La storia dei primi aggregati e aggregate dell’Opus Dei

L’Istituto Storico San Josemaría Escrivá ha da poco pubblicato il n° 15 (2021) della rivista ‘Studia et Documenta’, la pubblicazione che studia la storia dell’Opus Dei e del suo fondatore, in cui si analizza il consolidamento e l’espansione dell’Opus Dei tra il 1951 e il 1956, gli anni dei suoi due primi congressi generali.

L’Istituto Storico San Josemaría Escrivá ha da poco pubblicato il numero annuale della rivista “Studia et Documenta”, composto da un quaderno monografico, una sezione di studi e note, un’altra per la pubblicazione di documenti e infine la sezione bibliografica.

Questo numero analizza il consolidamento e l’espansione dell’Opus Dei fra il 1951 e il 1956 gli anni dei suoi due primi congressi generali. In un certo senso, è la continuazione del precedente numero della rivista sullo sviluppo dell’Opera in Spagna nel decennio del 1940.

Tra i sei studi del quaderno monografico, Francesc Castells e José Luis González Gullón esaminano il primo congresso generale dell’Opus Dei, nel 1951, compresa la trascrizione delle sessioni del Congresso.

Gli articoli di Constantino Ánchel e quello di María E. Ossandón e María Hernández Sampelayo riguardano, rispettivamente, i primi aggregati e le prime aggregate. A partire dall’approvazione dell’Opus Dei come istituto secolare, Ánchel descrive il percorso che ha permesso l’apparizione della figura degli aggregati e presenta le figure delle prime quattro vocazioni. Ossandón ed Hernández Sampelayo espongono il contesto storico delle prime aggregate, descrivono dettagliatamente la formazione che ricevevano ed espongono la novità che comportava questa modalità di vita laicale.

Durante il Congresso generale a Molinoviejo il 2 maggio 1951. Da sinistra a destra, José Macazaga, Laureano López Rodó, José Luis Múzquiz, Josemaría Escrivá, Álvaro del Portillo e Ignacio Orbegozo.

Santiago Martínez narra la nascita della Società Sacerdotale della Santa Croce e le relative spiegazioni che furono date ai vescovi spagnoli negli anni ‘50. Riferisce le opinioni di questi prelati riguardo a tale nuova realtà e il loro atteggiamento circa la incorporazione alla società sacerdotale dei chierici incardinati nelle diocesi.

Chiudono il quaderno monografico Fernando Crovetto e Federico M. Requena con uno studio sulla diffusione internazionale dell’Opus Dei durante la prima metà del decennio 1950. Queste analisi permettono di comprendere i motivi della scelta di certi paesi e una prosopografia di coloro che ne furono i protagonisti.

Nella sezione Studi, Federico M. Requena analizza la figura degli istituti secolari e come l’Opus Dei dal considerarsi all’inizio un modello, terminò per comprendere che tale figura non si adattava alla sua natura. Presta una particolare attenzione al rapporto tra un entusiasta propugnatore degli istituti secolari negli Stati Uniti, Joseph E. Haley, e José Luis Múzquiz.

La sezione Documenti presenta due studi. Alfredo Méndiz esamina il resoconto di un viaggio di José Luis Múzquiz in Portogallo nel 1941. Luis Cano invece presenta alcuni testi della predicazione di Josemaría Escrivá rivolta ad alcuni gruppi di persone nel 1970, nei quali trattò temi assai diversi sulla vita spirituale e la situazione del mondo e della Chiesa.

Le recensioni e un elenco di ciò che è stato pubblicato da e sull’attuale prelato dell’Opus Dei, Fernando Ocáriz, tra il 1972 e il 2013 chiude la rivista.

Si può vedere l’indice e scaricare alcuni PDF nella Biblioteca Virtual Josemaría Escrivá y Opus Dei, qui.