Video: viaggio del prelato in Spagna - Galizia, Castiglia, Leon (1 - 6 luglio 2022)

In questo articolo è possibile vedere il video riassunto del viaggio del prelato dell'Opus Dei in Spagna e leggere il resoconto giorno per giorno, dall'1 al 6 luglio.

Santiago 1 luglioSantiago 2 e 3 luglio – Valladolid 4 e 5 luglio – Oviedo 6 luglio


Oviedo, 6 luglio

“I nuovi luoghi dove occorre predicare il Vangelo non si trovano solo nelle chiese o nelle sacrestie: sono la strada, il mondo del lavoro, della politica, della cultura, delle leggi, della famiglia, tutto il ricchissimo e diversificato ambito dell’esistenza dell’uomo normale”. Così si è pronunciato il prelato dell’Opus Dei, mons. Fernando Ocáriz, durante l’omelia della Messa che lo scorso mercoledì 6 luglio ha concelebrato nella cattedrale di Oviedo.

Presieduta dall’arcivescovo della diocesi, Jesús Sanz Montes, la Messa è stata concelebrata da circa cinquanta sacerdoti e ha registrato la presenza di circa 1.500 persone: in maggioranza asturiani, ma anche provenienti dalle comunità autonome più vicine. Mons. Jesús Sanz, informato della visita pastorale del prelato dell’Opus Dei nel nordovest della Spagna, ha invitato il prelato a una solenne concelebrazione nella Cattedrale, dove si era da poco conclusa la commemorazione dei 1.200 anni della sua dedicazione al Salvatore e ai dodici apostoli.

Dopo un incontro privato di quasi mezz’ora, il prelato dell’Opera e l’arcivescovo si sono recati in Cattedrale attraverso il chiostro. Poi alle venti, accompagnata dagli accordi dell’organo di “Pueblo de Reyes”, interpretato dal Coro Harmonía, di Gijón, la processione faceva il suo ingresso.

All’inizio della cerimonia mons. Jesús Sanz ha voluto manifestare la sua gratitudine per la visita: “Il fatto che Lei abbia acconsentito a concelebrare con me e a dirigerci poi la sua parola di padre ci riempie di gioia e gliene siamo grati di tutto cuore”.

Mons. Sanz ha insistito sul “dono ecclesiale del legato carismatico di san Josemaría”. Ha aggiunto che “la presenza dell’Opus Dei nella nostra arcidiocesi è capillare” e si è riferito agli uomini e alle donne che “esercitano le loro diverse professioni con grande competenza in un prezioso contributo alla società e alla comunità diocesana nel campo della docenza, della sanità, dei mezzi di comunicazione, della magistratura e dell’avvocatura, dell’economia e dell’imprenditoria, con un lungo ecc. quanto mai pieno di frutti”. L’arcivescovo di Oviedo ha espresso le proprie condoglianze per la recente morte di José Ocáriz, fratello di don Fernando, per il quale si è offerta la santa Messa.

La Cattedrale di Oviedo ha appena commemorato i 1.200 anni della sua dedicazione al Salvatore e ai dodici apostoli.

Il prelato dell’Opera ha iniziato la sua omelia facendo riferimento al vangelo della Messa – votiva di san Josemaría –, quando la folla faceva ressa ai piedi di Gesù per ascoltare la sua parola: “Anche oggi come allora Gesù si trova sulla riva dell’immenso mare della storia umana. Gli uomini di ogni tempo hanno nostalgia di Dio. L’uomo continua a cercare Dio – spesso inconsciamente – e Dio non si stanca di cercare l’uomo”.

Seguendo il testo evangelico in cui Gesù sale sulla barca di Pietro chiedendogli di allontanarsi dalla riva, il prelato ha incoraggiato a “testimoniare con zelo e senza complessi la fede che professiamo”, e ha tracciato i caratteri della vocazione apostolica di tutti i cristiani, incoraggiando tutti a remare verso il largo con speranza, senza cadere in un pessimismo indolente: “Tutti voi, e soprattutto i giovani, dovete ereditare e attuare la missione di trasformare la società, potenziando tutti gli aspetti positivi che ha il mondo dei nostri giorni”.

L’arcivescovo della diocesi, Jesús Sanz Montes, saluta il prelato dell’Opus Dei.

Mons. Ocáriz ha concluso l’omelia chiedendo l’intercessione della Santina, come affettuosamente gli asturiani chiamano la Vergine di Covadonga, loro patrona, che il prelato dell’Opera ha visitato il 13 luglio 2018 in occasione del Centenario della sua incoronazione canonica.

Alla preghiera dei fedeli non sono mancate preghiere per quelli che oggi sono coinvolti nelle guerre e per gli “scartati” della società; c’è stato anche chi ha ricordato mons. Gabino Díaz Merchán, arcivescovo di Oviedo per quasi 33 anni (1969-2002) e presidente della Conferenza Episcopale Spagnola tra il 1981 e il 1987, recentemente deceduto.

Alla fine dell’eucaristia l’arcivescovo si è congedato insistendo con il prelato dell’Opus Dei perché ritorni presto. La cerimonia è terminata con un caloroso e grato applauso di tutti i presenti.

La mattina di giovedì mons. Ocáriz ha predicato una meditazione e ha celebrato la Messa per alcune persone dell’Associazione Torla di Oviedo, che si dedica allo sviluppo delle attività di formazione umana e cristiana per i giovani. Poi è partito per Barcellona.


Valladolid, 4 e 5 luglio

Nella tertulia del 4 il prelato ha cominciato il suo intervento chiedendo preghiere per il Papa e per le sue intenzioni, oltre che per la Chiesa e per le guerre. Su tale intenzione ha insistito più avanti.

Il prelato dell’Opus Dei con una famiglia.

Molti interventi riguardavano il come superare in pratica le difficoltà che si presentano, quando oggi si vuole praticare la fede. In altri interventi si desiderava comunicare al prelato notizie di alcune iniziative promosse da fedeli dell’Opera. Mons. Ocáriz ha animato i presenti ad avere una fede molto grande nel Signore e fede anche nell’amore che Dio ha per ciascuno di noi.

Javier, professore universitario di Letteratura a Salamanca e poeta, gli ha raccontato alcune storie sulla residenza di studenti di quella città di antica tradizione universitaria. Il prelato lo ha invitato a formare bene quegli universitari in modo che possano essere di aiuto a molte persone: “Chiedano luci per avere idee su come dare un aiuto; e anche la forza di non avere rispetti umani”.

L’Arcivescovo di Burgos, Mons. Mario Iceta, con il prelato dell’Opus Dei.

Ignacio, un medico anestesista che vive a Santander e padre di otto figli, gli ha raccontato che da circa dodici anni dirige un’azienda per l’innovazione nel campo dei professionisti sanitari. Insieme ad altri colleghi, durante la pandemia ha creato degli hisopos-bastoncillos per i test PCR del Covid-19 mediante impressione 3D e li hanno dotati di un codice aperto a disposizione di tutti gli ospedali del mondo. Ora si stanno fabbricando in 40 paesi e sono stati prodotti più di un milione di esemplari. Ha dichiarato al prelato che questa iniziativa era dovuta al fatto che stava cercando di vivere quello che aveva imparato da san Josemaría: “santificare il lavoro, santificarsi nel lavoro e santificare gli altri con il lavoro”.

Gli incontri si sono svolti nel campo polisportivo del Club giovanile e sportivo Niara.

Ramón, che dirige una residenza per anziani, ha raccontato al Padre che in casa sua c’era stato un parto trigemino. Quando, a suo tempo, il medico aveva comunicato la notizia di un evento di questo tipo, la prima domanda era stata se volevano abortire. “Alla risposta negativa di mia moglie – spiegò –, credo che il medico abbia tirato un respiro di sollievo”. Il prelato lo ha incoraggiato a difendere sempre la vita, “di fronte alla legge del più forte”, pur senza aggressività.

Javier, che lavora nell’amministrazione della giustizia nelle Asturie, ha raccontato al prelato che partecipa abitualmente con i suoi amici a riunioni durante le quali si discutono argomenti di pensiero e di attualità: condividono preoccupazioni, ma con opinioni molto diverse. Mons. Ocáriz lo ha incoraggiato ad amare ogni persona, andando molto oltre il volerli “convincere”.

Studenti di Valladolid, Palencia, Burgos e Salamanca.

Pablo è uno studente di scienze infermieristiche di Palencia. Ha raccontato al prelato che vedendo in TV una serie in cui si parlava dell’Opus Dei, ha cercato in internet informazioni sull’Opera e gli è piaciuta l’idea di poter essere santo in mezzo al mondo con il proprio lavoro. Allora ha scritto alla pagina web dell’Opera per contattare qualcuno. “Sei anni dopo, nella Settimana Santa di quest’anno, ho chiesto l’ammissione come aggregato, e ora rendo molte grazie a Dio per questo dono”. Mons. Ocáriz gli ha detto che la scoperta della vocazione è un grande bene e il bene è per se stesso diffusivo.

L’ultimo a intervenire è stato quello di Chema, padre di undici figli, che sono diventati famosi per “l’unico merito” di essere contagiati tutti, contemporaneamente, dal Covid il 14 marzo 2020, proprio all’inizio della pandemia. Ha raccontato che molti mezzi di comunicazione hanno diffuso la notizia e sono accaduti molti episodi simpatici, che “si potrebbero riassumere nell’ammirazione che desta una famiglia numerosa”.

Il prelato dell’Opus Dei ha salutato diverse persone malate.

In serata alcuni studenti di Valladolid, Palencia, Burgos e Salamanca che frequentano i mezzi di formazione nei centri dell’Opera, hanno festeggiato il prelato organizzando un festival, in modo che il Padre potesse trascorrere qualche ora piacevole nella casa di ritiri El Rincón.

5 luglio

Il 5 luglio il Padre è intervenuto in due riunioni “dialogate”, con domande formulate dai presenti, in molti casi precedute da alcune loro testimonianze di vita.

Durante l’incontro con alcune professoresse universitarie.

Durante la mattina è intervenuta Valle, una ricercatrice e madre di tre figli. Ha detto al prelato di essere stata abbandonata dal marito. Sin dai primi momenti si è sentita molto aiutata dalle persone dell’Opera. Mons. Ocáriz le ha detto che avrebbe pregato molto per lei, per i suoi figli e per la conversione di suo marito. Poi ha aggiunto: “Non sei sola, la Provvidenza ci accompagna sempre, anche nella sofferenza. Puoi trasformare la pena e il dolore in qualcosa di positivo e trasmettere questo ai tuoi figli”.

Cristina, madre di famiglia e medico, gli ha raccontato qualche episodio del suo lavoro con i pazienti adolescenti che soffrono di malattie psichiche gravi; poi gli ha chiesto: “Che cosa posso fare perché gli altri trovino nel mio lo sguardo e l’accoglienza di Cristo?”. “Che ti trovino sempre con un volto sorridente – l’ha incoraggiata –, e così vedranno Gesù in te”.

Il prelato ha ricordato l’importanza di sapersi amati da Dio.

C'è stato anche tempo perché un gruppo di presenti gli cantassero alcune canzoni: un classico castigliano “Castilla” e una rondalla messicana.

Nel riunione del pomeriggio il prelato ha cominciato ricordando l’importanza di sapersi amati da Dio: “Possiamo contare sulla forza e sull’Amore di Dio, che ama ogni persona singolarmente, siamo amati personalmente da Lui”. Ricordando san Giovanni – “noi abbiamo conosciuto e creduto l’Amore che Dio ha per noi” –, ha spiegato che è importante credere nell’Amore che Dio ha per noi, che a volte non vediamo per mancanza di fede.

Henar, madre e nonna, professoressa di Filologia Classica all’Università di Valladolid, racconta che dopo aver vissuto un processo di conversione alla fede cattolica, ha sentito il desiderio di far conoscere il Vangelo ai suoi studenti: “Può darmi qualche idea per continuare ad aiutare i miei studenti ad avvicinarsi alla Verità? Mons. Ocáriz le ha risposto che “la parola di Dio sarà sempre efficace, ha una forza dinamica che comunica; a questo puoi aggiungere l’amicizia personale”.

Il 5 luglio ha tenuto due riunioni “dialogate”.

I temi dell'incontro sono stati parecchi. Giovani che vogliono una risposta per ribadire il loro discernimento vocazionale e per non lasciarsi portare dal relativismo dell’ambiente. Persone mature che fanno domande sull’arte di guidare e di farsi guidare. Donne che lavorano e madri di famiglia che certe volte non sanno quali sono le priorità del momento. Prima che l’incontro terminasse, Maria ha ringraziato il prelato a nome di tutte per essere rimasto con loro per tutto quel tempo.


Santiago di Compostela, 2 e 3 luglio

A mezzogiorno di sabato 2 luglio si è svolto il secondo incontro di mons. Ocáriz con fedeli dell’Opus Dei e altre persone, sotto un tendone montato nell’area sportiva del Collegio Universitario La Estila. I presenti hanno accolto il prelato con un grande applauso, al suono del pandeiro [tamburello]. Appena arrivato sulla pedana, gli hanno consegnato la cappa di una tuna, cioè di un tradizionale gruppo musicale formato da studenti universitari, decorata con stemmi di città sedi universitarie e con nastri variopinti che portavano il nome di alcuni centri dell’Opus Dei.

Il prelato si è detto felice di poter stare con tante persone dell’Opera e amici, e li ha incoraggiati a pensare che “tutti abbiamo lo stesso spirito e siamo molto uniti – ciascuno dove sta – grazie alla comunione dei santi”. Ha ricordato che anche san Josemaría era contentissimo di incontrare i suoi figli e le sue figlie, e li spronava a essere di più e a servire la Chiesa, sempre “con la speranza e la sicurezza che Dio ci aiuta moltissimo e ci dà la gioia che ci fa andare avanti”.

Nell'incontro familiare sono stati richiamati diversi temi: l’uso dei social, la santificazione del lavoro, l’amicizia e la vocazione dei figli. Mons. Ocáriz ha avuto anche l’opportunità di incontrare tre generazioni della famiglia Braña, che hanno allietato l’incontro con una selezione di canzoni galiziane.

In mattinata ha incontrato alcune famiglie.

Angela, che vive a La Coruña, gli ha raccontato di aver superato due malattie e ha espresso la sua gratitudine per l’affetto di tante persone. Il prelato, oltre a incoraggiarla a capire il senso della sofferenza, ha aggiunto che “a volte tendiamo, senza volerlo, a fissarci su ciò che ci preoccupa e ci fa soffrire [...] e dimentichiamo che persino in quelle situazioni c’è qualcosa di positivo, non siamo mai completamente al buio”.

Alla fine, Teresa e sua figlia Carmen, di Vigo, gli hanno donato dei fiori di balsamina, una pianta che in spagnolo è chiamata anche “allegria”. Mons. Ocáriz ha osservato che bisogna sforzarsi di sorridere e di stare sereni. Ha definito lo humor come “la capacità di trovare il lato buono delle cose e di scoprirvi ciò che può aiutarci a sorridere di noi stessi”.

La consegna della cappa della tuna.

Con l’arcivescovo nella Cattedrale di Santiago

Alle 17 il prelato ha concelebrato la santa Messa con l’arcivescovo di Santiago e ottanta sacerdoti nella cattedrale. Il tempio appariva risplendente dopo il recente restauro. I canti sono stati interpretati dal coro Montecastelo-Acacias di Vigo, che gode di fama internazionale.

Mons. Ocáriz e Mons. Barrio, arcivescovo di Santiago, si scambiano il segno della pace.

Nell’omelia, il prelato dell’Opus Dei ha esortato i presenti ad avere una mentalità universale per poter avvicinare molte anime a Dio: “Si può essere pellegrini in molti modi. Tuttavia, il Cammino di Santiago è di solito più lieto e gradevole se fatto in compagnia. Qualcosa del genere succede nella vita cristiana, perché la Chiesa, Corpo di Cristo, è insieme Popolo e famiglia di Dio. È bene ricordare sempre che possiamo percorrere il cammino della vita con tutti coloro che amiamo, con tutta la Chiesa, con tutti gli uomini, con spirito grande, universale. San Josemaría, prima di iniziare il suo primo pellegrinaggio sulla tomba dell’Apostolo, nel 1938, scrisse a uno dei giovani che lo seguivano: «Tra qualche giorno andrò a León, passando da Santiago, per lucrare l’indulgenza del Giubileo. Mi ricorderò di pregare l’Apostolo per te. Cerca anche tu di pregare per me: chiedigli che io sappia fare tutto quello che Lui vuole, a qualunque prezzo».

Ha avuto un ricordo anche per san Giovanni Paolo II: “Chiediamo al Signore apostoli disposti a raggiungere i confini del mondo, ma anche i «villaggi e i luoghi» più vicini, qui in Galizia e in tutta la nostra Europa, che san Giovanni Paolo II invitò a far ritorno a Dio, proprio da qui, accanto alla tomba di san Giacomo”.

Il prelato dell’ Opus Dei pronuncia l’omelia nella cattedrale di Santiago di Compostela.

Al termine dell’omelia ha invocato “l’Apostolo san Giacomo perché ci aiuti a camminare stretti a Maria, affinché la nostra fede, la nostra speranza e la nostra carità siano sempre più salde e gioiose”.

Prima dell’omelia, una fedele della prelatura ha letto in galiziano la supplica che è tradizione rivolgere all’Apostolo negli Anni Santi. Ha spiegato che san Josemaría si recò più volte presso il santuario e che ora le sue figlie e i suoi figli sono grati di poter godere i frutti di quei pellegrinaggi. “Dopo settantaquattro anni, la chiamata alla santità nella vita quotidiana si è diffusa in tutta la Galizia. Noi, che siamo la seconda e la terza generazione, vogliamo perseverare in questa entusiasmante avventura. Attendiamo il primo centenario della fondazione fra sei anni e ringraziamo Dio per ciò che è stato seminato da noi, qui in Galizia, che ci ha permesso di raccogliere frutti di santità a beneficio della Chiesa e del mondo. Migliaia di fedeli della prelatura, cooperatori e amici sono entrati in questa cattedrale per onorare Dio e chiedere l’intercessione di san Giacomo. Rinnoviamo la gratitudine e la preghiera nella Messa di oggi, assieme a sua eccellenza l’arcivescovo e al prelato dell’Opus Dei”.

Lettura della supplica che è tradizione rivolgere all’Apostolo negli Anni Santi.

Dopo la benedizione finale, mons. Barrio, ha ringraziato il prelato e tutti gli astanti per la loro presenza in cattedrale: “In modo particolare voglio ringraziare mons. Fernando Ocáriz, prelato dell’Opera, di essere stato con noi questa sera, in compagnia di tanti fedeli della prelatura. È stata per me una grande soddisfazione potervi incontrare e sentire il vostro affetto. Pregherò per voi e per le vostre intenzioni o preoccupazioni. In modo speciale, prego per i fedeli dell’Opera che il Signore ha chiamato alla sua presenza. In particolare vogliamo ricordare José, fratello di mons. Ocáriz, che il Signore ha chiamato a sé questa notte. L’apostolo san Giacomo, per intercessione di Maria, nostra Madre, e di san Josemaría, lo accompagni al Portico della Gloria definitivo”.

La cerimonia si è conclusa con l’azionamento del botafumeiro, lo spettacolare enorme incensiere, che fa una grande impressione a chi lo vede in movimento per la prima volta.

Non perdere la speranza

Domenica mattina il prelato è stato accolto dalla musica della tuna, nell’ultimo incontro che si è svolto a Santiago con più di 700 partecipanti.

Dopo aver salutato i presenti, ha commentato il Vangelo della Messa affermando che "Dio ci ama moltissimo e desidera che collaboriamo con Lui, che siamo strumenti nelle sue mani ".

Mar, che abita a El Ferrol, ha fatto il primo intervento. Ha spiegato che è madre di 12 figli e scrittrice, oltre che instagrammer e blogger; ha fatto dono a mons. Ocáriz del suo ultimo libro e gli ha raccontato del caffè con le amiche che ormai, grazie alle reti social, si svolge con persone di una cinquantina di città. Ha detto poi che festeggiava le nozze d’argento. Mons. Ocáriz le ha fatto gli auguri per l’anniversario e per i suoi figli.

Celia, che lavora come psichiatra a Santiago, ha chiesto consiglio per riuscire a trattare con affetto persone a lei vicine ma lontane dal suo modo di pensare. Il prelato le ha ricordato che i cristiani possono trovare la forza di cui hanno bisogno nell’Eucaristia.

Jessi è ugandese e lavora nella scuola Las Acacias di Vigo. Ha narrato a mons. Ocáriz la sua conversione al cattolicesimo grazie all’affetto e al buon esempio di un’amica. Ha domandato come aiutare i propri amici a liberarsi dei pregiudizi nei riguardi della fede. Il prelato ha di nuovo ricordato che la vera amicizia ci avvicina a tutti e così viene meno la diffidenza, perché si racconta la propria vita, non come chi vuole dare lezioni agli altri ma in un clima di affetto e di amicizia.

Rebecca, medico di Vigo e membro del Consiglio direttivo di un club giovanile, madre di cinque figli, ha chiesto consiglio su come migliorare la formazione dei giovani, consapevole della responsabilità che comporta questo impegno e preoccupata per la scarsità di tempo dovuta ai loro impegni professionali e familiari. Il prelato l’ha incoraggiata a lavorare con ordine e ha aggiunto che la speranza non può venir meno: “Quello che si è seminato resta nell’anima... e poi torna a galla”.

Prendendo spunto dall’ultima domanda fatta da Rosa, scrittrice e insegnante di Vigo e madre affidataria di due ucraini, il prelato ha invitato tutti a pregare per la pace in Ucraina e per altre guerre che non hanno risonanza nell’opinione pubblica.


Primo giorno del viaggio del prelato in Galizia, Castiglia e Leon, Asturie

Il primo luglio il prelato dell’Opus Dei, mons. Fernando Ocáriz, ha partecipato ad alcuni incontri nel Collegio Universitario La Estila, iniziativa dell’Opus Dei a Santiago di Compostela. Ha salutato i dirigenti e i genitori di alcune scuole e i responsabili e le famiglie delle EFAs (Scuole Familiari Agrarie) della Galizia, As Neves, Fonteboa e Piñeiral, ringraziandoli vivamente per il loro lavoro e il racconto che gliene hanno fatto.

Il prelato ha ricevuto diversi dirigenti di centri educativi.

Sul palco si poteva ammirare un grande pannello con vedute di Santiago, come le facciate della cattedrale e dell’Ospedale dei Re Cattolici, e le adiacenze del Collegio La Estila, oltre al profilo dell’apostolo Giacomo. Nonostante il gran numero di partecipanti l’incontro generale ha avuto il sapore di una riunione familiare. Adrianey ha svolto il ruolo di presentatore. Mons. Ocáriz, meditando sulla liturgia del giorno, ha invitato i presenti a considerare la necessità, ”la fame di Dio” che provano tante persone.

Ad Arturo, giornalista pensionato ma molto attivo, che gli ha raccontato di varie iniziative nel settore della comunicazione, il prelato ha detto che lo spirito si mantiene giovane quando si hanno dei progetti e soprattutto se si cerca la presenza di Dio in ogni momento.

Giancarlo racconta la sua storia a mons. Ocáriz.

Giancarlo, studente di medicina venezuelano che frequenta il Collegio, ha raccontato la sua storia al prelato: emigrato in Spagna con i genitori a causa delle difficoltà che vivevano nel loro paese d’origine, decise di iscriversi all’Università di Santiago, dove tutta la famiglia si era trasferita. Prese contatto con La Estila e il clima umano che vi trovò lo aiutò ad avere un buon rendimento nello studio. Iniziò a partecipare alle attività che gli proponeva il Collegio e, dopo un certo tempo, chiese l’ammissione come soprannumerario dell’Opus Dei.

José Luis, un papà che coordina le attività di un club giovanile, gli ha chiesto un consiglio su come coinvolgere maggiormente altri genitori. Mons. Ocáriz gli ha ricordato l’importanza di instaurare un’amicizia profonda con tutti, quali che siano le loro idee e le loro tendenze. L’amicizia – ha detto – sistema tutto.

Adrianey presenta Ovidio, un allevatore galiziano.

A un certo punto dell’incontro, Adrianey ha presentato Ovidio, di Monterroso, che si dedica all’allevamento di pecore e capre. Qualche giorno prima aveva ricevuto due premi per i migliori esemplari di razza galiziana. Ovidio ne ha fatto dono al Padre tra gli applausi di tutti.

Prima che terminasse l’incontro, mons. Ocáriz ha esortato i presenti a pregare molto per il Papa e a seguire i suoi insegnamenti, perché ha un lavoro molto duro da svolgere e non gli mancano le incomprensioni.