17 maggio 1992, un’esperienza da ripetere

Presentiamo, in occasione del decimo anniversario della beatificazione di Josemaría Escrivá, alcune immagini di quei momenti. Foto che acquistano nuova vita a pochi mesi dalla canonizzazione del Fondatore dell’Opus Dei. Inseriamo inoltre un video con alcuni dei momenti più significativi della cerimonia.

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17 maggio, il giorno della beatificazione

L’eco della voce del Vicario di Cristo risuona in Piazza San Pietro alla proclamazione della formula di Beatificazione di Josemaría Escrivá e della religiosa canossiana Giuseppina Bakhita, e trova risonanza nei cuori di migliaia di pellegrini che traboccano al di là del il colonnato, e nell’anima di milioni di persone che partecipano a questa cerimonia per mezzo della radio e della televisione.

Un immenso tempio all’aperto

La cerimonia ha avuto inizio alle 10 di mattina. Vi hanno preso parte, secondo l’Osservatore Romano, 300.000 pellegrini di 60 nazioni. Il carattere ecclesiale di questo evento fu sottolineato da Giovanni Paolo II nell’udienza del 18 maggio concessa ai pellegrini che avevano assistito alla beatificazione. “Voi siete ricolmi di gioia per la beatificazione di Josemaría Escrivá, perché confidate che la sua elevazione agli altari (…) recherà un gran bene alla Chiesa. Condivido anch’io questa fiducia.”

Le parole di Giovanni Paolo II

Durante l’omelia il Papa ha ricordato che“la vita spirituale e apostolica del nuovo beato si fondava sul sapersi, tramite la fede, figlio Dio in Cristo. Di questa fede si alimentavano il suo amore per il Signore, il suo zelo evangelizzatore, la sua allegria costante, anche nella grandi prove e difficoltà che dovette superare. «Avere la croce è trovare la felicità, la gioia», ci dice in una delle sue Meditazioni; «avere la Croce è identificarsi con Cristo, è essere Cristo e, per questo, essere figlio di Dio».

Il suo grande amore per Cristo, dal quale si sente affascinato, lo porta a consacrarsi per sempre a Lui e a partecipare al mistero della sua passione e risurrezione. Al tempo stesso, il suo amore filiale per la Vergine Maria lo spinge a imitarne le virtù. «Benedirò il tuo nome per sempre»: ecco l'inno che spontaneamente si sprigionava dalla sua anima, e che lo spingeva a offrire a Dio tutto ciò che era suo e tutto ciò che lo circondava. Ed effettivamente la sua vita si riveste di umanesimo cristiano col sigillo inconfondibile della bontà, la mansuetudine del cuore, la sofferenza nascosta con cui Dio purifica e santifica i suoi eletti.”

Un clima di fiducia

“Benchè non ci fossimo mai visti prima —commentava uno dei pellegrini — ci siamo messi subito sulla stessa lunghezza d’onda come se ci conoscessimo da sempre ed è nato un clima di fiducia che rendeva facile il dialogo.”

E’ una splendida giornata di sole. La gente si ripara come può, con cappelli di tela, di paglia o anche di carta, costruiti al momento. Qua e là spuntano degli ombrelli. Molti sono in piedi. Alcuni, più organizzati e previdenti, hanno con se piccole sedie pieghevoli e cannocchiali per seguire meglio la celebrazione.

Undici cori con seicento voci

Seicento voci appartenenti a undici cori si sono esibite nelle cerimonie del 17 e 18 maggio. Alcuni erano cori romani, come quello della Cappella Sistina — che sempre partecipa alle celebrazioni del Papa in San Pietro — altri venivano dal Cile, dagli Stati Uniti, dalla Spagna, dalle Filippini e dal Portogallo. Le note musicali di una tromba hanno dato un tocco speciale a alcuni momenti della cerimonia.

Grazie alla radio e alla televisione

La cerimonia è stata trasmessa in diretta da Rai UNO e ripresa in mondovisione. I giornalisti e i fotografi accreditati erano più di 700. I pellegrini che erano in fondo a Piazza San Pietro e in Via della Conciliazione hanno potuto seguire meglio la cerimonia grazie alle immagini della Rai visibili su tre maxischermi (ciascuno di 27 metri quadrati) posti in fondo a Piazza San Pietro.

Con i malati

Al termine della Messa il santo Padre si è fermato a salutare i malati che occupavano le prime file di fronte all’altare.

18 maggio, un’altra volta a Piazza San Pietro

Lunedì 18 maggio alle 10 don Álvaro del Portillo, primo successore del fondatore dell’Opus Dei, ha celebrato in Piazza San Pietro la prima Messa di ringraziamento per la Beatificazione . Nell’omelia, don Álvaro ha ricordato la prima volta che il Beato Josemaría è venuo a Roma “e la sua emozione nello scorgere la cupola di san Pietro e recitare il credo. Quella notte la trascorse per intero in veglia di orazione, con lo sguardo fisso sulle finestre degli appartamenti del Santo Padre, che si vedevano a breve distanza dalla terrazza della casa dove abitavamo, nella vicina Piazza della Città Leonina. Questo spirito di orazione perseverante e penitente, questo amore per la Chiesa e per il Romano Pontefice, è lo stesso che ha inculcato in numerosissime anime; e di ciò oggi, qui, vogliamo essere una singolare manifestazione”.

L’udienza con il Santo Padre

Gli eventi vissuti il 17 e la mattina del 18 maggio hanno avuto il loro culmine nell’udienza che Giovanni Paolo II ha voluto concedere ai pellegrini, al termine della Messa. Quando il Santo Padre è entrato in Piazza San Pietro, uno dei cori ha intonato il tradizionale Happy birthday to you: il Papa compiva quel giorno 72 anni. Durante l’udienza il Santo Padre ha detto che “la Beatificazione di Josemaría Escrivá mi offre l’occasione per questo grande incontro con tutti voi, cari sacerdoti e laici che, in gran numero, siete convenuti in pellegrinaggio a Roma per partecipare a questa sentita manifestazione di fede e di comunione ecclesiale. (...)

La figura di un Beato costituisce una nuova chiamata alla santità, la quale non è privilegio di pochi, né soltanto a pochi è rivolta, ma dev’essere la meta comune di tutti i cristiani.”.

Presso le sacre spoglie del Beato Josemaría

Dal 14 al 21 maggio, il sacro corpo del Beato Josemaría è stato esposto nella Basilica di Sant’Eugenio, alla venerazione di migliaia di fedeli. Don Michele, parroco di Sant’Eugenio, ricorda con emozione quei giorni: “non mi dimenticherò mai della devozione e del raccoglimento che vi era nella Basilica in ogni momento; si respirava un clima di autentica preghiera. Sono indimenticabili le lunghe code davanti ai confessionali, che non erano pochi. I pellegrini entravano, salutavano il Santissimo nella cappella in fondo alla navata e si avvicinavano all’altare, salutando con reverenza l’urna e si inginocchiavano sugli inginocchiatoi per pregare”.

Per mare, cielo e terra

Per giungere a Roma, i pellegrini hanno usato i mezzi di trasporto più diversi: circa 3000 autobus; treni, alcuni dei quali arrivarono direttamente alla stazione del Vaticano; 104 voli charter, oltre ai voli di linea e alle navi che giunsero al porto di Civitavecchia.

I giovani

La presenza di migliaia di giovani è stato uno degli aspetti caratteristici delle celebrazioni di questi giorni. Molti di loro hanno alloggiato in vari camping e palestre nelle vicinanze di Roma.

La medaglia commemorativa

Come ricordo della beatificazione del Fondatore dell’Opus Dei sono state preparate delle medaglie che rappresentano da un lato l’effigie del Beato Josemaría e dall’altro una riproduzione di un quadro della Madonna. Furono coniate medaglie in tre dimensioni, in alpaca e in bronzo.