Non un cambiamento radicale ma un cambio di prospettiva

Maria Paola è una musicista e regista teatrale. Svolge anche attività didattica, insegnando al conservatorio teoria e tecnica dell'interpretazione scenica, in un corso rivolto agli studenti di canto lirico.

"Sono nata a Saluzzo, in provincia di Cuneo - racconta Maria Paola -. Da ragazza di provincia ho deciso di esplorare il mondo: ho vissuto in Austria e in Germania. Ho studiato in Italia, ma poi ho continuato a formarmi all'Università della musica e delle arti drammatiche di Vienna. A quarant’anni sono andata in Germania per fare la regista in un teatro. Adesso dove vivo? Non ho una collocazione stabile. Mi divido prevalentemente tra Piemonte, Lombardia e Sicilia, ma ho lavorato anche in Sardegna per sei anni. Sono una nomade, una giramondo".

Tre città di origine

La Lombardia, per Maria Paola, è Milano, una grande città in cui liberare la creatività; il Piemonte è Cuneo con le sue montagne, l'eco delle sue radici; la Sicilia è la sua patria spirituale. Proprio in Sicilia ha conosciuto l'Opus Dei, a Palermo.

"Ho conosciuto l'Opus Dei grazie a dei cari amici siciliani. Quindi, questo nuovo percorso nasce proprio dall'amicizia: amicizia con persone che hanno incontrato Gesù e non possono fare altro che condividere la loro gioia di appartenere all'Opera. Mi hanno regalato Cammino. L'ho letto e mi è sembrato un libro potente come L’imitazione di Cristo, ma pensato per gli uomini e le donne di oggi”. Gli spunti di riflessione trovati leggendo Cammino hanno dato frutto: Maria Paola ha iniziato a frequentare un centro dell’Opus Dei di Torino.

Come un pennello nelle mani dell’artista

“Aver conosciuto l'Opera e, poi, iniziare a frequentarne i mezzi di formazione mi ha condotto ad un upgrade di un percorso di fede già avviato. Ero già credente, non è stato un cambiamento radicale. Però la mia vita è cambiata: ho preso coscienza dell’importanza di trasformare il lavoro in preghiera. Con una prospettiva di questo tipo, lavorare è un’altra storia. La mia vita è dedicata prevalentemente al lavoro: non sono sposata, e sono molto legata alla mia famiglia di origine. Ma, adesso, soprattutto quando lavoro con i giovani, tento di creare un’atmosfera accogliente, tento di ricreare un ambiente familiare”.

Dopo aver iniziato a frequentare un centro dell’Opus Dei a Torino Maria Paola ha chiesto di diventare cooperatrice: “È maturata, dentro di me - racconta la regista -, una percezione diversa della mia vita e del mio lavoro. I benedettini dicono Ora et labora. Gli scritti di san Josemaría mi hanno fatto comprendere meglio questo programma di vita cristiana: non si tratta di una dicotomia, si tratta di pregare lavorando. La vita lavorativa diventa attività contemplativa. Tutto questo mi ha affascinata: in questo modo, inizi a "perdere" te stesso, per dare sempre più spazio a Dio. E tu, «sei quello che è un pennello nelle mani dell'artista», o un ballerino che si lascia trasportare. Attenzione: non siamo burattini! Ma lasciamo che la nostra intelligenza e la nostra volontà si uniscano all’intelligenza e alla volontà di Dio. Se lasciamo spazio a lui può venire fuori una cosa bella”.

No alla giornata tipo

“Essere parte di una famiglia spirituale così ampia - racconta Maria Paola -, in cui si prega gli uni per gli altri, mi aiuta! Per una giramondo come me, andare a trovare nuovi amici nelle città che visito per lavoro mi fa sentire a casa. Anche se basta essere cristiani per sentirsi a casa ovunque! Vivere da figli di Dio in mezzo al mondo non è semplice: ma le persone che mi circondano mi danno molti stimoli e mi aiutano a coltivare le virtù e a crescere spiritualmente nel rapporto con Dio”.

“La mia giornata tipo? Non esiste. Le mie giornate sono molto diverse le une dalle altre. Rimango in camera per ore ed ore ad elaborare i piani di regia, vado a scuola ad insegnare e il giorno dopo sono a teatro. Il rischio di monotonia apparentemente non c’è, ma se non si offre al Signore quello che si fa, tutto può diventare routine, tutto può diventare molto bello o molto banale”.