Lunedì, commento al Vangelo: Tutto quello che aveva

Vangelo e commento del lunedì della 34.a settimana del tempo ordinario.

Vangelo (Lc 21, 1-4)

In quel tempo, Gesù, alzati gli occhi, vide i ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro del tempio. Vide anche una vedova povera che vi gettava due monetine, e disse:

— In verità vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato più di tutti. Tutti costoro, infatti, hanno gettato come offerta parte del loro superfluo. Ella invece, nella sua miseria, ha gettato tutto quello che aveva per vivere.


Commento

Gesù è a Gerusalemme e ritorna nel Tempio, dopo averlo purificato dai vari commerci che lo avevano fatto diventare un covo di ladri (cfr. Lc 19, 46). E scopre che tra i pellegrini che frequentano il Tempio per depositare le loro offerte, i ricchi danno “parte del loro superfluo”.

Cosicché le loro offerte non sono vere elemosine, perché queste provengono da ciò che uno possiede (cfr. Tb 4, 7), non dal superfluo che non gli conferisce alcun valore. Questo tipo di elemosina, dunque, non comportava un sacrificio ma era piuttosto un segno di ostentazione.

Così si comportano anche da ladri, perché s’impadroniscono di una gloria umana che non appartiene loro. Non praticano l’elemosina come il Maestro aveva insegnato: “Quando fai l’elemosina, non suonare la tromba [...], non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto” (Mt 6, 2-4).

Eppure tra quella gente apparve una “vedova povera”, non per chiedere l’elemosina, come sarebbe stato normale, ma per gettare nel tesoro due monetine, che era tutto quello che aveva per vivere.

Non c’è dubbio che il tesoro del Tempio si arricchiva assai più con le somme importanti dei ricchi, mentre le due monetine della vedova sembravano insignificanti e superflue. Però quella elemosina andò a buon fine, perché in una colletta “se c’è la buona volontà, essa riesce gradita secondo quello che uno possiede e non secondo quello che non possiede” (2 Cor 8, 12).

San Josemaría meditò questa scena evangelica e scrisse: “Non hai visto come brillava lo sguardo di Gesù quando la povera vedova lasciava nel tempio la sua piccola elemosina? Tu dagli quello che puoi dare: il merito non sta nel poco o nel molto, ma nella volontà con cui lo dai”[1].

In verità Gesù sarà rimasto meravigliato, perché accade ben di rado, per non dire quasi mai, che qualcuno dia quel pochissimo che ha per vivere. Attraverso la sua penuria, la vedova dà tutta la sua vita. Quelle due monetine rappresentano la sua ristrettezza, la mancanza del necessario.

Con questo gesto la vedova si è fatta ricca agli occhi di Dio (cfr. Lc 12, 21). Per il Signore quella donna “ha gettato più di tutti”. In questo senso ha fatto come Gesù, che “da ricco che era, si è fatto povero per voi perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà” (2 Cor 8, 9).

Josep Boira


[1] San Josemaría, Cammino, n. 829.