Carolina vive con suo marito Roberto e con il figlio Michele William in Scozia, dove è la rappresentante per la Camera di Commercio Italiana in Scozia e Irlanda del Nord. “Quello che faccio qui è promuovere e seguire tutti i business italiani, di ogni sorta e in ogni settore, presenti sul territorio. Collaboriamo con diverse istituzioni italiane locali - racconta Carolina - e agevoliamo non solo quelle che sono le imprese già presenti sul territorio, ma anche l’apertura delle attività che dall’Italia sono interessate a studiare, affrontare ed esplorare questo mercato”.
Dal 2011 al 2017 ha vissuto a Genova, dove ha frequentato la triennale e la magistrale in scienze politiche, laureandosi con curriculum di studi internazionale e diplomatico prima e relazioni internazionali e studi europei dopo. Carolina durante tutto il suo percorso universitario ha vissuto a Capodifaro, una delle residenze universitarie nate su iniziativa di persone dell’Opus Dei. “Se ci ripenso adesso, a distanza di qualche anno, riesco a inquadrare chiaramente quello che è stato il mio percorso e come la residenza mi abbia accolta ragazzina, un po’ intimorita dalla vita e assolutamente insicura su quello che sarebbe stato il mio futuro; e mi abbia trasformata in una giovane donna in grado di stare nel mondo con consapevolezza”. E prosegue: “La residenza mi ha permesso di sviluppare le mie potenzialità andando al contempo ad arricchirmi di significati nuovi. Per questo è da riconoscere il valore e l'unicità della formazione ricevuta, che sento essere proprio intrecciata a doppio filo sul piano professionale e sul piano personale e umano”.
“Questionari di autovalutazione, moduli di studio Jump di cui avevo anche ottenuto il diploma, incontri con esperti e professionisti provenienti veramente da diversi ambiti e settori, esperienze di volontariato e anche conferenze di riflesso internazionale hanno fatto sì che io avessi modo di sviluppare delle competenze tecniche e fossi portata a scoprire quello che potevo essere brava a fare a livello professionale. Ma questo non è tutto quello che le residenze possono portarti a sviluppare e a riconoscere: esperienze come in primis il dialogo e il confronto continuo di crescita con tutte le persone dell'Opera mi hanno veramente aiutata, ed è quindi motivo, oltre che di affetto, di gratitudine”.
Durante gli anni dell’università hanno contribuito alla sua crescita anche esperienze come il circolo di san Raffaele e l'amicizia profonda con le altre residenti di Capodifaro. “La bellezza è che tutti questi aspetti vengono sviluppati, riconosciuti e coltivati singolarmente ma agiscono poi fondendosi, certi giorni più di altri, e restituendo compiutezza e completezza all'individuo. Quando questa formazione viene integrata armonicamente nella propria vita relazionale, dà un risultato che riempie di contentezza, e io me ne accorgo a livello quotidiano, anche nelle piccole cose”. Da due anni è sposata con Roberto, che spesso a causa del lavoro si trova a distanza di parecchie migliaia di chilometri. “Le mie giornate non sono sempre lineari e semplici, a volte mi trovo a essere da sola con mio figlio Michele William, di un anno, e dover gestire tutto. Quello che mi permette di arrivare serenamente alla fine di ogni giornata è la consapevolezza del mio piano di vita, per affrontare ogni sfida quotidiana, piccola e grande, al meglio delle mie possibilità e con un approccio competente”.
Ciò le permette di rispondere a tutto ciò in maniera soddisfacente, con la consapevolezza di avere molte skills che fanno la differenza. Questa differenza viene percepita anche all'esterno: “I vari feedback che ho avuto a livello lavorativo rispecchiano sempre quelli che sono i valori insegnati e promossi dalla residenza; in particolare quello dell’etica, nei moduli Jump. Quando lavoro ho a che fare con dati sensibili e spesso mi trovo in situazioni più grandi di me, dovendomi confrontare con uffici ministeriali, personale diplomatico o realtà di multinazionali. Soprattutto all'inizio della mia crescita lavorativa era una bella sfida, ma mi è stata riconosciuta la maturità di poter affrontare tutto ciò in virtù della forte serietà e della forte etica sul lavoro che avevo. Il percorso Jump e in generale la formazione tecnica ricevuta ha fatto la differenza portandomi ad essere una professionista”.
“L'esperienza della residenza - conclude Carolina - mi ha dato gli strumenti e le risorse per poter affrontare con pienezza di spirito e competenze tecniche tutti gli aspetti della mia vita ordinaria e quotidiana, permettendomi di gestire serenamente un ruolo di lavoro nuovo, un bimbo piccolo e un marito distante in un contesto geografico che mi è nuovo”.