Era il 27 giugno 2023 quando io e mia moglie Shamine siamo andati a fare visita al medico in un rinomato ospedale di Bangalore dopo che il test di gravidanza era risultato positivo. Dopo una breve consultazione, il medico ci ha fatto le congratulazioni per l’attesa del nostro secondo figlio. Il passo successivo consisteva nell’effettuare un’ecografia per verificare che tutto andasse bene con il bambino nel grembo.
Non c’era alcuna possibilità che il battito potesse comparire
Venerdì 30 giugno 2023 arrivò il giorno della scansione ed entrammo subito in allarme quando il medico che eseguì la sonografia ci disse che avremmo dovuto consultare al più presto la nostra ginecologa, poiché non si era rilevato il battito cardiaco. Ci recammo già il giorno successivo a una visita anticipata e, incontrando la nostra ginecologa, ci fu comunicato che non c’era alcuna possibilità che il battito potesse comparire. Con più di venticinque anni di esperienza, ci disse che, se il battito non era presente a quel punto, non si sarebbe più manifestato. Io insistetti personalmente per conoscere le probabilità che potesse comunque apparire, sperando contro ogni speranza, e chiesi se si trattasse di un 50-50, un 75-25 o un 90-10%.
La dottoressa rispose che non c’era alcuna possibilità, se non quella di un miracolo.
Io, Shamine e mia suocera uscimmo dalla sala visite increduli. Seguirono ricerche continue di letteratura su internet, consulti con vari medici e, soprattutto, richieste ai nostri cari di pregare Dio per un miracolo.
Pensando a tutte le cose che sarebbero potute andare storte - forse l’ecografia non era stata eseguita correttamente? Forse la dottoressa non aveva letto bene il referto? Magari la macchina usata per la scansione non funzionava bene? - ogni piccola speranza svaniva di fronte alla sicurezza con cui la nostra dottoressa ci aveva detto che il battito non sarebbe comparso.
Meno di una speranza
Avevamo un’ulteriore ecografia fissata per il dieci luglio — più che una speranza, una semplice convalida del verdetto della dottoressa. Fu allora che il mio caro amico, direttore del centro dell’Opus Dei a Delhi, mi invitò chiedere l’intercessione del venerabile Isidoro Zorzano. Decidemmo di recitare insieme una novena a Isidoro e, per una coincidenza del tutto soprannaturale, saltammo entrambi lo stesso giorno, il sesto, ma continuammo fino al nono giorno, che coincideva con la data della nostra ecografia decisiva.
Il dieci luglio ci recammo in un ospedale diverso, con un radiologo diverso e una ginecologa diversa. Arrivò il nostro turno e, dopo quindici minuti angoscianti in cui Shamine rimase nella sala esami, il medico finalmente mi chiamò dentro: con nostra immensa sorpresa, il battito del nostro bambino era visibile (170 BPM, perfetto per l’età gestazionale). Il medico ci mostrò chiaramente il flusso sanguigno e il battito cardiaco di nostro figlio. Questo fu davvero il nostro miracolo, un miracolo donatoci dal venerabile Isidoro Zorzano.
Dio è buono
Portammo entrambi i referti alla nostra nuova ginecologa, che stentava a credere alle due diagnosi contrastanti e telefonò al medico del laboratorio per avere una doppia conferma dei risultati che aveva davanti. L’unica cosa che disse fu: «Dio è buono». In effetti, Dio è stato molto buono con noi in questo episodio e, pur sapendo che restano ancora sette mesi di gravidanza per mia moglie, nessuno potrà mai toglierci questo momento, con il cuore del nostro bambino che batte forte e chiaro.
Spero che questa testimonianza possa aiutare tanti altri che pregano il nostro Dio amorevole, specialmente con l’intercessione dei nostri amici in cielo come Isidoro Zorzano.
