.
Sam Guinea, Direttore Centro Scolastico Argonne (Scuole FAES di Milano)
Giulia Stirpe, Direttrice della Petranova International Institute (Scuole Cefa di Roma)