Don Manolo, dall’impegno politico al sacerdozio

Don Manolo è entrato in seminario a 35 anni dopo essersi dedicato alla politica. In questo articolo condividiamo come ha scoperto la sua vocazione e come ha conosciuto il messaggio di san Josemaría.

Manolo - oggi don Manolo - ha iniziato a dedicarsi alla politica da quando aveva tredici anni fino ad arrivare in Parlamento europeo, passando per molteplici istituzioni dello Stato: «È stato proprio passando per quella via che il Signore mi ha rivelato definitivamente per cosa mi ha voluto a questo mondo, cioè la mia vocazione di vita».

Il Signore cerca sempre da lontano

La prima volta che Manolo ha sentito di essere chiamato da Dio a qualcosa di grande è stato durante una Messa celebrata da mons. Piergiorgio Colombo: «Quel giorno - racconta don Manolo - venne a galla questo pensiero nel mio cuore: “Anche io voglio essere come lui”. Avevo circa 12 anni. Poi, però, sono entrato in seminario a 35 anni… vedi come il Signore chiama “da lontano”?».

La grande passione di Manolo è stata da sempre la cosa pubblica e il bene comune.

Manolo è sempre stato uno che non si accontentava mai, che voleva sempre di più. «Un giorno, mentre pregavo - dice don Manolo - ebbi questa intuizione nel cuore, come se il Signore mi dicesse: “Ma non hai ancora capito che il di più che cerchi sono io?”. Ed era vero. Amavo stare nei “palazzi del potere” a parlare di cose ritenute da molti “importanti”, ma mi sentivo più completo nel servire la Messa, nell’andare a trovare gli ammalati portando loro la Comunione, nel fare catechismo ai bambini in parrocchia, nella preghiera».

Un libro inaspettato

Nel 2017, quando era già in seminario, Manolo ha avuto l’occasione di leggere per la prima volta la biografia di san Josemaría.

«Era un venerdì pomeriggio - racconta don Manolo - e, come tutti i venerdì nel seminario di Venegono, venivano messi a disposizione dei libri usati, che i seminaristi potevano prendere tramite un’offerta libera; quel giorno, passando davanti al banco dei suddetti libri, mi sentii attirato particolarmente da un libro bianco e bordeaux, sul quale campeggiava il volto del fondatore dell’Opus Dei».

Manolo aveva già sentito parlare dell’Opus Dei, ma fino a quel momento non aveva mai avuto occasione di approfondirne la conoscenza: «Iniziai a pregare per intercessione di san Josemaría, - dice don Manolo - sentendomi rinfrancato e confermato nel cammino in preparazione agli Ordini Sacri, potendo rileggere meglio la mia vita di lavoro e di impegno nel mondo come luogo di rivelazione del Signore».

Nella biografia di san Josemaría Manolo trovò una dedica indirizzata ad un sacerdote e firmata da un altro sacerdote: don Vincenzo Cammarota.

«Sentii quella dedica come scritta per me. - spiega don Manolo - Poi riuscii a procurarmi il numero di don Vincenzo e lo chiamai per dirgli che avevo preso il libro con la sua dedica: “Caro don Vincenzo, mi chiamo Manolo e sono un seminarista di Milano – gli dissi – da questo momento devi pregare sempre per me!”.

Poco tempo dopo, - aggiunge don Manolo - raccontando l’accaduto a mio zio sacerdote, mi svelò che anche mio nonno era stato vicino all’Opera; e mi donò un’edizione del “Cammino” che teneva nel confessionale, dono che gli fece proprio mio nonno Luigi».

Da allora don Manolo ha sempre considerato il messaggio di san Josemaría di grande ispirazione: «Una cosa che cerco di vivere nel mio essere sacerdote, secondo lo stile di san Josemaría – conclude don Manolo - è la cura per i dettagli della vita spirituale, per la celebrazione della Santa Messa in particolare, cuore della mia vita; e l’attenzione alla bellezza dei luoghi e dei contesti della comunità, non per sterile estetismo, ma quale segno d’amore al Signore ed alle persone affidatemi. La cura e la bellezza sono un frutto del nostro buon lavoro».