Nel libro vengono menzionate diverse persone, nei più svariati contesti professionali, sociali, politici, ecc., alle quali viene associato il nome dell’Opus Dei (“membro dell’Opus Dei”, “vicino all’Opus Dei”, ecc.). Questa “associazione” non ha alcuna ragione di essere: è infatti noto che in virtù del carattere esclusivamente spirituale della sua missione, la Prelatura dell’Opus Dei non interviene nelle questioni temporali che i suoi fedeli devono affrontare. Ciascuno agisce con completa libertà e responsabilità personale. Gli Statuti affermano che, per quanto riguarda l'attività professionale e le dottrine sociali, politiche, ecc., ogni fedele della Prelatura, nei limiti della dottrina cattolica sulla fede e sui costumi, gode della stessa piena libertà degli altri cittadini cattolici. Su tali questioni le autorità della prelatura devono astenersi nel modo più assoluto anche solo dal dare consigli (cfr. Statuta, n. 88 § 3).
Quindi le attività dei membri dell’Opus Dei si svolgono a prescindere dal fatto che siano membri dell’Opus Dei. E’ fuorviante associare il nome dell’Opus Dei a una persona, come ad insinuare che l’Opus Dei intervenga nelle sue scelte professionali, politiche, ecc.
Ma la cosa, per così dire, più curiosa sta nel fatto che quasi tutte le persone citate nel libro come dell’Opus Dei (Fazio, Wiederkehr, Rutelli, D’Alema, Mc Caffery, Teresa Jowell, Dell’Utri, ecc., ) di fatto non lo sono. Siamo quindi di fronte a un caso di disinformazione, non si sa se cosciente o meno, che squalifica la serietà del libro.
Carlo Giovagnoli