Croazia: Prendersi cura degli amici
Secondo Nina, una croata di 23 anni, “Guadalupe è una di noi. Quando leggi la sua vita ritrovi te stessa. Se lei è arrivata a essere santa, noi anche! Era allegra, e in questo mi piacerebbe imitarla”. Con Nina sono venuti altri giovani di Zagabria e Split: “Magari imparassi da lei a prendermi cura dei miei amici come lei si prendeva cura dei suoi”. Le ho chiesto aiuto anche per portare avanti una iniziativa volta a potenziare l’oratoria e l’intraprendenza delle giovani croate.
Costa d’Avorio: I passi di Gesù
“Fare atto di presenza come la Chiesa ci ricorda di quelli che seguivano da vicino i passi di Gesù... Mi piacciono i momenti come questo!”. Così appare assolutamente felice Boris Tra Bi, della Costa d’Avorio, che lavora in una società elettrica. “Io voglio essere santa come Guadalupe, con il mio lavoro voglio dare un aiuto alla evangelizzazione del mondo”. Oggi Boris prega Guadalupe in modo particolare per “la famiglia, per le donne del mio paese e del mondo intero, e per una pace reale in Costa d’Avorio, una pace di Dio”.
Camerun: “Che si prenda cura del mio matrimonio"
Constance Owona-Bell è del Camerun, ha 61 anni, è sposata ed è madre di 4 figli; ha 5 nipoti. “Da circa 20 anni ricevo formazione cristiana grazie all’Opus Dei. Di Guadalupe mi ha attratto l’amabilità, l’allegria e l’amore al lavoro e a Dio”. A lei chiede di vegliare davanti a Dio sulla sua unione coniugale, sui suoi figli e nipoti, sul suo lavoro e sulla sua salute.
India: “Una santa che si dipingeva le labbra
Nikita è indiana, ha 23 anni ed è disegnatrice di moda. Racconta che quando conobbe Guadalupe restò affascinata: “È una santa che cura il proprio aspetto e si dipinge le labbra! Inoltre, faceva molto presto ad adattarsi alle diverse circostanze e a compiere le cose che doveva fare”. Nikita è venuta con un gruppo di donne dell’India e dello Sri Lanka, e hanno approfittato per visitare tutti i luoghi di Madrid legati a san Josemaría e alla beata Guadalupe; fra l’altro, la casa de Los Rosales.
Kenya: una beata che collega
Yna Mkomge è del Kenya e assicura che ciò che più le piace di Guadalupe è la sua “semplicità, intelligenza, educazione... Ma soprattutto il suo amore a Dio. Ha insegnato che tutti possono collegarsi con Lui, dai bambini sino agli anziani. Ecco perché anche lei si collegava con tutti”.
Nigeria: “Quelli che le stavano attorno erano felici”
Benita Maduadichie, nigeriana, ha qualcosa di cui ringraziarla: “Ho chiesto a Guadalupe di intercedere per me davanti a Dio perché ottenga un lavoro. Una settimana fa l’ho trovato”. La sua compatriota, Nnezi Ivenso, mette in evidenza di Guadalupe “il suo atteggiamento davanti alla malattia, che accettò senza agitarsi e con gioia; lei faceva in modo che quelli che le stavano attorno fossero felici”.