“Giovani della Svizzera mettetevi in cammino! Il Signore cammina con voi”

Il 5 giugno, presso il Palaghiaccio della BEA Bern Expo di Berna, Giovanni Paolo II ha incontrato 12.000 giovani svizzeri ed ha avuto per loro parole di caldo incoraggiamento. “Non abbiate paura di incontrare Gesù” – ha detto il Santo Padre – cercatelo, ascoltatelo, seguitelo, mettetevi in cammino perchè è giunta l’ora”.

“Il Signore cammina con voi. Abbiate nelle mani la Croce di Cristo. Sulle labbra le parole della Vita. Nel cuore la grazia salvifica del Signore risorto!” ha sottolineato il Papa, che con il suo 103.mo viaggio apostolico torna in Svizzera, dopo 20 anni, accolto dall’abbraccio dei fedeli elvetici e dei giovani in particolare.

Prendendo spunto da un passo del Vangelo di Luca (Lc 7,14), dove si fa riferimento al mesto corteo che accompagna al cimitero, sulla strada del villaggio di Nain, il giovane figlio di una madre vedova, il Papa ha spiegato: “Ciò avviene se vi lasciate andare alla disperazione, se i miraggi della società dei consumi vi seducono e vi distolgono dalla vera gioia per inghiottirvi in piaceri passeggeri”.

“Se l’indifferenza e la superficialità – ha continuato il Pontefice – vi avvolgono, se di fronte al male e alla sofferenza dubitate della presenza di Dio e del suo amore per ogni persona, se ricercate nella deriva di un’affettività disordinata l’appagamento della sete interiore di amore vero e puro”.

E’ in questi momenti – ha precisato il Papa – che “Cristo si accosta a ciascuno di voi e, come al ragazzo di Nain, rivolge la parola che scuote e risveglia: "Alzati! ". "Accogli l’invito che ti rimette in piedi!".

“Non si tratta di semplici parole: è Gesù stesso che sta di fronte a voi, il Verbo di Dio fatto carne. Egli è " la luce vera che illumina ogni uomo" (Gv 1,9), la verità che ci fa liberi (cfr Gv 14,6), la vita che il Padre ci dona in abbondanza (cfr Gv 10,10)”.

“Il cristianesimo – ha sottolineato il Vescovo di Roma – non è un semplice libro di cultura o un’ideologia, e neppure soltanto un sistema di valori o di principi, seppur elevati. Il cristianesimo è una persona, una presenza, un volto: Gesù, che dà senso e pienezza alla vita dell’uomo”.

Per questo, rivolto direttamente ai giovani, il Santo Padre, ripetendo quell’invito al coraggio di “spalancare le porte a Cristo” lanciato sin dall'inizio del suo pontificato, ha poi detto fermamente: “Non abbiate paura di incontrare Gesù”.

“Cercatelo – ha implorato il Papa – nella lettura attenta e disponibile della Sacra Scrittura; nella preghiera personale e comunitaria; nella partecipazione attiva all’Eucaristia; incontrando un Sacerdote per il sacramento della Riconciliazione; nella Chiesa, che si manifesta a voi nei gruppi parrocchiali, nei movimenti e nelle associazioni”.

“Cercatelo nel volto del fratello sofferente, bisognoso, straniero”, ha aggiunto.

Il Pontefice ha raccontato “Anch’io, come voi, ho avuto vent’anni. Mi piaceva fare sport, sciare, recitare. Studiavo e lavoravo. Avevo desideri e preoccupazioni”.

“In quegli anni ormai lontani, in tempi in cui la mia terra natale era ferita dalla guerra e poi dal regime totalitario, cercavo il senso da dare alla mia vita. L’ho trovato nella sequela del Signore Gesù”, ha aggiunto.

Il Santo Padre ha poi rivolto l’invito ad ascoltare “la voce del Signore che ti parla attraverso gli avvenimenti della vita quotidiana, (...) la voce della coscienza assetata di verità, di felicità, di bontà e di bellezza”.

“Se saprai aprire il cuore e la mente con disponibilità, scoprirai ‘la tua vocazione’, quel progetto cioè che da sempre Iddio, nel suo amore, ha pensato per te” ha suggerito il Papa.

Perchè così, ha affermato il Pontefice, ognuno potrà costituire una famiglia, e potrà essere, se questa è la sua chiamata, sacerdote, religioso o religiosa, e “apostolo intrepido e instancabile, vigilante nella preghiera, lieto ed accogliente nel servizio della comunità”.

Di fronte alle esitazioni il Pontefice ha esclamato “Non avere paura! Iddio non si lascia vincere in generosità!” Dopo quasi sessant’anni di sacerdozio,

“è bello potersi spendere fino alla fine per la causa del Regno di Dio!”.

Per ultimo il Pontefice ha invitati i giovani a mettersi in moto: “Non ti accontentare di discutere; non aspettare per fare il bene le occasioni che forse non verranno mai. E’ giunto il tempo dell’azione!”, ha detto.

“La Chiesa – ha continuato il Santo Padre – ha bisogno delle vostre energie, del vostro entusiasmo, dei vostri ideali giovanili per far sì che il Vangelo permei il tessuto della società e susciti una civiltà di giustizia autentica e di amore senza discriminazioni”.

“In un mondo spesso senza luce e senza il coraggio di nobili ideali, non è tempo di vergognarsi del Vangelo. E’ tempo piuttosto di predicarlo dai tetti (...) E’ Cristo che vi parla. Ascoltatelo!”. Ha concluso Giovanni Paolo II.

Sulla base dei dati pubblicati dall’Ufficio federale di statistica della Svizzera limitatamente all’anno 2000, i cattolici romani presenti nel Paese, stimati intorno ai 3 milioni (su una popolazione che ne conta 7.28 milioni), costituiscono, oggi, il gruppo religioso più numeroso nella Confederazione elvetica (41.8%), davanti alla Chiesa riformata (33%).

    ZENIT