San Josemaría, Madre Speranza e l'Amore Misericordioso

Il 31 maggio è stata beatificata Madre Speranza, Fondatrice della famiglia religiosa dell’Amore Misericordioso. Il suo cammino si incontrò con quello di San Josemaría nella Madrid dei primi anni Trenta.

Il prossimo 31 maggio a Collevalenza, presso Todi (Perugia) è stata beatificata Madre Speranza, Fondatrice della famiglia religiosa dell’Amore Misericordioso.

Madre Speranza era nata in Spagna il 30 settembre del 1893, con il nome di Josefa Alhama Valera, e il suo cammino si incontrò con quello di san Josemaría nella Madrid dei primi anni Trenta.

Riferimenti significativi all’Amore Misericordioso si riscontrano nella vita spirituale di san Josemaría particolarmente tra il 1927 e il 1935, anni determinanti per la fondazione dell’Opus Dei, secondo quanto è documentato in un articolo di Federico Requena [san Josemaría Escrivá de Balaguer y la devoción al Amor Misericordioso (1927-1935). Studia et Documenta 3 (2009), 139-174].

La Dottrina dell’Amore Misericordioso e la sua diffusione in Spagna

L’articolo descrive in primo luogo le caratteristiche e la diffusione della devozione all’Amore Misericordioso. Questa devozione si inserisce in una corrente spirituale nata alla fine del XIX secolo da Santa Teresa di Lisieux, e diffusasi in diverse parti d’Europa nel secolo successivo.

In particolare il movimento devozionale noto come Opera dell’Amore Misericordioso, basato sulle opere di una religiosa francese, Maria Teresa Desandais (1876 - 1943), si diffuse in Spagna tra il 1922 e il 1941. La religiosa, oltre a scrivere numerose opere con lo pseudonimo di Sulamitis, pur essendo priva di nozioni di pittura, realizzò anche delle immagini dell’Amore Misericordioso: un Cristo vivo in croce, sereno, con gli occhi rivolti verso l’alto e la bocca semiaperta, che mostra il suo cuore in fiamme, in cui è scritta la parola Charitas; l’immagine ha sullo sfondo l’ostia consacrata; ai piedi della croce il vangelo, illuminato dai raggi che partono dal cuore di Cristo, in cui si leggono le parole del comandamento della carità (Gv 13, 34). Successivamente fu aggiunta una corona, simbolo della regalità di Cristo. La parte inferiore di questa raffigurazione riporta la scritta “L’Amore Misericordioso”. La Desandais dipinse diversi quadri nel corso della sua vita, mantenendo sempre questi elementi essenziali. Per la Desandais l’Amore Misericordioso era la vera devozione al Sacro Cuore richiesta dai tempi, e la realizzazione del desiderio di Gesù, espresso a Santa Teresa di Lisieux, di contare su una legione di “piccole anime” che contribuissero a stabilire il regno di Cristo.

Si tratta quindi non tanto di una devozione, e nemmeno di una spiritualità specifica, quanto di una dottrina secondo l’insegnamento della Chiesa, come affermato dalla stessa Desandais. Il carattere universale del messaggio dell’Amore Misericordioso si tradusse anche nel suo intento di arrivare a qualsiasi cristiano, indifferentemente dal suo stato o condizione. La meta della vita cristiana – la santità – è prospettata a tutti. Negli scritti della Desandais santa Teresina è modello per tutti i cristiani, nella sua offerta come vittima di amore. Il cammino proposto dall’Opera dell’Amore Misericordioso passava per le seguenti tappe: conoscere Cristo, amarlo, imitarlo, e offrirsi con Lui. Anche questa offerta non era nuova, e nel ‘900 tanti cristiani, sacerdoti, laici e religiosi, hanno fatto questa offerta, nella scia di Santa Margherita Maria Alacoque e di santa Teresa di Lisieux. Simili riferimenti appaiono anche nel magistero di Pio XI.

Negli scritti della Desandais, e sempre a partire dagli insegnamenti di santa Teresa di Lisieux, l’identificazione con Cristo come vittima di amore è inserita nella filiazione divina e nell’infanzia spirituale propria dei figli di Dio. Un’altra caratteristica che doveva avere questa offerta era il suo nascondimento: chi si offre deve rifuggire dallo spettacolare e dallo straordinario. Va infine notato che l’orizzonte verso cui si orientava questa spiritualità era il conseguimento del regno di Cristo (l’istituzione della festa di Cristo Re è del 1925), inteso però soprattutto come regno interiore nei cuori degli uomini.

Gli scritti della Desandais furono diffusi in Spagna a partire dal 1922 dal domenicano Juan Gonzalez Arintero (1860-1928), che li pubblicò nella sua rivista La Vida Sobrenatural. La diffusione ebbe un'accelerazione particolarmente dal 1926, per tre ragioni: la benedizione accordata da Pio XI nell’aprile di quell’anno agli scritti e ai suoi promotori, la collaborazione con il gesuita san José Maria Rubio, e l’arrivo a Madrid di due quadri dipinti dalla Desandais, uno per Juana Lacasa, madre di famiglia e una delle principali promotrici della devozione, e l’altro per la Basilica di Atocha.

Nel frattempo Madre Speranza, che aveva collaborato con Padre Arintero, proseguì nel suo impegno senza rapporti con l’Opera dell’Amore Misericordioso, fondando le Ancelle dell’Amore Misericordioso, cui sarebbero poi seguiti i Figli dell’Amore Misericordioso. Nel 1931 Madre Speranza commissionò allo scultore Cullot Valera, suo parente, una statua dell’Amore Misericordioso – quella che ora si trova nella Cappella del Crocifisso a Collevalenza -, che fu consegnata ed esposta alla venerazione dei fedeli nel giugno del 1931 in una cappella di Calle Leganitos. Successivamente il Collegio delle Ancelle dell’Amore Misericordioso si trasferì da lì in via Ferraz.

San Josemaría e l’Amore Misericordioso

Quando San Josemaría arrivò a Madrid, nell’aprile del ’27, gli scritti e le immagini dell’Amore Misericordioso erano ben conosciuti in molti ambienti, tra cui alcuni collegabili anche a san Josemaría, come il Patronato degli Infermi, il Patronato Reale di Santa Isabel, la Basilica di Atocha. San Josemaría divenne cappellano nel Patronato degli Infermi nel novembre del 1927; lì si trovò a collaborare con Norberto Rodriguez, un sacerdote che si dirigeva spiritualmente con san José Maria Rubio, ed era un entusiasta della devozione all’Amore Misericordioso e della via dell’infanzia spirituale di santa Teresa di Lisieux. Questo certamente contribuì a far crescere in san Josemaría l’apprezzamento per l’Amore Misericordioso e per santa Teresa del Bambin Gesù, tanto che alcuni mesi dopo si offrì come vittima all’Amore Misericordioso: “Il giorno 11 agosto, del 1929, secondo una nota che presi quel giorno in una immagine che tengo nel breviario, mentre davo la benedizione con il Santissimo Sacramento nella Chiesa del Patronato degli Infermi, senza averlo prima pensato, chiesi a Gesù un’infermità grave, dura, per espiazione […] e credo che il Signore me lo concesse” (J. Escrivá de Balaguer, Apuntes íntimos, n. 32, 29-XI-1931).

San Josemaría infatti aveva ben chiaro che per cominciare l’Opera di Dio era necessario fondarla sull’espiazione. In questo periodo cominciarono anche le visite di san Josemaría alle immagini dell’Amore Misericordioso, tanto nella Basilica di Atocha, che a quella di Juana Lacasa.

Nel settembre 1931 san Josemaría divenne cappellano del Patronato Reale di santa Isabel, celebrandovi per la prima volta la Messa il giorno 21. Pochi giorni dopo, il 26, annota di aver incontrato madre Speranza. Nei mesi successivi ci furono altri incontri, o semplicemente visite per pregare davanti all’immagine dell’Amore Misericordioso nel Collegio delle Ancelle dell’Amore Misericordioso, dove andava in genere accompagnato da Norberto Rodríguez, ma anche da Isidoro Zorzano.

Nell’ottobre del 1931 san Josemaría incontrò un’altra immagine che doveva avere una profonda influenza sulla sua vita spirituale: quella di un Bambino Gesù che apparteneva alle suore Agostiniane Recollette di Santa Isabel. A questo periodo risalgono infatti intense esperienze di orazione d’infanzia e di filiazione divina. Nello stesso tempo chiarisce che, se ha devozione a tutte le immagini di Gesù e della Madonna, tuttavia nell’Opera non ci saranno devozioni o immagini particolari. Anche per quanto riguarda l’Amore Misericordioso è importante sottolineare la distinzione che san Josemaría fa tra la dottrina – che è della Chiesa universale – e le immagini. Questa caratteristica dello spirito dell’Opus Dei – la libertà dei suoi membri rispetto alle devozioni particolari – porterà col tempo san Josemaría a trasferire esclusivamente nella sua sfera personale la devozione all’Amore Misericordioso, mentre fino al 1935 riferimenti all’Amore Misericordioso comparivano nei suoi scritti, aveva distribuito immaginette dell’Amore Misericordioso ai ragazzi che partecipavano alle sue iniziative apostoliche, e aveva anche chiesto ad un amico sacerdote di predicare un triduo all’Amore Misericordioso.

Secondo la testimonianza di don Alvaro del Portillo, san Josemaría continuerà però sempre, durante la Messa, a recitare la preghiera dell’offerta all’Amore Misericordioso: “Padre Santo, attraverso il Cuore Immacolato di Maria, vi offro Gesù, il Vostro Figlio tanto amato, e offro me stesso in Lui, per Lui e con Lui, a tutte le sue intenzioni e in nome di tutte le creature” (Alvaro del Portillo, Intervista sul Fondatore dell’Opus Dei. Ed. ARES, p. 131).

In conclusione, si può ritenere che gli scritti dell’Amore Misericordioso furono per san Josemaría un fruttuoso punto di incontro con le tradizioni di san Francesco di Sales e di santa Teresa di Lisieux, tradizioni che egli accolse e reinterpretò a partire dalle sue personali esperienze soprannaturali, come furono la filiazione divina e l’infanzia spirituale, in un contesto di spiritualità di espiazione; di queste però unì allo spirito dell’Opus Dei solo la filiazione divina.