«Per la Chiesa momento di gioia»

«Chiunque in lui trova luce e serenità. Sa di poter contare sull'impegno dei sacerdoti e dei laici». «Preghiamo anche perché tutti noi cattolici sappiamo guardare ai nuovi tempi con sguardo di fede». Articolo del Prelato dell’Opus Dei pubblicato su “Il Tempo” il 24 aprile 2005.

È un momento di grandissima gioia per tutta la Chiesa. I cattolici di tutto il mondo sono grati a Dio per il dono del nuovo papa. Benedetto XVI: tutti tornano a volgere al Successore di Pietro il loro sguardo filiale, e in lui trovano luce e serenità.

A nome mio, sicuro di esprimere i sentimenti degli uomini e delle donne che compongono la Prelatura dell'Opus Dei, assicuro a Benedetto XVI la piena adesione alla sua persona e ai suoi insegnamenti: una profonda comunione. Il nuovo Papa conosce molto bene la missione della Prelatura e sa di poter contare sull'impegno lieto dei sacerdoti e dei laici che ne fanno parte per servire la Chiesa, che era l'unica ambizione di San Josemaría Escrivá. Oltre all'adesione, desidero anche trasmettergli il mio profondo affetto filiale, che si unisce alla preghiera e all'affetto di tutti i fedeli dell'Opus Dei.

In questi giorni di attesa fiduciosa, molto si è parlato dell'alta responsabilità del Romano Pontefice, della necessità che la Chiesa ha del suo ministero, del peso del compito che ricade sulle sue spalle. Tutto ciò è vero, tuttavia già in queste ore stiamo verificando che il Papa, oltre all'aiuto di Dio, conta sulla preghiera e sull’affetto di tutti i cattolici e di moltissime altre persone di buona volontà.

Durante questi giorni tornano frequentemente alla mia memoria i due conclavi che ho vissuto a Roma, a fianco di San Josemaría, nel 1958 e nel 1963. Non riesco a dimenticare l'insistenza con cui egli ci chiedeva di pregare e di offrire tutto per il futuro Papa; la sua emozione al momento della fumata bianca, la fede con cui all'istante si inginocchiò e recitò la preghiera Oremus pro beatissimo Papa nostro, ancor prima di sapere, dalla voce del Cardinale Protodiacono, il nome dell'eletto. E nello stesso modo si comportò poi il suo successore, l'amatissimo Mons. Àlvaro del Portillo.

Le circostanze legate alla scomparsa di Giovanni Paolo Il e all'elezione di Benedetto XVI sono state occasione per una manifestazione imponente di fede da parte di milioni di persone e una impressionante manifestazione di unità: dapprima nella tristezza, per l'assenza dell'amatissimo Giovanni Paolo II, poi nella gioia, dopo il dono di un nuovo Papa. Che Giovanni Paolo Il protegga il suo successore in questo tempo di una nuova primavera!

Preghiamo anche perché tutti noi cattolici sappiamo guardare ai nuovi tempi con sguardo di fede, senza prestare attenzione a considerazioni estranee a una logica soprannaturale. Mi ricordo la prima udienza che Paolo VI concesse al nostro Fondatore, nel gennaio 1964; sul finire, entrò anche don Àlvaro e il Papa gli disse; ci conosciamo da tanti anni, e io “sono diventato vecchio”; don Àlvaro, immediatamente, rispose: "No, Santità, lei è diventato Pietro". Dall'inizio dell'anno, continuo a suggerire a chi mi sta accanto la giaculatoria Omnes cum Petro ad Iesum per Mariam: tutti con Pietro, a Gesù, per Maria.

Questa frase, che ho imparato da San Josemaría, si arricchisce in questi giorni di un significato particolare. Penso, inoltre, anche se è ovvio dirlo, alla meravigliosa continuità della Chiesa, che si è mostrata in grande evidenza con il giubilo del Popolo di Dio davanti all'elezione del nuovo Successore di Pietro.

Javier Echevarría // Il Tempo