Il cardinale Arthur Roche conferirà l’ordinazione sacerdotale a 20 diaconi della prelatura dell’Opus Dei. I candidati provengono da 11 Paesi e sono:
- Vincenzo Affinita (Italia)
- Stefano Baravelli (Italia)
- John Robert Bickford (Stati Uniti)
- Daniel Callejo Goena (Spagna)
- Ramón Díaz Perfecto (Ungheria)
- Arturo Escamilla Contreras (Australia)
- Santiago Fabregat Trueba (Messico)
- Ramón Fernández Aparicio (Spagna)
- Luis García-Menacho Ariz (Spagna)
- José María López-Barajas (Austria)
- Jose Miguel Marasigan (Filippine)
- Robert Alvin Marsland (Stati Uniti)
- Ezequiel Mercau (Irlanda)
- Álvaro Orejana Martín (Spagna)
- Pedro Perkins (Argentina)
- Santiago Populín Such (Argentina)
- Enrique Sañoso Vela (Spagna)
- Antonio Santos García (Spagna)
- Gonzalo Silió Pardo (Spagna)
- Cristóbal Vargas Balcells (Cile)
La cerimonia sarà trasmessa in diretta tramite il seguente link. È possibile scaricare il libretto per seguire la Santa Messa.
Alcune storie dei futuri sacerdoti
Dopo aver terminato le superiori in Messico, Arturo Escamilla ha attraversato l’oceano per vivere in Australia. Per oltre un decennio ha diretto il Warrane College, una residenza universitaria a Sydney, dove ha accompagnato centinaia di giovani. «Con la grazia di Dio – racconta emozionato – fra pochi giorni potrò rendere Cristo presente nella Messa e nel sacramento della Penitenza per le future generazioni di giovani».
Vincenzo Affinita è nato a Roma nel 1996. Mentre sta completando una tesi di dottorato su Dante Alighieri e la Divina Commedia, si prepara intensamente al sacerdozio. «A mano a mano che si avvicina l’ordinazione, cresce in me la gratitudine e cerco di mettere tutto nelle mani di Dio». Oltre alla filosofia, coltiva interessi molto diversi: le arti marziali, gli scacchi e la musica irlandese.
Anche Stefano Baravelli è italiano. Ha vissuto in diverse città della Penisola – Milano, Verona, Roma e Bari – e per anni ha lavorato nell’ambito commerciale. Guardando al passato, commenta: «Ho avuto la fortuna di conoscere molti sacerdoti esemplari che hanno saputo dedicare la loro vita al servizio di Dio e degli uomini. Ora che Dio mi chiede di essere uno strumento per avvicinare tante persone alla fede, desidero essere come loro».
Da Rosario (Argentina) a Dublino (Irlanda), Ezequiel Mercau ha vissuto un percorso particolare: docente universitario, esperto del conflitto delle Malvine, attualmente studia la storia del cattolicesimo nell’Irlanda del XX secolo. Nella sua vita ha visto che «molte persone si sentono lontane da Dio, ma anche che tante soffrono e portano ferite che solo Dio può guarire pienamente con la sua misericordia, il suo perdono e il suo amore di Padre».
Ingegnere e contrabbassista, Enrique Sañoso ha vissuto in città molto diverse come Barcellona, Roma, Madrid e la sua natale Campo de Criptana. «Durante la mia vita – dice – il Signore mi ha concesso la fortuna di respirare molti ambienti e sensibilità. Forse per questo vedo la necessità che i sacerdoti di oggi sappiano incarnare il cuore e i sentimenti di Cristo in ogni angolo della realtà contemporanea». E con un sorriso aggiunge: «Una bella sfida per cui chiedo preghiere».
Fisico di formazione, Robert Marsland ha conosciuto l’Opus Dei mentre studiava alla Princeton University (New Jersey), per poi conseguire il dottorato al MIT. Ricorda: «Aiutavo i miei colleghi a scoprire Dio attraverso lo studio rigoroso della creazione. Ora cercherò di continuare questa missione, ma in un ambito diverso: attraverso la Parola di Dio».
Giornalista di professione, José María López-Barajas ha vissuto per oltre trent’anni in Austria. Da lì ha promosso il lavoro apostolico dell’Opus Dei in vari Paesi dell’Europa dell’Est come Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Romania, Croazia e Slovenia. A 58 anni si prepara con gioia al sacerdozio: «Molti miei amici pensano alla pensione, e il Signore mi dà l’opportunità di iniziare una nuova avventura, servendo come sacerdote: è un onore e una responsabilità!».
John Robert Bickford, medico guatemalteco, si è specializzato in emergenze pediatriche a Houston, dove ha lavorato per vent’anni. Ha anche promosso un programma di leadership per adolescenti a New York. Nel 2021 la Provvidenza gli ha aperto un cammino inatteso: il sacerdozio. «Attraverso l’esempio dei bambini che curavo, san Josemaría mi ha insegnato a vivere come loro, come un figlio piccolo di Dio», spiega. «Come pediatra, ho avuto il privilegio di curare tanti bambini; ora, come sacerdote, mi entusiasma essere uno strumento per aiutare a guarire tante persone, giovani e adulti».
Santiago Populín Such, originario di Mendoza, ringrazia Dio per «la famiglia in cui sono nato, nella quale ho imparato ad amarlo e a impegnarmi per aiutare gli altri». Santiago ha studiato Enologia e ha iniziato la sua vita professionale tra vigneti e cantine, per poi decidere di dedicarsi all’educazione. Attualmente sta concludendo un dottorato in Teologia presso la Pontificia Università della Santa Croce, con una ricerca sul fidanzamento cristiano come cammino verso la maturità personale. «Come futuro sacerdote, tra le tante cose, mi entusiasma aiutare i giovani a prepararsi al matrimonio e alla vita familiare. Un lavoro fondamentale per il bene della società, che nasce dallo sviluppo armonico della persona e della famiglia», commenta con entusiasmo.