Vivere la gioia dell’amore in famiglia (IV): Figlie che diventano grandi

Cosa passa nel cuore dei genitori che vedono i figli crescere e diventare autonomi? Ecco la testimonianza di Vito e Alba. In occasione dell’anno “Famiglia Amoris Laetitia”, proponiamo una serie di testimonianze di famiglie che vivono le sfide di ogni giorno in una prospettiva cristiana.

Quando nasce un figlio tutto il suo mondo sono i suoi genitori. Questa dipendenza, come sanno bene Vito e Alba sposati da trent’anni e genitori di tre figlie tra i 20 e i 27 anni, è destinata a ridursi sempre di più, fino, quasi, a scomparire.

Ma come si rimane “in orbita” dei figli che diventano grandi? “La prima figlia per noi ha fatto da apripista - racconta Alba - per me è stato molto doloroso. Da sempre desideravo la sua autonomia, ma poi l’ho vissuta sulla mia pelle: non nascondo che per compensare mi sono dovuta prendere un cane!” Sofia, la più grande delle figlie di Vito e Alba, è infatti andata a vivere in un’altra città da settembre, per cui le sensazioni dei suoi genitori sono fresche: “Per me è più facile - spiega il papà, Vito - perché Sofia è avviata alla mia stessa professione e sta ripercorrendo le fasi che ho vissuto io quasi quarant’anni fa. Condividiamo tanto, ci sentiamo spesso, anche se non abbiamo nemmeno mai visto la piccola casa in cui è andata a vivere”.

“Come genitore - riprende Alba - senti che è tuo dovere ancora intervenire, ma sai che adesso è come se non fossimo più ricercati, i nostri consigli non più richiesti. Da una parte mi sento sollevata, ma dall’altra è scioccante. Io e Vito abbiamo partecipato e organizzato per più di venticinque anni corsi di orientamento familiare*, ma a questa esperienza non ero pronta”.

“Nei corsi di orientamento familiare - spiega Vito - abbiamo imparato che come genitori dobbiamo essere il corridoio in cui camminano i figli: se i figli non vedono bene, procederanno a tentoni, a volte anche sbattendo e soffrendo. Adesso vediamo che fanno gli esami, che trovano lavoro, che escono di casa, ma cosa hanno sul serio nella testa ci è quasi del tutto nascosto. Se vedi che una figlia ha un momento di tristezza, per esempio per una storia d’amore finita male, vorresti poter dire la tua, ma non sai come fare. Puoi solo sperare che siano loro, a cercarti. Insieme preghiamo per loro, avendo fiducia che sapranno cercarci quando ne avranno bisogno”.

“Come genitori di figlie grandi siamo chiamati - conclude Alba - a esserci ancora rimanendo discreti, perché non siamo più il loro mondo, e la loro felicità non dipende da noi”.


Meditare con l’Amoris Laetitia

99. Amare significa anche rendersi amabili [...], l’amore non opera in maniera rude, non agisce in modo scortese, non è duro nel tratto. I suoi modi, le sue parole, i suoi gesti, sono gradevoli e non aspri o rigidi. Detesta far soffrire gli altri. La cortesia «è una scuola di sensibilità e disinteresse» che esige dalla persona che «coltivi la sua mente e i suoi sensi, che impari ad ascoltare, a parlare e in certi momenti a tacere» Essere amabile non è uno stile che un cristiano possa scegliere o rifiutare: è parte delle esigenze irrinunciabili dell’amore, perciò «ogni essere umano è tenuto ad essere affabile con quelli che lo circondano». Ogni giorno, «entrare nella vita dell’altro, anche quando fa parte della nostra vita, chiede la delicatezza di un atteggiamento non invasivo, che rinnova la fiducia e il rispetto. […] E l’amore, quanto più è intimo e profondo, tanto più esige il rispetto della libertà e la capacità di attendere che l’altro apra la porta del suo cuore».

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* Per approfondire il tema dell'orientamento familiare e conoscere associazioni che se ne occupano in Italia, visita il sito Oeffe - Orientamento Familiare. Le iniziative di orientamento familiare sono rappresentate a livello globale dalla Federazione Internazionale per lo Sviluppo delle Famiglie, IFFD (qui il sito in inglese o spagnolo).