La vita di don Álvaro è stata un “sì” incondizionato

Javier Medina, autore della più recente biografia del Venerabile Álvaro del Portillo, ricorda come la vita di don Álvaro sia stata un sì incondizionato rivolto a Dio, alla Chiesa, al Papa, all’Opus Dei e al suo fondatore, e a tutte le anime.

Javier Medina, autore del libro.

Nel libro “Álvaro del Portillo. Un hombre fiel” (Rialp, 2012), la più recente biografia del successore di san Josemaría Escrivá a capo dell’Opus Dei, traspare un entusiasmo, contagioso per il lettore, nel descrivere la santità del personaggio e la bellezza della sua donazione.

La grandezza di questa esistenza è messa nero su bianco da Javier Medina, sacerdote, dottore in Scienze dell’educazione e in filosofia, e privilegiato testimone personale degli ultimi 24 anni di vita di mons. Álvaro del Portillo.

Abbiamo intervistato don Javier Medina:

Che cosa rappresenta don Álvaro del Portillo nella storia della Chiesa?

Mons. Javier Echevarría, successore di don Álvaro come Prelato dell’Opus Dei, ha affermato più di una volta che considera mons. Álvaro del Portillo “un gigante nel firmamento ecclesiale” della seconda metà del XX secolo.

Questa grandezza è dovuta, prima di ogni altra cosa, alla sua fedeltà verso il Signore, che Papa Benedetto XVI ha confermato solennemente lo scorso 28 giugno nel conferirgli il titolo di Venerabile; in altre parole, ha dichiarato solennemente che mons. Del Portillo visse in grado eroico tutte le virtù cristiane e gode di fama di santità nella Chiesa.

Sono molti i motivi per i quali don Álvaro occupa un posto di rilievo nella storia della Chiesa contemporanea. Spero che alcuni di essi emergano chiaramente dalla biografia che ho scritto.

Potrebbe ricordarne alcuni?

È stato un sacerdote che con la sua parola, ma soprattutto con il suo esempio, ha fatto molto bene a migliaia di uomini e donne dei cinque continenti. Un accanito difensore della libertà delle persone. Un grande giurista e teologo che ha dato un importante contributo alla dottrina e al diritto della Chiesa. Un sacerdote che ha portato pace a quanti si intrattenevano con Lui.

San Josemaría e Don Álvaro del Portillo.

Per circa quarant’anni, fino al 26 giugno 1975, è stato l’appoggio più solido e il collaboratore più vicino a san Josemaría; poi il suo successore fedelissimo a capo dell’Opus Dei, che stabilì come programma di governo l’assoluta lealtà allo spirito che il fondatore aveva lasciato non soltanto scritto, ma scolpito, come amava ripetere.

Penso che la manifestazione più importante di questa fedeltà sia stata l’erezione dell’Opus Dei in prelatura personale, concessa da Giovanni Paolo II il 28 novembre 1982. Era la configurazione canonica adeguata al carisma fondazionale dell’Opera che il fondatore aveva preparato, anche se non l’ha potuto vedere realizzata.

Com’era in pratica il suo amore per la Chiesa e per il Papa?

Secondo me, la cosa più “pratica” è sempre pregare per la Chiesa e per il Papa. Proprio per questo, coloro che più aiutano la Chiesa e il Papa sono i santi. Detto questo, mi commuovono in modo particolare le manifestazioni di amore filiale che don Álvaro aveva verso il Romano Pontefice: si comportava sempre come un figlio che vuole soltanto dare gioie a suo padre.

Quali sono i segni che consentono di identificare la sua fama di santità?

Copertina del libro 'Álvaro del Portillo. Un hombre fiel'

Don Álvaro ha cercato la santità compiendo i suoi doveri ordinari: prima come ingegnere, poi come sacerdote e infine come vescovo. Certamente, il suo era un compimento amorevole, fondato e alimentato da un intenso rapporto con la Trinità, un grande amore della Santissima Eucaristia e degli altri sacramenti, una tenera devozione verso la Madonna.

Ho sottolineato che il “compimento” dei suoi “doveri” era amorevole perché – come ci ha spiegato molte volte – per un cristiano non è sufficiente semplicemente “compiere tanto per compiere”: se ci limitiamo a questo, il compimento diventa ben presto – lo diceva con un gioco di parole - un “compio” e “mento”. Il cristiano deve fare tutto, anche le cose che sembrano tutt’altro che importanti, per amore di Dio e degli altri.

Che cosa ha rappresentato don Álvaro nella vita e nella santità di san Josemaría?

San Josemaría nel riferirsi a lui lo definiva saxum , “roccia”: penso che non sia necessario aggiungere altro.

Se san Josemaría è il santo della vita ordinaria, don Álvaro sarà...

...Un altro santo della vita ordinaria. È lo spirito dell’Opus Dei. Inoltre, aggiungerei con una opinione del tutto personale, che don Álvaro costituisce un luminoso esempio di fedeltà verso la Chiesa e il Papa, verso gli impegni cristiani di ciascuno, nei confronti di san Josemaría e dei fedeli dell’Opus Dei, dei suoi amici e parenti, e dei suoi colleghi di lavoro.

Che cosa l’ha più colpita, quando ha conosciuto la sua vita nei particolari?

Sono stato molto colpito dalla sua fede: aveva una fede gigantesca. Per esempio: durante i 19 anni nei quali ha diretto l’Opera, ha dato inizio al lavoro apostolico stabile in 20 nuovi Paesi; ha incoraggiato e ispirato iniziative di grande portata sociale – dalle cliniche in alcuni paesi africani, in Europa e in America, fino alle scuole e alle università in vari continenti – e a molte altre attività.

Nel 1983, viste le innegabili difficoltà che si frapponevano per dare inizio all’Università pontificia della Santa Croce, disse: «Non possiamo lasciarci convincere dalla falsa oggettività, che porta a scoprire le difficoltà a portare avanti un progetto: la mancanza di mezzi economici, l’incomprensione di qualcuno; così dimentichiamo che sull’altro piatto della bilancia c’è la grazia di Dio, che è più potente». Questa era la fede di don Álvaro.

Tutti noi abbiamo difetti. Quali erano i punti di lotta di don Álvaro e come li superava?

Era una persona come noi, assolutamente normale. Immagino che di solito la sua lotta sarà consistita nell’adempimento del piccolo dovere di ogni istante, perché è lì che Dio ci aspetta.

Don Álvaro o la forza del “sì”. Del “sì”, a che cosa?

A Dio. E attraverso Dio, alla Chiesa, al Papa, all’Opus Dei e al suo fondatore, a tutte le anime. Era un sì incondizionato.