“Ma che cos’è un ritiro spirituale?”

Da un’intervista portata avanti con qualche pregiudizio sull’Opus Dei è nata un’amicizia che ha portato a un rinnovato impegno di riscoprire l’amore del Signore. Pubblichiamo una testimonianza.

Ogni settimana insieme a un sacerdote mi reco nella stessa città italiana per sviluppare e seguire il lavoro apostolico e formativo dell’Opus Dei. L’aiuto del Signore non ci è mai mancato e il lavoro, grazie a Dio, è andato molto avanti. Alcuni anni fa mi trovavo un pomeriggio in albergo, in attesa di andare a un ritiro spirituale mensile [1] e un amico mi avvisa che nella hall mi aspetta un giovane giornalista di quotidiani on-line, che mi vuole intervistare sull’Opus Dei.

Comincia l’intervista e il giornalista mi fa una serie di domande un po’ assurde, dalle quali capisco che non sa quasi niente dell’Opera e che il suo atteggiamento è leggermente ostile; ma mi risulta subito simpatico. Rispondo a tutto in tono conciliante e positivo e quando mi domanda:“Ma che cos’è un ritiro spirituale? Che cosa si fa?”, lo invito a quello che sta per cominciare; accetta e viene. Terminato il ritiro spirituale, gli do appuntamento al successivo. Mi saluta e se ne va: noto che è molto pensieroso.

il giornalista mi fa una serie di domande un po’ assurde, dalle quali capisco che non sa quasi niente dell’Opus Dei

Un mese dopo mi trovavo davanti alla chiesa dove si sarebbe svolto il ritiro spirituale, aspettando i partecipanti. Vedo arrivare una Vespa, che si ferma a qualche metro dall’ingresso della chiesa, ma a causa del casco non riesco a riconoscere il guidatore.

Dopo qualche secondo il motociclista accende il motore e se ne va. “Chissà chi era”, mi dico.

La mattina dopo mi ritrovo a leggere questa mail:

Mi dispiace non essere stato presente ieri sera, le dirò la verità sono partito dal mio paese e arrivato in città, sono passato davanti alla chiesa dello Spirito Santo e non ho avuto il coraggio di entrare, mi sono sentito inadeguato, mi capita spesso da quando non frequento più assiduamente la chiesa.

Ho avuto una forte esperienza di fede che ha accompagnato la mia vita fino ai venti anni, poi qualcosa è successo e mi sono allontanato, io so quanto può essere grande l'amore di Dio, so come lo Spirito agisce, ho avuto prove tangibili della misericordia del Signore, adesso mi sento indegno proprio perché… l'ho abbandonato.

Spero di trovare la forza di riavvicinarmi a Gesù, io cerco di vivere la mia vita seguendo la strada del bene ma so che non basta, nel mio cuore manca qualcosa. Spero che lei non mi giudichi male.

Gli rispondo così:

Caro amico, la capisco e rispetto la sua decisione. Però mi permetto di incoraggiarla. Il Signore ci cerca sempre, qualsiasi cosa abbiamo potuto fare o da quanto tempo lo abbiamo abbandonato. Ci chiede soltanto un minimo di disponibilità ad ascoltare. Una scodella rovesciata non può accogliere l'acqua che ci versiamo sopra; per vedere se si riempie dobbiamo avere il coraggio di voltarla dalla parte giusta. Il Signore forse le chiede soltanto questo gesto di disponibilità. Mi permetterò di farle sapere le date dei ritiri mensili... finché lei non mi dirà di... smetterla! Cordiali saluti e tanti auguri di una buona Pasqua.

Ecco la sua risposta:

La ringrazio per le parole di incoraggiamento, ci metterò tutta la forza che ho per girare la scodella dalla parte giusta, lei è una brava persona, io di solito non sbaglio mai ed a prima vista mi ha lasciato un'impressione positiva, ecco perché non le ho raccontato una bugia e non ho cercato di giustificare la mia assenza al ritiro; mi farebbe piacere chiacchierare con lei anche perché dell'esperienza di Dio come l' ho vissuta io, non ne parlo mai con nessuno, nessuno degli amici che frequento capirebbe.

Sono passati cinque anni, siamo diventati molto amici e lui ha infine voltato la scodella dalla parte giusta, accogliendo nel suo cuore la grazia di Dio. Ha due figli piccoli, ama molto la sua famiglia e ha avviato una piccola attività che gli consente di guadagnare soltanto il necessario per tirare avanti.

Ma è felice di offrire il suo lavoro a Dio, e si rifiuta di pubblicare libri contrari alla fede cristiana o alla morale. Proprio l’ultima volta che ci siamo visti mi ha detto: “Vedi, per il mio lavoro sono abbonato ad alcune riviste. A una in particolare tengo molto e mi costa 100 euro all’anno. Poiché mi sono accorto di non avere soldi per contribuire alle attività apostoliche, ho deciso di disdire l’abbonamento. Eccoti i 100 euro che così ho risparmiato”.


[1] Il ritiro spirituale mensile è un mezzo di formazione cristiana curato da persone dell’Opus Dei che consiste in alcune ore dedicate alla preghiera personale e alla riflessione su diversi temi di vita cristiana, come le virtù, la dottrina o il buon uso del tempo.