Commento al Vangelo: I prediletti di Dio

Vangelo e commento del sabato della 7ª settimana del Tempo Ordinario.

Vangelo (Mc10, 13-16)

Gli presentavano dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. Gesù, al vedere questo, s'indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso». E prendendoli tra le braccia, li benediceva, imponendo le mani su di loro.


Commento

Dopo aver ascoltato, ieri, l’insegnamento di Gesù sull’indissolubilità del matrimonio, oggi contempliamo alcuni bambini mentre vengono presentati a Gesù. Una successione significativa: una volta che sono uniti per sempre nel matrimonio, l’uomo e la donna, entrano in scena i bambini, frutto di questa unione. L’evangelista non ci dice chi accompagna i bambini, ma sembra suggerirlo nell’episodio precedente: i genitori. Il fatto è che la fama di Gesù cresceva: guariva i più deboli, e tra di loro i bambini. È facile immaginare quei genitori che portano a Gesù i loro figli piccoli, ancora deboli, per benedirli, in modo che, con l’imposizione delle mani, o anche solo toccandoli, li proteggesse dalle malattie e dal potere del maligno.

Ma i discepoli credono di avere l’autorità di impedirlo. Il maestro non lo permette, perché Egli è la Via per giungere al Padre. A uno dei discepoli dirà così: «Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me»(Gv 14, 6). I bambini in Gesù trovano il cammino migliore per scoprire la filiazione divina. Allo stesso tempo, gli adulti – in modo particolare, i genitori – sono chiamati a rendere più facile questo incontro, e in tal modo anche loro riscoprono la stessa filiazione: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato» (Mc9, 37).

Commuove fissare lo sguardo su Gesù attorniato da bambini, mentre gioca con loro, sorridere, chiedere i loro nomi, l’età…; raccomandare loro di essere buoni figli dei loro genitori, buoni fratelli…; e parlare loro di suo Padre Dio. Una scena terrena e celeste allo stesso tempo: quel momento è stato una manifestazione chiara di ciò che il Regno dei Cieli dev’essere sulla terra, e un riflesso di quello che sarà il Regno più in là per coloro che in terra si sono comportati come bambini di fronte a Dio. Accogliamo, quindi, l’avvertimento di san Josemaría: «Non dimenticare che il Signore predilige i bambini e coloro che si fanno come bambini»1.

Josep Boira

1 San Josemaría, Cammino, n. 872.