Hanno detto… al Congresso “La Grandezza della vita quotidiana”

Riportiamo alcune dichiarazioni di vari partecipanti al Congresso Internazionale “La grandezza della vita quotidiana”, svoltosi a Roma tra l’8 e il 12 gennaio 2002.

Il Prof. Pierpaolo Donati che ha svolto una relazione al Congresso.

Cardinale François-Xavier Nghuyên Van Thuân

Presidente del Pontificio Consiglio per la Giustizia e la Pace

“Il beato Escrivá servì il mondo efficacemente con giustizia, pace e amore. Un mondo contemporaneo pieno di paure nel quale occorre riflettere sulla missione apostolica della Chiesa. Il cristiano deve trasformare le speranze del mondo, pur essendo uno come tutti gli altri. Un buon cristiano deve essere un buon cittadino".

Il Prof. Pierpaolo Donati che ha svolto una relazione al Congresso.

Mons. Michel Sabbah

Patriarca Latino di Gerusalemme

"Auspico che Dio sia più presente agli occhi dei leader politici e specialmente nei loro cuori, perché in tutti i conflitti che insanguinano il mondo Dio non può essere presente. Dio ha creato gli uomini per amare e non per uccidere, perciò diciamo a tutti i politici: guardate Dio, guardate Dio qui presente per essere più giusti e per lavorare meglio per il bene dei vostri popoli, dai quali siete stati eletti per servire e non per essere serviti o per dominare". (…)

“(In vista del prossimo incontro di Assisi), è importante che i leader religiosi siano coraggiosi e si sentano liberi di proclamare il messaggio religioso indipendentemente dalle pressioni politiche".

Evgeni Pazukhin

Filosofo russo ortodosso

“Il messaggio del Beato Josemaría Escrivá costituisce un segnale forte per l'unità della Chiesa di Cristo. La "cristificazione" dell'attività professionale della quale parla Josemaría Escrivá potrebbe costituire la base solida necessaria per costruire la Russia di domani, che sta attraversando un periodo critico della sua storia ed è profondamente disorientata. L'ottimismo del beato Escrivá è il miglior regalo che Dio potesse fare ai russi".

Nayla Moawad

Una delle tre donne membri del Parlamento libanese, Presidente della fondazione per i diritti umani “Rehe Moawad”

"In una crisi sociale di tali proporzioni c'è la tentazione del fanatismo e in questo campo il ruolo della donna è essenziale. La figura stessa della donna, per la sua funzione di madre e di moglie è una figura che trasmette pace”.

“L'idea promossa da Josemaría Escrivá di trovare Dio nelle occupazioni ordinarie e dare così valore a tutto ciò che facciamo, può aiutare molto a rispettare il principio della pace e dell'amore di Dio in tutte le decisioni. Quando le persone impareranno ad amarsi ci sarà una pace duratura".

Charles Nyamiti

Professore di Teologia cattolica alla University of East Africa di Nairobi (Kenia)

“Il messaggio sul “ruolo attivo del laicato" nella società civile e nella Chiesa di cui il beato Josemaría Escrivá è stato un precursore, va enfatizzato in Africa, dato che le tradizionali forme di governo dittatoriali e il colonialismo hanno aumentato la passività del laicato anche all'interno della Chiesa".

Veduta d'insieme dei partecipanti al Congresso.

"Oggigiorno l'insegnamento del beato Josemaría costituisce un potente rimedio contro l'aggressiva mentalità secolarizzata e le false ideologie che cercano di imporsi in Africa. Queste ideologie, intaccano il forte senso religioso proprio dell'anima africana. Il cristiano africano potrebbe prepararsi meglio ad affrontare tutte queste sfide seguendo l'invito del beato Josemaría a infondere nei laici la profonda pietà dei bambini assieme alla dottrina dei teologi".

Cardinal Juan Luis Cipriani

Arcivescovo di Lima e Primate del Perù

"Una donna o un uomo che nel proprio lavoro professionale danno il meglio di sé, divengono attori di un vero servizio all'umanità. Nella promozione dell’autentica cultura della pace, il perno è il lavoro inteso come servizio. Così, il lavoro contribuisce a diffondere la solidarietà, che rende amabile la convivenza sociale".

Regina N. Eya

Professoressa associata di Psicologia all'Università di Enugu (Nigeria)

"Il segreto per lavorare bene, il meglio possibile, è l'amore con cui lo inizio, lo continuo e lo finisco e con cui lo offro; e questo è un compito di ogni giorno. So che Dio mi guarda ed è testimone del mio impegno. Nel mio ufficio uso qualche oggetto - un crocifisso, un'immagine della Madonna, ecc. - che mi aiuta a ricordarmene e a rettificare frequentemente l'intenzione, ad affrontare i problemi di intesa con un collega o la fatica un po' straordinaria, necessaria per completare il lavoro fino all'ultimo, fino a poter mettere l'ultima pietra".

Alberto Ribera

Direttore generale della "Euro-Arab Management School", Spagna

“Il problema che stiamo vivendo negli ultimi mesi, non è un conflitto di civiltà ma un conflitto creato dai pregiudizi, dall'ignoranza reciproca, dai clichés e da semplificazioni grossolane”. (…)

"I cristiani e i musulmani sono chiamati a conoscersi meglio, a cooperare, a lavorare assieme, convinti del fatto che abbiamo tanto in comune, a cominciare dalla fede in Dio e dal senso del sacro e del soprannaturale. In questo compito i cristiani arabi possono svolgere un ruolo fondamentale".

Katarina Lee

Program Coordinator of the Social Communication and Journalism nella University of Technology di Sydney (Australia)

"Il collegamento tra l'ambito spirituale e quello intellettuale concepito dal beato Josemaría è essenziale per l'unità di vita. Un legame particolarmente importante in questi tempi di radicalismo culturale e di relativismo".

Harold James

Professore alla Princeton University (Stati Uniti)

Sviluppando il contesto sociale ed economico della prima metà del secolo XX James ha sottolineato come “in questo periodo predominava un concetto "sbagliato" del lavoro, lontano dalla trascendenza propria dell'attività di un cristiano. Il messaggio di Josemaría Escrivá, invece, unisce vigorosamente lavoro e vita spirituale".