Gentilissimo direttore,
Le scrivo in merito all'articolo "Il sindaco dedica una via al fondatore dell'Opus Dei. Le proteste dal fronte laico" di Sondra Coggio, pubblicato sul vostro giornale il 19/09/2019.
Nell'articolo viene fatta una lunga lista di luoghi in cui è stata intitolata una piazza o una via al santo fondatore dell'Opus Dei. In Italia ormai sono più di 90, segno di una devozione abbastanza diffusa e universale da Nord a Sud.
Vengono però sollevate alcune ipotetiche obiezioni di un non ben definito e anonimo mondo laico, forse proiezione delle perplessità dell'autrice dell'articolo, alla titolazione della piazza a san Josemaría a La Spezia.
La collega sottolinea come qualcuno, non identificato, trovi inopportuno la titolazione della piazza così vicino a un luogo in cui in tempi recenti si sarebbero consumati dei gravi scandali. Ma è proprio lì dove c'è più bisogno che l'affidarsi a un santo può restituire la speranza o quanto meno indicare a chi ha sbagliato un modello positivo da seguire e a chi non ha sbagliato indicare il modello proposto dalla Chiesa per raggiungere la felicità.
La collega è anche preoccupata per la possibile reazione delle femministe. A loro vorremo dire che il primo laico beatificato dell'Opus Dei è proprio una donna, Guadalupe Ortíz de Landázuri, chimica, professoressa, ricercatrice, laureata con tanto di dottorato, che ha vissuto in tre continenti e che soprattutto era amica di san Josemaría stesso.
Guadalupe, laureata in Spagna in tempi in cui le donne erano meno del 10% negli atenei e ancor meno nelle facoltà scientifiche, era impegnata in prima linea nella promozione della donna in luoghi a quei tempi realmente disagiati come la campagna rurale del Messico. Chiese l'ammissione all'Opus Dei nel 1944. Potremmo definirla quasi una “proto-femminista”.
Un'altra delle prime donne dell'Opus Dei, Encarnita Ortega, ricorda così quello che san Josemaría aveva in mente nel 1942 per le donne dell'Opus Dei: "Stese sul tavolo un prospetto che illustrava le diverse attività che le donne dell'Opus Dei avrebbero fatto nel mondo [...]: fattorie per contadine, diverse case di formazione professionale per la donna, residenze per universitarie, attività nel campo della moda, case di assistenza alla maternità in diverse città del mondo, biblioteche circolanti che avrebbero fatto giungere libri buoni e formativi fin nei paesi più remoti, librerie...". (Vázquez de Prada, Il Fondatore dell'Opus Dei, Volume 2, pag. 568).
In un'intervista pubblicata alla fine degli anni '60 san Josemaría parla, tra le altre cose, del ruolo della donna nella vita pubblica e politica, affermando che "la presenza della donna nel complesso della vita sociale è un fenomeno logico e completamente positivo. Una società moderna, democratica, deve riconoscere alla donna il diritto di prendere parte attiva alla vita politica, e deve creare le condizioni atte a favorire l'esercizio di questo diritto da parte di tutte coloro che desiderino farlo". (Colloqui con mons.Escrivá, punto numero 90).
Il punto di Cammino citato, ma riportato nell’articolo con traduzione errata, non tiene conto che, all’epoca della stesura di questo libro (1939), in Spagna le donne laureate erano un’eccezione, anche se già da allora l’autore incoraggiava molte giovani che conosceva a dedicarsi agli studi universitari, qualora vi si sentissero portate. Tanto che oggi moltissime donne dell'Opus Dei, in Italia quasi la totalità, hanno un lavoro professionale che va dall'insegnante alla senatrice della Repubblica, passando per manager, imprenditrici, avvocati, formatrici, commesse, infermiere, medici, etc (come può vedere anche nella sezione “Testimonianze” del sito www.opusdei.org).
Le segnalo che per comodità di consultazione, sul sito dell'Opus Dei, teniamo traccia di tutte le volte che in Italia viene dedicata una piazza, una strada o una statua alla memoria del nostro fondatore: https://opusdei.org/it-it/tag/iconografia-san-jose...
Grazie mille per l'attenzione,
'Raffaele Buscemi, direttore dell'Ufficio Comunicazione dell'Opus Dei in Italia