Commento al Vangelo: Pentirsi del proprio orgoglio

Vangelo e commento del martedì della 19ª settimana del tempo ordinario. La vera grandezza si trova nell’umiltà di fronte a Dio e di fronte agli altri.

Vangelo (Mt 18, 1-5.10.12-14)

In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?». Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me.Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli.Che cosa vi pare? Se un uomo ha cento pecore e una di loro si smarrisce, non lascerà le novantanove sui monti e andrà a cercare quella che si è smarrita? In verità io vi dico: se riesce a trovarla, si rallegrerà per quella, più che per le novantanove che non si erano smarrite. Così è volontà del Padre vostro che è nei cieli, che neanche uno di questi piccoli si perda».


Commento

Poco prima di questo episodio, i discepoli stavano discutendo riguardo a chi, tra di loro, fosse più importante (cfr. Mc 9, 32-34). La scena ci rivela la instancabile resistena e pazienza di Gesù. Non si turba, ma profitta dell’occasione per dare loro una profonda lezione sull’ umiltà. C’erano altre persone presenti, tra di loro alcune donne con i loro bambini: Gesù «chiamò a sé un bambino», lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli».

Quando gli apostoli sentirono che dovevano convertirsi dovettero capire che stavano sbagliando. La stessa ambizione per la quale avevano questionato per il primo posto nel Regno li avrebbe esclusi, a meno che non rinunciassero a essa. La vera grandezza è ben lontana dalla visione che il mondo ha di essa; si incontra in quella disponibilità che i bambini hanno naturalmente, essendo coscienti della loro piccolezza.

Gesù, avendo con se un bambino, continua: «E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me». Come commenta papa Francesco, «abbiamo tutti, pertanto, il dovere di accogliere con generosità i minori e le persone vulnerabili e di creare per loro un ambiente sicuro, avendo riguardo in modo prioritario ai loro interessi. Ciò richiede una conversione continua e profonda... » (Papa Francesco, Lettera Apostolica in forma di «Motu Proprio» del Sommo Pontefice Francesco sulla protezione dei minori e delle persone vulnerabili, 26 marzo 2019).

Inoltre, ricevere e servire amorevolmente ognuno di loro vuol dire ricevere e servire niente meno che Gesù stesso. Difficilmente si può immaginare un incentivo più forte per praticare la carità con tutti. Il cristiano ha il dovere di allargare questa protezione al bambino ancora non nato nel ventre materno.

Infatti, aggiunge Gesù, Dio predilige tanto i bambini da dare a ciascuno di loro un angelo custode. E, subito dopo la parabola della pecora perduta, che esprime la cura generosa di nostro Signore per ciascun componente del gregge, aggiunge una altra raccomandazione: «è volontà del Padre vostro che è nei cieli, che neanche uno di questi piccoli si perda».

Andrew Soane