Intervista a don Angel Lasheras Presas, rettore del Santuario di Torreciudad

In questa intervista don Angel Lasheras Presas, rettore del santuario di Nostra Signora di Torreciudad, racconta la storia di questa chiesa sorta tra il 1970 e il 1975 per impulso di san Josemaría, fondatore dell'Opus Dei.

Don Angel, quando nasce il santuario di Torreciudad?

la Madonna è "torre della città", colei che veglia su tutti noi.

«Abbiamo notizia che l'antico santuario con l'immagine di Nostra Signora di Torreciudad è da più di 900 anni meta di pellegrinaggio degli abitanti dei dintorni, che le hanno affidato lungo i secoli gioie e dolori, ne hanno chiesto la protezione e l'hanno ringraziata dei favori materiali e spirituali ricevuti. Il nome viene dalla torre di avvistamento di epoca araba costruita sopra l'antica cappella: la Madonna è "torre della città", colei che veglia su tutti noi».

Che storia ha l'effigie della Madonna che vi è venerata?

«Si tratta di una scultura romanica di grande bellezza e che ispira pace e serenità. Il Bambino è seduto sulle ginocchia della Madre come su un trono. Non conosciamo le sue origini, che comunque hanno radice nella fede semplice e profonda dei nostri avi».

La statua di Nostra Signora di Torreciudad collocata all'ingresso del santuario.

Il santuario di Torreciudad si trova in un luogo particolarmente suggestivo. Fa parte di qualche "cammino mariano"?

«Rientra nei cinque santuari dedicati alla Madonna che compongono la "Ruta Mariana": El Pilar, Torreciudad, Lourdes, Meritxell (Andorra) e Montserrat. Il percorso unisce cultura e devozione, arte e spiritualità, natura e raccoglimento. In ogni luogo al pellegrino viene offerto un modo diverso di avvicinarsi alla Madonna, in luoghi artistici e di fede unici».

A chi si deve la costruzione del nuovo santuario?

le famiglie giungono nel nostro santuario per chiedere grazie per i figli malati o in difficoltà.

«A san Josemaría Escrivá, fondatore dell'Opus Dei, che nacque a Barbastro il 9 gennaio 1902. All'età di due anni gli fu diagnosticata una meningite, allora malattia mortale. I suoi genitori lo affidarono alla Madonna di Torreciudad e guarì miracolosamente dalla sera alla mattina. Poi lo portarono qui per ringraziare la Madonna. Molti anni dopo il suo affetto filiale lo ispirò a promuovere la costruzione di un santuario nuovo e molto più capiente, che fu commissionato all'architetto Eliodoro Dols. Da allora, centinaia di migliaia di fedeli ogni anno vengono a trovare la Madonna. Nel giugno 1967 il santo aragonese scriveva: "Spero che il Signore doni molte grazie spirituali a quanti si rivolgono alla sua Beata Madre davanti a quella piccola immagine, tanto venerata nei secoli. Per questo è importante che ci siano molti confessionali, perché le persone si purifichino nel santo sacramento della penitenza e, così rinnovate, si confermino e progrediscano nella vita cristiana, imparino a santificare e ad amare il lavoro, portando nelle loro case la pace e la gioia di Cristo"».

Qual è il "carisma" di questo santuario?

«È dall'XI secolo che le famiglie giungono nel nostro santuario per chiedere grazie per i figli malati o in difficoltà. Molte sono avvenute e avvengono per intercessione della Vergine di Torreciudad, che sempre più è conosciuto come santuario della famiglia; un luogo privilegiato di pellegrinaggio delle famiglie che chiedono alla Vergine il dono della pace familiare, e del ritornare a Gesù con la preghiera, la penitenza e l'Eucaristia. E qui possono riscoprire che il lavoro e la vita di famiglia, come accadeva nella Famiglia di Nazaret, sono il luogo principale del nostro incontro con Cristo. Quest'anno, sabato 17 settembre, celebreremo la trentesima Giornata mariana della famiglia, il centro della quale è sempre una Messa con moltissime famiglie nella spianata del santuario. In occasione dell'anno dedicato alla famiglia da papa Francesco abbiamo voluto regalare al Santo Padre un collage di foto di famiglie che in questo periodo sono venute in santuario per pregare insieme la "Madre della famiglia", con la preghiera scritta dal Papa per questa occasione».

Cosa si conserva di quell'atto di devozione originario di affidamento alla Madonna da parte delle famiglie?

«Per tradizione, i genitori facevano baciare ai bambini il medaglione, che si conserva ancora in santuario, che la Vergine portava al collo, in segno di affidamento speciale. Oggi manteniamo viva quest'antica devozione, dando la possibilità alle famiglie che si recano al santuario di affidare i propri figli alla Vergine, attraverso una breve cerimonia alla presenza del sacerdote. Si tratta di un atto semplice - che richiama la presentazione da parte di Maria e Giuseppe del Bambino Gesù nel tempio di Gerusalemme - con il quale i genitori mettono sotto la protezione della Vergine il figlio o la figlia con la recita congiunta di una preghiera rivolta alla Madonna di Torreciudad».

Appena si entra in chiesa si nota il grande "retablo" che si trova dietro l'altare centrale del santuario.

Quale rapporto si instaura tra i fedeli che vengono da ogni parte del mondo e il santuario?

tra i fedeli e il santuario si crea un affetto e un legame che durano nel tempo, frutto dell'amore di Maria: Lei facilita sempre il nostro incontro con Gesù.

«Un rapporto speciale, si crea un affetto e un legame che durano nel tempo, frutto dell'amore di Maria: Lei facilita sempre il nostro incontro con Gesù. Negli anni si è formata spontaneamente una consuetudine: molti pellegrini arrivano dai cinque continenti al santuario di Torreciudad portando con sé un'immagine della Madonna venerata nella loro zona d'origine. Negli anni, quindi, si è formata una vera e propria "galleria" con più di cinquecento immagini di Maria col Bambino provenienti dai Paesi più diversi. In questi mesi abbiamo esposto ai fedeli un'immagine proveniente dall' Ucraina, per pregare per la pace».

Appena entrati in chiesa, si rimane particolarmente colpiti dall'immenso "retablo" che si trova dietro l'altare centrale del santuario...

«È un vero gioiello dell'arte sacra contemporanea. Scolpito in alabastro, dallo scultore catalano Joan Mayné. Rappresenta alcune scene della vita della Vergine. In alto al centro si trova il tabernacolo, secondo la tradizione dei "retablos" aragonesi, e in basso l'antica statua della Vergine».

Che cosa significa per un pellegrino venire oggi a Torreciudad?

«Significa immergersi in un'esperienza mariana particolare. Nel 2020 è stato inaugurato un grande spazio multimediale con lo scopo di facilitare al visitatore - credente o no - la comprensione del cristianesimo. Lo abbiamo chiamato "Vivere l'esperienza della fede": 5 momenti di riflessione con l'ausilio di tecnologie digitali per conoscere Gesù ed entrare in rapporto con Dio e sentire "in tridimensionalità" la maternità di Maria e la sua costante presenza».

Intervista di Claudio Marcellino pubblicata sul settimanale "Maria con te" il 15 agosto 2022.

Don Angel Lasheras Presas, rettore del santuario di Nostra Signora di Torreciudad.