Viaggio pastorale del Prelato in Inghilterra

Dal 14 al 17 dicembre 2017, mons. Fernando Ocáriz è stato in Inghilterra per un viaggio pastorale. Si è riunito con vari gruppi di fedeli dell’Opus Dei e amici, ha incontrato il card. Vincent Nichols e ha visitato alcune iniziative sociali ed educative.

16 dicembre 2017

Il terzo giorno del viaggio pastorale del prelato dell’Opus Dei in Inghilterra è stato, come i precedenti, pieno di riunioni pastorali con alcuni fedeli della prelatura e i loro amici.

Per esempio, ha avuto due incontri con i giovani che ricevono formazione cristiana grazie all’Opus Dei. Li ha invitati a chiedersi personalmente: “Chi è Gesù Cristo per me?”. E anche: “Chi sono io per Gesù Cristo?”. “Quest’ultima domanda – disse – vi porterà a considerare l’amore che Cristo ha per voi e vi farà riflettere logicamente su una terza questione: che cosa posso fare io per Gesù Cristo?”.

Il prelato ha insistito sulla grandezza e il valore dell’amicizia in un’epoca nella quale è apparentemente più difficile fare amicizie profonde. “Può darsi che alcune persone siano coperte da una crosta di individualismo, che noi dobbiamo aiutare a rompere. C’è chi vive sulla difensiva e resiste ad aprirsi agli altri”. “Interessarsi sinceramente di loro - ha detto -, può essere l’inizio dell’amicizia, che poi sarà possibile coltivare con l’affetto e la preghiera”.

Ha parlato anche di un giovane colpito da un cancro molto aggressivo, con il quale aveva potuto conversare il giorno prima. “L’unico modo di avvicinarci al mistero del dolore è guardare la croce di Cristo, che ha dato la vita per noi. La sofferenza non ha una spiegazione umana; pertanto, la domanda non è: perché esiste la sofferenza? Ma: perché Cristo ha sofferto tanto per noi?”. Il mistero della sofferenza può essere anche un segno dell’amore e della fiducia di Dio, e dunque non bisogna interpretarlo come una maledizione o un castigo.

Il Prelato ha consigliato ai giovani di "pregare al fine che Dio conceda loro la forza di "amare" la propria vocazione

Un giovane gli ha domandato come si può individuare la vocazione personale. Il prelato ha affermato che non si tratta solamente di chiedere luce per individuare la propria missione, ma di “pregare anche al fine che Dio conceda la forza per amare la vocazione, perché a volte quello che ci manca è il desiderio di seguire la chiamata”.

Nello stesso modo ha proposto ai giovani che lo ascoltavano di essere disposti ad andare controcorrente. “Per ottenerlo dovete avere convinzioni solide e, soprattutto, una buona conoscenza della vostra fede. La fede autentica – ha proseguito – cerca sempre di conoscere di più e di comprendere meglio, per esempio, l’incarnazione di Cristo. Poi si sente anche il desiderio di trasmettere questa fede agli altri e, per riuscire a tanto, è necessario crescere nelle virtù umane e in quelle soprannaturali, che aiutano a crescere nella personalità e a non farsi trascinare dalle circostanze esterne”.

“La verità deve raggiungere la nostra testa, il nostro cuore e la nostra volontà”

Ha sviluppato anche l’idea che non conosceremo la verità finché la verità non ci possieda interamente. “La verità deve raggiungere la nostra testa, il nostro cuore e la nostra volontà”, ha concluso.

Dopo essere stato con i giovani, monsignor Fernando Ocáriz ha risposto anche alle domande di alcuni coniugi, ad Ashwell House e Netherhall House, due centri dell’Opus Dei a Londra. Ha parlato su temi molto diversi: l’assistenza e l’aiuto agli stranieri presenti nel proprio Paese, l’appoggio ai professori cattolici, la pietà eucaristica, l’amicizia con persone di altre religioni o che non professano nessun credo, la crescita della propria vocazione, ecc. Ognuno di questi incontri si è concluso con una preghiera per la persona e le intenzioni di Papa Francesco.

Tra una riunione e l’altra, il prelato ha visitato Lakefield, un centro alberghiero di formazione e la parrocchia di Saint Thomas More nella località di Swiss Cottage, pastoralmente affidata ad alcuni sacerdoti dell’Opus Dei.

15 dicembre 2017

Nel primo giorno dopo il suo arrivo, mons. Ocáriz ha avuto un incontro con un gruppo di donne dell’Opus Dei a Chelsea. Si è poi recato a salutare il cardinale Vincent Nichols, arcivescovo di Westminster. Ha anche parlato con alcuni sacerdoti diocesani, incoraggiandoli a mettere Cristo al centro della loro vita, “frequentandolo in modo particolare nell’Eucaristia e conoscendolo nei Vangeli”, e ad amare i loro fratelli nel sacerdozio.

Ha pure ricordato loro “quanto sia importante essere disponibili nei confronti di tutti i fedeli, accogliendoli soprattutto nel sacramento del perdono, affinché sentano il desiderio di ritornare ogni volta al Signore”, un atteggiamento che acquisteranno soltanto se i sacerdoti saranno a loro volta in contatto con Gesù.

Ha anche parlato con alcuni sacerdoti diocesani,incoraggiandoli a mettere Cristo al centro della loro vita

Poi il prelato ha avuto una riunione con un gruppo di persone che gestiscono un’associazione senza fini di lucro, chiamata PACT, che sostiene diverse scuole nella zona sud di Londra, che si ispirano allo spirito cristiano e agli insegnamenti di san Josemaría. I responsabili di questa iniziativa hanno spiegato a monsignor Ocáriz le linee generali dei progetti scolastici. Vogliono che i genitori svolgano un ruolo da protagonisti attivi nell’educazione dei figli, ai quali si debbono proporre di trasmettere una fede che ispiri la loro formazione e la loro vita. Il prelato ha sottolineato la straordinaria importanza di “formare i figli in modo tale da farli diventare uomini e donne per bene”; poi ha invitato tutti quanti a confidare nel potere della preghiera.

Un gruppo di persone ha parlato al prelato di una iniziativa chiamata The Family Development Foundation (FDF). La FDF organizza corsi di comunicazione tra coppie di coniugi basati sul metodo del caso per promuovere lo sviluppo familiare. Mons. Fernando Ocáriz ha ricordato che, anche se le difficoltà non mancheranno mai nella vita di qualunque famiglia, si possono superare sempre con la perseveranza e con l’impegno da parte di tutti. “Sostenere le famiglie - ha detto - dev’essere una priorità in qualunque Paese”.

"Mons. Javier Echevarría non aveva mai fretta quando ascoltava qualcuno”.

Nel pomeriggio è stato con un gruppo più numeroso di fedeli dell’Opus Dei. “Mettete Cristo al centro, sempre, in tutto ciò che fate”, ha detto ai presenti. Ha ricordato anche alcuni momenti dei 20 anni da lui passati accanto a monsignor Javier Echevarría. “Si è logorato per i suoi figli e per le sue figlie – ha affermato –. Dava l’impressione di non avere interessi personali, perché dedicava agli altri tutto il tempo necessario. Per esempio – disse –, non aveva mai fretta quando ascoltava qualcuno”.

Poi il prelato ha invitato i presenti ad accettare i limiti delle persone con le quali vivono e a essere pazienti con i propri difetti. Rispondendo a una domanda sulla libertà, ha affermato che “essere liberi non consiste tanto in ciò che scegliamo, ma come lo scegliamo. Possiamo fare molte cose, ma si tratta di farle liberamente, per amore, anche se non abbiamo voglia di farle, e questo ci dà gioia”. Sul compito che abbiamo di portare l’annuncio del Vangelo agli altri, ha detto che si tratta di “trasmettere la verità con amore, e questo si ottiene attraverso l’amicizia”. Infine ha concluso: “E accada quel che accada, non siate mai tristi, perché il Signore ci ama alla follia”.

Il Prelato ha parlato in videoconferenza con Pedro Ballester, un fedele dell’Opus Dei ricoverato in ospedale.