Coltivare la fiducia (VIII): Dio ha scelto mio figlio

Dio ha un progetto per ciascuno di noi, chiama tutti noi. La famiglia cristiana ha il compito di aiutare ciascuno a discernere il progetto di Dio. Ottavo video della serie “Coltivare la fiducia”.

Tutti noi abbiamo una vocazione, luce di Dio per vedere la nostra vita in dialogo con le sue proposte e forza per lanciarci con entusiasmo verso la missione e la santità. San Josemaría ne parla in questi termini: “Se mi chiedete come si nota la chiamata divina, come uno se ne rende conto, vi dirò che è una visione nuova della vita. È come se si accendesse una luce dentro di noi; è un impulso misterioso, che spinge l'uomo a dedicare le sue più nobili energie a un'attività che, nella pratica, acquista lo spessore di un mestiere. Questa forza vitale, che è come una valanga travolgente, è ciò che altri chiamano vocazione”. (Lettera, 9-I-1932).

La famiglia cristiana è il contesto in cui nasce e si sviluppa la vocazione di ciascuno, e i due genitori sono chiamati ad affiancare i ragazzi in questo percorso di scoperta del progetto di vita.

Assai spesso la decisione di uno dei giovani di donare la propria vita a Dio è una gioia per la famiglia, anche se, naturalmente, potranno sorgere dubbi e preoccupazioni. Altre volte può essere una sorpresa o, anche, motivo di dispiacere. Ecco perché condividere e accettare la vocazione di un figlio o di una figlia suole essere per le famiglie una grande sfida.

Quando Dio chiama i nostri figli a vivere un cammino di donazione grazie a una vocazione specifica, si presentano numerosi interrogativi: Sta per prendere la decisione corretta? E se sbaglia? Ha la maturità sufficiente per scegliere questa strada? È consapevole che non avrà una famiglia? Se si trattasse di una infatuazione romantica passeggera? Interrogativi caratteristici di chi ama profondamente il proprio figlio o la propria figlia, e vorrebbe con tutto il cuore guidarlo e proteggerlo sempre.

Amare i figli, vuol dire, fra l’altro, amare la loro libertà. Ma questo significa anche correre un rischio: adeguarsi alla libertà dei figli in modo tale che essi, insieme a Dio, siano i veri tracciatori del proprio cammino verso la santità.

Domande per il dialogo

▪ Conosco i miei figli, so che qualità hanno e in quali punti debbono migliorare? Li aiuto nella loro formazione in modo che crescano un po’ per volta nelle virtù di cui hanno più bisogno?

▪ I padri e le madri sono chiamati a stare accanto ai propri figli nel loro cammino di scoperta del progetto di vita: faccio in modo di dedicare tempo a conversare con i miei figli sulle loro aspirazioni, i loro desideri, i progetti del loro futuro? Conosco il cuore dei miei figli? So dove sta, in quali cose o persone lo hanno riposto?

▪ Le decisioni dei figli mettono in discussione i miei paradigmi: sono disposto ad accantonare le mie aspettative personali sul futuro dei miei figli e li aiuto a scoprire e abbracciare liberamente il cammino concreto per realizzare il progetto di vita che Dio ha voluto per loro?

▪ Pur avendo le mie paure e i miei dubbi personali intorno alle scelte che i miei figli possano fare riguardo al loro futuro, cerco di essere disponibile a superarli, rendendomi anche conto che la gioventù è l’età propizia per prendere decisioni audaci?

▪ Assicurati che tu e il tuo coniuge condividete le stesse idee sul rispetto della libertà dei figli nelle loro scelte di vita.

▪ Riflettete insieme in che modo potete aiutare i ragazzi in questo percorso di scoperta del progetto di vita: coltivare la pietà e la vita di preghiera, entusiasmare con l’aspirazione di formare una famiglia cristiana, stimolare l’affetto per i sacerdoti e le persone che donano la loro vita a Dio nel celibato, creare un ambiente di generosità e di preoccupazione per chi ha più bisogno, pregare per la vocazione dei vostri figli e delle vostre figlie.

▪ Se avessi bisogno di fare qualche domanda su un determinato cammino o vocazione, interroga un referente dell’istituzione, oppure il sacerdote della parrocchia, ecc.

▪ Se tuo figlio o tua figlia fosse indeciso circa il proprio futuro, dimostragli di avere fiducia in lui e aiutalo a constatare che Dio è sempre accanto a noi nel percorso della nostra vita.

Proposte di comportamento

▪ Ascolta con attenzione i motivi che hanno portato tuo figlio a seguire un certo cammino di formazione e non ti affrettare a dare la tua opinione. Più tardi, quando avrai avuto il tempo di riflettere serenamente su ciò che tuo figlio si è proposto, potrai parlare con calma della questione.

▪ Se tuo figlio o tua figlia ha già scoperto la sua vocazione, il vostro lavoro di genitori sarà sempre importantissimo: si tratta di stargli sempre accanto in tutta la sua vita di donazione a Dio, nelle diverse tappe e nei relativi sviluppi, aiutandolo a vivere la sua vocazione come un cammino per realizzarsi pienamente. Dimostrategli di avere fiducia nelle sue capacità, dandogli gli strumenti necessari per crescere e maturare in un clima di autentica libertà.

Meditare con la Sacra Scrittura e con il Catechismo della Chiesa Cattolica

▪ Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull’uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e rinchiuse la carne al suo posto. Il Signore Dio plasmò con la costola, che aveva tolto all’uomo, una donna e la condusse all’uomo. Allora l’uomo disse: «Questa volta essa è carne della mia carne e osso delle mie ossa. La si chiamerà donna perché dall’uomo è stata tolta». Per questo l’uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne (Gn 2, 21-24).

▪ Mi fu rivolta la parola del Signore: «Prima di formarti nel grembo materno, ti conoscevo, prima che tu uscissi alla luce, ti avevo consacrato; ti ho stabilito profeta delle nazioni». Risposi: «Ahimè, Signore Dio, ecco, io non so parlare, perché sono giovane». Ma il Signore mi disse: «Non dire: Sono giovane, ma va’ da coloro a cui ti manderò e annunzia ciò che io ti ordinerò. Non temerli, perché io sono con te per proteggerti». Oracolo del Signore. Il Signore stese la mano, mi toccò la bocca e il Signore mi disse. «Ecco, ti metto le mie parole sulla bocca» (Ger 1, 4-9).

▪ Salì poi sul monte, chiamò a sé quelli che egli volle ed essi andarono da lui. Ne costituì Dodici che stessero con lui e anche per mandarli a predicare e perché avessero il potere di scacciare i demoni. Costituì dunque i Dodici: Simone, al quale impose il nome di Pietro; poi Giacomo di Zebedeo e Giovanni fratello di Giacomo, ai quale diede i nomi di Boanerghes, cioè figli del tuono; e Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo di Alfeo, Taddeo, Simone il Cananeo e Giuda Iscariota, quello che poi lo tradì (Mc 3, 13-19).

▪ Il desiderio di Dio è inscritto nel cuore dell’uomo, perché l’uomo è stato creato da Dio e per Dio; e Dio non cessa di attirare a sé l’uomo e soltanto in Dio l’uomo troverà la verità e la felicità che cerca senza posa: La ragione più alta della dignità dell’uomo consiste nella sua vocazione alla comunione con Dio. Fin dal suo nascere l’uomo è invitato al dialogo con Dio: non esiste, infatti, se non perché, creato per amore da Dio, da lui sempre per amore è conservato, né vive pienamente secondo verità se non lo riconosce liberamente e se non si affida al suo Creatore (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 27).

▪ [La] vocazione [...] dipende interamente dall’iniziativa gratuita di Dio, poiché egli solo può rivelarsi e donare se stesso. Supera la capacità dell’intelligenza e la forza della volontà dell’uomo, come di ogni creatura (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 1998).

▪ L’educazione alla fede da parte dei genitori deve incominciare fin dalla più tenera età dei figli. Essa si realizza già allorché i membri della famiglia si aiutano a crescere nella fede attraverso la testimonianza di una vita cristiana vissuta in conformità al Vangelo. La catechesi familiare precede, accompagna e arricchisce le altre forme d’insegnamento della fede. I genitori hanno la missione di insegnare ai figli a pregare e a scoprire la loro vocazione di figli di Dio (cfr. Lumen gentium, 11) (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2226).

▪ I vincoli familiari, sebbene importanti, non sono però assoluti. Quanto più il figlio cresce verso la propria maturità e autonomia umane e spirituali, tanto più la sua specifica vocazione, che viene da Dio, si fa chiara e forte. I genitori rispetteranno tale chiamata e favoriranno la risposta dei propri figli a seguirla. È necessario convincersi che la prima vocazione del cristiano è di seguire Gesù (cfr. Mt 16, 24): «Chi ama il padre o la madre più di me, non è degno di me; chi ama il figlio o la figlia più di me, non è degno di me» (Mt 10, 37) (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2232).

Meditare con Papa Francesco

▪ Pregate con me per i giovani, perché sappiano rispondere con generosità alla propria vocazione, mobilitandosi per le grandi cause del mondo (Intenzione di preghiera di Papa Francesco, aprile 2017).

▪ Anche in questi nostri tempi inquieti, il mistero dell’Incarnazione ci ricorda che Dio sempre ci viene incontro ed è il Dio-con-noi, che passa lungo le strade talvolta polverose della nostra vita e, cogliendo la nostra struggente nostalgia di amore e di felicità, ci chiama alla gioia. Nella diversità e nella specificità di ogni vocazione, personale ed ecclesiale, si tratta di ascoltare, discernere e vivere questa Parola che ci chiama dall’alto e che, mentre ci permette di far fruttare i nostri talenti, ci rende anche strumenti di salvezza nel mondo e ci orienta alla pienezza della felicità (Messaggio del Santo Padre per la 55ª Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni).

▪ Alla base del discernimento possiamo rintracciare tre convinzioni, ben radicate nell’esperienza di ogni essere umano riletta alla luce della fede e della tradizione cristiana. La prima è che lo Spirito di Dio agisce nel cuore di ogni uomo e di ogni donna attraverso sentimenti e desideri che si legano a idee, immagini e progetti. Ascoltando con attenzione, l’essere umano ha la possibilità di interpretare questi segnali. La seconda convinzione è che il cuore umano, per via della propria fragilità e del peccato, si presenta normalmente diviso perché attratto da richiami diversi, o persino opposti. La terza convinzione è che comunque il percorso della vita impone di decidere, perché non si può rimanere all’infinito nell’indeterminazione. Occorre però darsi gli strumenti per riconoscere la chiamata del Signore alla gioia dell’amore e scegliere di darvi risposta (Documento preparatorio del Sinodo “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”).

▪ Il servizio vocazionale deve essere visto come l’anima di tutta l’evangelizzazione e di tutta la pastorale della Chiesa. Fedele a questo principio non esito ad affermare che la pastorale vocazionale non si può ridurre ad attività rinchiuse in se stesse. Il che potrebbe trasformarsi in proselitismo e potrebbe portare anche a cadere nella «tentazione di facili e improvvidi reclutamenti» (Giovanni Paolo II, Es. Ap. Vita consecrata, 64). La pastorale vocazionale, invece, deve porsi in stretto rapporto con l’evangelizzazione e l’educazione alla fede, affinché la pastorale vocazionale sia un vero itinerario di fede e porti all’incontro personale con Cristo, e con la pastorale ordinaria, specialmente con la pastorale della famiglia, di modo che i genitori si assumano, con gioia e responsabilità, la loro missione di essere i primi animatori vocazionali dei figli, liberando se stessi e liberando i propri figli dal rimanere bloccati all’interno di prospettive egoistiche, di calcolo e di potere, che molte volte emergono in seno alle famiglie, anche in quelle praticanti (Messaggio del Santo Padre Francesco ai partecipanti al Convegno internazionale sul tema “Pastorale vocazionale e vita consacrata. Orizzonti e speranze”).

Meditare con san Josemaría

▪ I genitori sono i principali educatori dei figli, sia nell’aspetto umano che in quello soprannaturale, e devono sentire la responsabilità di questa missione che esige comprensione, prudenza, capacità di insegnare e, soprattutto, di amare; nonché l’impegno di dare buon esempio. L’imposizione autoritaria e violenta non è una buona risorsa educativa. L’ideale per i genitori consiste piuttosto nel farsi amici dei figli: amici ai quali si confidano le proprie inquietudini, con cui si discutono i diversi problemi, dai quali ci si aspetta un aiuto efficace e sincero (È Gesù che passa, 27).

▪ Il bambino apprende a situare il Signore tra i primi e più fondamentali aspetti; impara a trattare Dio come Padre, la Madonna come Madre; impara a pregare seguendo l’esempio dei genitori. Quando tutto ciò si comprende, appare evidente il grande compito apostolico che i genitori sono chiamati a svolgere; e il loro dovere di vivere sinceramente la vita di pietà, per poterla trasmettere – più che insegnare – ai figli (Colloqui, 103).

▪ I genitori devono fare attenzione a non cedere alla tentazione di proiettarsi indebitamente nei propri figli – di costruirli secondo i propri gusti -, perché devono rispettare le inclinazioni e le capacità che Dio dà a ciascuno. Di solito quando esiste vero amore, tutto questo non è difficile. E anche nel caso estremo in cui il figlio prende una decisione che i genitori ritengono a ragione errata e prevedibile fonte di infelicità, nemmeno allora la soluzione sta nella violenza, ma nel comprendere e – più di una volta – nel saper rimanere al suo fianco per aiutarlo a superare le difficoltà e trarre eventualmente da quel male tutto il bene possibile (Colloqui, 104).

▪ I genitori possono e devono fornire ai figli un aiuto prezioso, aprendo loro nuovi orizzonti, comunicando la loro esperienza, facendoli riflettere, in modo che non si lascino trasportare da stati d’animo passeggeri, e avviandoli a una valutazione realistica delle cose. Quest’aiuto verrà fornito dai genitori personalmente, con i loro consigli, oppure invitando i figli a rivolgersi a persone competenti: a un amico leale e sincero, a un sacerdote preparato e zelante, a un esperto di orientamento professionale (Colloqui, 104).

Alcuni strumenti per continuare a riflettere

Che cos'è la vocazione

Educare nella libertà

▪ Serie sulla vocazione: “Qualcosa di grande e che sia amore

▪ San Josemaría ai giovani: “Ti guardo e penso che c’è bisogno di persone come te

▪ Video di san Josemaría: “Dio e la vocazione dei figli