«La storia spesso si limita ai momenti istituzionali: un congresso generale, l'elezione di un prelato, un pontificato. Questo libro, invece, non descrive solo gli aspetti e le vicende storiche: ci fa scoprire volti, nomi e persone comuni le cui vite sono state toccate dall’Opus Dei».
Ieri, giovedì 27 novembre, è stato presentato nella cornice di Villa Fassini (Centro ELIS) “Opus Dei. Una storia”, il libro di José Luis González Gullón e John F. Coverdale che, narrando la storia dell’Opera, racconta «qual è l’identità dei suoi membri, con i loro successi e i loro limiti nel corso del tempo».

L’incontro, moderato da Monica Mondo, conduttrice di Tv2000, è stato aperto da don Giovanni Manfrini, Vicario Regionale dell’Opus Dei per l’Italia, il quale ha ricordato: «La storia dell’Opus Dei è la storia di tanti uomini e donne. Una storia di fatiche, difficoltà e scelte che si sono rivelate spesso inefficaci o dolorose. Ma proprio questi limiti e fallimenti ci possono dare speranza e coraggio per proseguire il compito di realizzare l'Opera voluta da Dio».
“Opus Dei. Una storia” è disponibile in formato cartaceo presso Edizioni Ares e Amazon. Clicca per acquistarlo: Edizioni Ares e Amazon.

“Opus Dei. Una storia” non racconta semplicemente cosa ha fatto e cosa continua a fare, bene o male che sia, l’Opera. «La storia spesso si limita ai momenti istituzionali: un congresso generale, l'elezione di un prelato, un pontificato. - spiega Marc Caroggio, esperto di comunicazione della Pontificia Università della Santa Croce - Questo libro, invece, non descrive solo gli aspetti e le vicende storiche: ci fa scoprire volti, nomi e persone comuni le cui vite sono state toccate dall’Opus Dei. Ed effettivamente per capire e conoscere meglio un'istituzione, quante più persone si mostrano meglio è. Quanto più si allarga la messa a fuoco, meglio la si comprende. Io, ad esempio, ho capito realmente quanto questo libro sia innovativo leggendo il capitolo sesto, nel quale sono riportate diverse interviste. Attraverso questi racconti ci viene mostrata una visione caleidoscopica dell’Opera: storie di persone, laici, donne e uomini, che lavorano o studiano».
Non si può scrivere o raccontare una storia solo con i dati. E José Luis González Gullón e John F. Coverdale lo hanno compreso perfettamente. Come ha sottolineato Cecilia Costa, sociologa dell’Università Roma Tre: «Questo libro, oltre ad essere fatto molto bene nell'aspetto storico, è molto efficiente anche dal punto di vista umanistico. In un racconto deve emergere la storia completa delle persone. E “Opus Dei. Una storia”, che non a caso a pagina 661 riporta la somma delle bibliografie è un arcipelago di identità».
«In questo racconto ognuno è protagonista, a cominciare da tutti i laici che si sono inseriti in modo trasversale, senza essere attenti alle classi, alle differenze, nel tessuto culturale. - continua Cecilia Costa - E non parliamo di cultura, ma di culture. Perché, come hanno mostrato di aver compreso i fedeli dell’Opus Dei, non c'è una modernità uguale per tutti. Questo vuol dire saper cogliere i segni dei tempi, ma senza essere sottomessi al tempo. E prima di tutti lo aveva già compreso il fondatore: La nostra epoca ha bisogno di restituire alla materia e alle situazioni che sembrano più comuni, il loro nobile senso originario, metterle al servizio del Regno di Dio, spiritualizzarle, facendone mezzo e occasione del nostro incontro continuo con Gesù Cristo” (San Josemaría Escrivá, Amare il mondo appassionatamente)».

L’incontro si è concluso con l’intervento di don Roberto Regoli, storico della Pontificia Università Gregoriana. «Questo libro, che può sembrare un mattone ma non lo è - scherza don Roberto - risponde e si mette in dialogo con delle critiche. Fa vedere una storia dell’Opus Dei. Una storia: a volte i libri hanno come sottotitolo “la storia”. Qui invece è “una storia”, perché sarebbero possibili tanti altri racconti. Storie di laici che hanno una responsabilità primaria, personale e autonoma».
Storie come quella di Rebecca, una giovane che, con la sua testimonianza ha raccontato come l’incontro con l’Opus Dei ha stravolto la sua vita: «Avevo 27 anni - racconta Rebecca - e stavo cercando il mio posto nel mondo. Sono sempre stata credente, ma ad un certo punto della mia vita non ho più sentito l’esigenza di praticare. Un giorno, però, una mia collega universitaria, con la quale stavo studiando per un esame, mi disse che aveva in programma di andare a Messa. Io pensai: “A Messa? Ma domani abbiamo l’esame, dobbiamo studiare”. Eppure accettai di andare con lei e in quell’occasione conobbi un sacerdote dell’Opera, don Carlo. Quell’incontro così inaspettato mi ha cambiato la vita».

“Opus Dei. Una storia” è disponibile in formato cartaceo presso Edizioni Ares e Amazon. Clicca per acquistarlo: Edizioni Ares e Amazon.
