Il sacerdote e l’Anno della Fede

Il libro “Vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto”, di don Marco Busca, edizioni Velar Marna, 2012, vuole suggerire un percorso che può condurre il sacerdote diocesano, come dice il sottotitolo, sulle tracce della santità nel ministero sacerdotale.

Questo percorso viene inquadrato alla luce dei documenti del Concilio Vaticano II e del magistero del beato Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI, e si avvale anche dell’aiuto di san Josemaría, fondatore dell’Opus Dei.

Tale aiuto consiste in primo luogo nell’esempio di questo santo, il quale, come ricorda il testo a pag. 49, scriveva nel 1933 al suo confessore, nel chiedergli di approvare un certo programma di penitenza che egli aveva formulato: “Guardi che Dio me lo chiede e inoltre è necessario che io sia santo e padre, maestro e guida di santi”. Questa frase, oltre alla determinazione con cui san Josemaría puntava alla santità personale, mostra anche – e questa e la tesi principale del testo – che egli intese sempre tale santità in strettissima relazione con il servizio che il prete, dotato del sacerdozio ministeriale, è chiamato a svolgere nei confronti dei propri fratelli laici, in ordine alla promozione e allo sviluppo del loro sacerdozio battesimale, che li abilita e li chiama a cercare di trasformare il mondo secondo il Vangelo. Questo punto è stato spesso sottolineato dall’attuale Pontefice: “Il sacerdozio ministeriale ha lo scopo e la missione di far vivere il sacerdozio dei fedeli, che, in forza del Battesimo, partecipano a loro modo all’unico sacerdozio di Cristo” (Discorso del 15.9.2011, citato a pag. 65 del libro).

D’altra parte, con il sacerdozio battesimale il prete è chiamato a “fare i conti” anche da un secondo punto di vista, quello cioè secondo cui anche la propria santità ruota fondamentalmente intorno all’esercizio delle virtù del comune cristiano, grazie alle quali egli può svolgere degnamente il suo ministero, dotato peraltro di un’efficacia che proviene direttamente da Dio. “La santità della Chiesa è prima di tutto la santità oggettiva della persona stessa di Cristo, del suo Vangelo e dei suoi Sacramenti, la santità di quella forza dall’alto che l’anima e la sospinge. Noi dobbiamo essere santi per non creare una contraddizione tra il segno che siamo e la realtà che vogliamo significare”, affermava il Santo Padre il 20.8.2011, rivolgendosi ai seminaristi a Madrid, durante le Giornate Mondiali della Gioventù (citazione a pag, 61).

La dottrina ascetica e spirituale del fondatore dell’Opus Dei può costituire, come mostra anche questo libro, un contributo assai utile, tra gli altri, affinché i sacerdoti diocesani possano sempre meglio realizzare nella propria esistenza queste due mete, servizio e santità: tutto ciò è di grande attualità in questo periodo, nel quale la Chiesa si appresta a vivere l’Anno della Fede, per la riuscita del quale l’apporto dei sacerdoti può essere evidentemente decisivo.

Oltre che presenti nelle librerie, copie del libro possono essere ordinate direttamente alla casa editrice, al seguente indirizzo: valcarenghi.velar@gmail,com.