Omelia del prelato a Torreciudad (20 agosto 2021)

Pubblichiamo l'omelia pronunciata da mons. Fernando Ocáriz nel santuario di Torreciudad il 20 agosto 2021. Pochi giorni prima, il 15 agosto, il prelato dell'Opus Dei aveva festeggiato 50 anni di ordinazione sacerdotale.

Nella prima lettura abbiamo ascoltato la profezia di Isaia, che annuncia la venuta del Redentore, al quale dà un nome molto particolare: l’Emannuele. Che significa “Dio con noi”. Veramente Dio è con noi, il Signore stesso - lo abbiamo qui nel Tabernacolo, nell’Eucarestia -, ed è con noi la Trinità, il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo nella nostra anima in grazia. Veramente Gesù ci ama così tanto che ha voluto che il suo stesso Nome significhi che sta con noi.

Nella seconda lettura, da san Paolo, abbiamo ascoltato che siamo figli di Dio. Non solo è con noi: lo è come Padre, come Padre che ci ama, come Padre che ci vuole identificati con il suo Figlio unigenito, con Gesù, con la forza dello Spirito Santo. E questo ci deve dare una grande speranza e una grande fiducia nel rapporto con il Signore, nella nostra orazione.

Con fiducia e, anche, con gratitudine. Perchè siamo persone che sanno ringraziare il Signore. Anche per motivi particolari, speciali, come nel caso dell’anniversario della ordinazione sacerdotale, per me e per molti altri sacerdoti. E, anche, per ciascuno di voialtri e voialtre ci saranno momenti speciali nei quali verrà spontaneo ringraziare il Signore. Però, questo rendere grazie a Dio dev’essere un fatto di sempre. San Josemaría, molti anni fa, la vigilia di un primo di gennaio, ci dava un suggerimento, un proposito, in latino:Ut in gratiarum semper actione maneamus!, che significa che dobbiamo stare sempre in un atteggiamento di rendimento di grazia. Dobbiamo sempre ringraziare, per saper riconoscere il bene che il Signore porta direttamente nella nostra anima e, anche, il bene che ci dà attraverso tantissime persone, in famiglia, nell’ambiente di lavoro, nelle amicizie. Dobbiamo saper riconoscere il bene per gradirlo. Restare sempre in atteggiamento di ringraziamento. A volte, però, non tutto è così buono: ci sono sofferenze, malattie, contrarietà, disgrazie. E anche così possiamo essere grati a Dio, possiamo ringraziare, perchè, come diceva san Josemaría in un punto di Cammino, il Signore ci fa partecipare ora della sua dolce Croce (n. 658). Saper trovare l’amore di Dio anche nel dolore è una questione di fede. È possibile soltanto con la fede e guardando la Croce di Gesù, facendo in modo di identificarci con Lui. Questa fede ci dà la luce di questa meravigliosa realtà: Dio è veramente Amore; Dio ci ama alla follia, con la “follia” che lo portò sulla Croce per salvare noi.

San Giovanni, in una delle sue lettere, fa come una specie di riassunto della sua esperienza, l’esperienza degli apostoli con Gesù, e dice in modo solenne: “noi - fa riferimento agli apostoli -, proprio noi abbiamo conosciuto e creduto nell’amore che Dio ha per noi”. Se, qualche volta, ci manca un poco la fede per sapere scoprire l’amore di Dio, chiediamola a Gesù, come facevano gli apostoli: “Aumenta in noi la fede!”. Abbiamo bisogno della fede anche per avere la sicurezza che, sopra e sotto e nel mezzo di tutti gli accadimenti, c’è nostro Padre Dio, che si cura di noi, anche se molte volte non possiamo capirlo.

Il Signore vuole che siamo contenti, che siamo felici anche su questa terra, nonostante le difficoltà che possiamo incontrare. Lo disse agli apostoli, in quella occasione speciale dell’Ultima Cena, come se esprimesse il suo grande desiderio: “La mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena” (Gv 15, 9-11). Questo è il desiderio che Cristo ha per noi: che siamo felici. Però, abbiamo bisogno della fede. Chiediamola al Signore: aumenta la nostra fede, oggi e ora, aumenta la nostra fede, anche per avere la forza di non fissarci su di noi, sulle nostre difficoltà, per avere l’anima più aperta agli altri.

Nel vangelo, abbiamo appena ascoltato questo episodio, sorprendente come tanti altri, nel quale la Vergine è la prima e l’unica che si accorge delle necessità della gente. Neppure i responsabili delle nozze, dell’organizzazione, se ne erano accorti. La Vergine nota che manca il vino. Chiediamo a Lei che ci aiuti a scoprire i bisogni degli altri, che ci aiuti a dimenticarci un po’ di più di noi stessi, perché così saremo felici. Perché per essere contenti non c’è maniera più sicura che darci agli altri, che pensare agli altri.

Così diceva anche san Josemaría: "Il darsi sinceramente agli altri è di tale efficacia, che Dio lo premia con un'umiltà piena di allegria" (Forgia, n. 591). Che la Vergine ci aiuti ad avere una fede più forte che siamo figli e figlie di Dio, amatissimi da Dio, che ci dà sicurezza, che in ogni circostanza della nostra vita ci accompagna l’ immenso amore di Dio per noi. Cosi sia.