Festa di san Josemaría a Lugano: riscoprire "la grazia della quotidianità"

Venerdì 18 giugno alle 18:00 è stata celebrata la S. Messa in onore di san Josemaria nella basilica del Sacro Cuore a Lugano. Don Arturo Cattaneo ha concelebrato con altri sette sacerdoti. Vi trasmettiamo il testo della sua omelia.

Abbiamo appena ascoltato l’invito, rivolto a ciascuno di noi, a "prendere il largo", a vivere con coraggio e in pienezza ogni aspetto e attività della nostra giornata, lasciandoci “guidare dallo Spirito Santo”.

Questa, in fondo, è la chiamata alla santità, che con tanto impegno ha vissuto e ha diffuso san Josemaría.

Non per nulla san Giovanni Paolo II l’ha chiamato «il santo dell’ordinario».

Dio gli fece infatti scoprire il valore redentivo della «vita nascosta» di Gesù, di quegli anni trascorsi in famiglia e nella bottega di Giuseppe, di quella sua vita ordinaria, di lavoro e di fatiche quotidiane.

Questa Sua vita dà luce nuova alla nostra vita, ci permette di scoprirne il valore nel piano salvifico di Dio.

Ma affinché tale progetto si realizzi – ci ricordava san Josemaría –occorre lasciar operare Gesù in noi; solo così la nostra vita si trasformerà in opera di Dio, in Opus Dei.

Con vena poetica diceva anche che «la vocazione cristiana consiste nel trasformare in endecasillabi la prosa quotidiana. Il cielo e la terra, figli miei, sembra che si uniscano laggiù, sulla linea dell’orizzonte. E invece no, è nei vostri cuori che si fondono davvero, quando vivete santamente la vita ordinaria».

Ciò significa incontrare Dio nelle cose apparentemente piccole della nostra vita di ogni giorno. Quelle piccole cose, fatte con amore e per amore, acquistano grandezza. La santità diventa così veramente alla portata di tutti.

È un’idea che ha sottolineato Papa Francesco, commentando nella scorsa veglia pasquale l’apparizione dell’angelo alle pie donne che si erano recate al sepolcro. L’angelo disse loro: «Gesù vi precede in Galilea; là lo vedrete» (Mt 28,7). Ed ecco il commento del Papa:

«Per gli apostoli la Galilea è il luogo della vita quotidiana, dove lavoravano. Gesù ha piantato la sua presenza nel cuore del mondo e invita anche noi a riscoprire la grazia della quotidianità».

Ha proprio detto così il Papa: «la grazia della quotidianità».

Un’espressione che mi pare proprio colpire nel segno, poiché spesso si tende a confondere la quotidianità con la routine, con un ritmo di vita e di attività monotono e ripetitivo: il trantran quotidiano! Non la si apprezza affatto, la quotidianità.

Alcuni fuggono da essa con lo sballo o lo sbando nel weekend. Più che la vita ordinaria attrae tutto ciò che è eccitante, vistoso, straordinario.

Nell’esortazione ap. Gaudete et exultate Papa Francesco scriveva anche:

«Mi piace vedere la santità nel popolo di Dio nei genitori che crescono con tanto amore i loro figli, negli uomini e nelle donne che lavorano per portare il pane a casa, nei malati e negli anziani che sorridono... Questa è tante volte la santità “della porta accanto”, di quelli che vivono vicino a noi e sono un riflesso della presenza di Dio» (n. 7).

Non accontentiamoci perciò di un’esistenza mediocre, annacquata, inconsistente ..!

Che san Josemaría ci aiuti a scoprire quella «porta accanto» della santità nelle ordinarie incombenze della nostra vita quotidiana. Che ci aiuti a scoprire, come lui diceva, quel «qualcosa di santo, di divino, nascosto nelle situazioni più comuni».