Sarà operativo fra due anni il nuovo Campus Bio-Medico di Roma, nato con il sostegno dell’Opus Dei, di cui è stata posta ieri la prima pietra a Trigoria. Il polo di ricerca, assistenza sanitaria e didattica – già funzionante ma in dimensioni ridotte e ospitato finora nell’American Hospital sulla Prenestina – sorgerà alle porte della Capitale intorno al già esistente centro anziani donato da Alberto Sordi.
Prevederà, oltre al polo universitario e a residenze per studenti, un policlinico per 400 posti letto, 18 sale operatorie e 70 ambulatori, comprendendo anche residenze per ospitare le famiglie dei malati. Parte dell’impianto, che nel totale ha comportato un investimento di 250 milioni di euro tra fondi pubblici, privati e edonazioni, aprirà i battenti per l’anno accademico 2006-2007 ospitando fino a un massimo di 2000 studenti. Finora l’università conta novecento iscritti.
«Abbiamo due facolta, Medicina e Ingegneria, 11 corsi e 26 scuole di specializzazione - ha detto il rettore Vincenzo Lorenzelli-. La nuova struttura avrà una capienza massima di 2 mila studenti, ma la nostra scelta è di non prevedere comunque mai corsi superiori a 100 studenti l'anno». Il rettore ha sottolineato la necessità di un rapporto personale tra docente e studente, elemento che sta alla base della scelta di un numero limitato nei corsi. Il progetto completo prevede inoltre un edificio che ospiterà il «polo della ricerca» con 4500 metri quadri di laboratori e 24 dipartimenti di ricerca - la sede didattica, che disporrà di 30 aule e laboratori per le esercitazioni: un pronto soccorso, residenze per studenti, residenza per pazienti ambulatoriali e famiglie dei ricoverati, biblioteca, centro convegni e campi sportivi. La superficie del campus è di 50 ettari (pari a 120 campi di calcio circa).
È già operante il «Centro per la salute dell’Anziano» voluto e donato da Alberto Sordi. È un centro polifunzionale dotato dì residenza, ambulatori medici e di riabilitazione, biblioteca, una palestra, laboratori per attività manuali «È un’università privata che ha tra le sue missioni quella qualificante di fare una medicina fortemente improntata sull’aspetto umano e sul rapporto medico-paziente - ha detto il ministro Girolamo Sirchia -. C’è bisogno di capire le debolezze psicologiche del paziente, le sue paure e quelle della famiglia. Queste persone devono essere sostenute in percorsi a volte molte dolorosi».
La Santa Sede era rappresentata dal cardinale Giovanni Battista Re, prefetto della Congregazione per i vescovi, mentre per l’Opus Dei c’era il prelato dell'Opus Dei, monsignor Javier Echevarría.