Riassunto del viaggio pastorale del prelato in Brasile

Mons. Fernando Ocáriz è tornato a Roma, dopo due settimane di permanenza in Brasile che gli hanno permesso di conoscere e parlare con centinaia di persone dell’Opera e amici a San Paolo e Rio de Janeiro.

Il viaggio del prelato in Brasile

22 gennaio L'arrivo all'aeroporto di Galeão

26 gennaioInizio degli incontri del prelato in Brasile

27 gennaioMons. Fernando Ocáriz commenta il Vangelo del giorno

28 gennaioMeditazione ad alcuni fedeli dell’Opus Dei

29 gennaioPartenza da Rio de Janeiro e arrivo a San Paolo

30 gennaio Messa nella sede dell’Assessorato Regionale del Brasile

31 gennaio Incontro con alcuni sacerdoti di diverse diocesi brasiliane

1 febbraioMeditazione del mattino

2 febbraio Predicazione al Centro di Studi Universitari Jacamar

3 febbraioIncontro con i giovani


3 febbraio 2018

L’ultima riunione di famiglia del prelato in Brasile è stata con un numeroso gruppo di giovani che partecipano alle attività formative che offre l’Opus Dei. Una delle presenti ha ricordato la visita in Brasile fatta da san Josemaría nel 1974 e la benedizione data allora ai brasiliani: “Moltiplicatevi come la sabbia delle vostre spiagge, come gli alberi delle vostre montagne, come i fiori delle vostre terre, come i grani aromatici del vostro caffè”.

Contemplando l’uditorio stipato, la ragazza ha affermato: “In realtà, un poco siamo già cresciuti... E ora che sta per ritornare a Roma, Padre, che messaggio vorrebbe lasciare ai brasiliani?”.

Con grande gioia, mons. Ocáriz ha risposto così: “Non vi posso lasciare altro messaggio migliore di quello di san Josemaría: ogni cristiano ha vocazione di apostolo. Dovete portare la Parola a tutto questo Paese, colmandolo dell’amore a Gesù e, di conseguenza, di pace e di gioia. Però questo desiderio deve nascere dall’unione personale con Gesù Cristo. È quello che oltretutto san Josemaría pensava e diceva”.

Gabriella, studentessa di Odontologia, ha raccontato al prelato che il giorno precedente aveva partecipato a un’attività di volontariato nel centro della città, e poi ha domandato come si può contribuire, nell’ambito delle possibilità di ciascuno, a migliorare la realtà sociale. Mons. Ocáriz ha citato un passo dell’omelia di san Josemaría intitolata Il cuore di Gesù, pace del cristiano: “Un uomo o una società che non reagiscano davanti alle tribolazioni e alle ingiustizie, e che non cerchino di alleviarle, non sono un uomo o una società all’altezza dell’amore del Cuore di Cristo”.

“Moltiplicatevi come la sabbia delle vostre spiagge, come gli alberi delle vostre montagne, come i fiori delle vostre terre" (san Josemaría)

Inoltre ha spiegato che, quando una persona cerca di conoscere e amare Gesù, Egli le trasmette il suo amore alle anime e la sua preoccupazione per il mondo. “In questa preoccupazione trovano posto la sofferenza, la povertà, la solitudine, ecc. Sono problemi che dobbiamo sentire come propri. Il modo di contribuire a migliorare queste situazioni dipenderà dalle circostanze di ogni persona”. Infine ha concluso invitando tutti a fare tutto il possibile per il benessere sociale, “perché ognuno di noi può fare più di quello che pensa di essere capace”.

Mons. Ocáriz ha ringraziato per tutte le manifestazioni di affetto ricevute durante i giorni trascorsi in Brasile e ha chiesto di pregare per lui e, soprattutto, per Papa Francesco.

2 febbraio 2018

In un’altra giornata del suo viaggio pastorale in Brasile, mons. Ocáriz ha predicato una meditazione e ha celebrato la santa Messa per un gruppo di fedeli della Prelatura di diverse città del Paese. La predicazione ha avuto luogo nella sede del Centro di Studi Universitari Jacamar. Partendo dai testi della festa liturgica della Presentazione del Signore, il prelato ha invitato i presenti a contemplare Gesù nella loro orazione, perché questo è l’obbiettivo di tutta la nostra vita spirituale.

Ricordando le parole dell’apostolo Filippo a Gesù (“Mostraci il Padre e ci basta”), il prelato ha ricordato che Gesù, con un’occhiata di affetto e probabilmente con un sorriso, gli ha risposto: “Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me ha visto il Padre”. E ha concluso: “Dio si rende visibile in Cristo. In Gesù Cristo vediamo Dio”.

“Siamo anime contemplative. Pensiamo a Gesù Cristo, vediamolo, conosciamolo sempre di più”, ha suggerito. Con parole di san Josemaría tratte dal libro È Gesù che passa, ha poi detto che: “Ogni opera di Cristo ha un valore trascendente: ci permette di conoscere il modo di essere di Dio”; e il prelato dell’Opus Dei ha poi concluso: “Gesù ci fa conoscere chi è Dio e come è Dio. Chi è Dio? Dio è Amore”.

A metà pomeriggio il prelato ha avuto una riunione nell’auditorio del Centro Universitario CEU con persone che si dedicano all’amministrazione domestica dei Centri dell’Opus Dei. “Il vostro lavoro sostiene tutti gli apostolati dell’Opera”. Le partecipanti hanno fatto varie domande sulla devozione all’Eucaristia, sulla gioia, sulla carità, sulla libertà, su san Josemaría, ecc. Una di esse ha ricordato l’esempio di Ascensión, una delle prime numerarie ausiliari che è andata in Brasile e che è morta recentemente. Benché la malattia le provocasse molte sofferenze, si considerava nelle mani di Dio.

"Dobbiamo identificarci sempre più con Lui. Non cercando una semplice perfezione umana, ma con il desiderio di amare Dio"

Mons. Ocáriz ha detto che “umanamente parlando, la sofferenza, le difficoltà, tendono a toglierci ogni gioia, ma se ci sforziamo, con l’aiuto di Dio, possiamo essere felici, anche nella sofferenza”. Il modo di trovare il significato della sofferenza è offrirla al Signore in unione con la croce.

Alla fine della giornata c’è stato un animato incontro con altre donne dell’Opus Dei provenienti da oltre dieci città del paese. Il prelato ha cominciato questa riunione di famiglia ricordando la festa della Presentazione del Signore, e in modo particolare il testo nel quale san Luca dice che il bambino Gesù “ cresceva e si fortificava”. “Gesù deve crescere in noi – ha riflettuto –, dobbiamo identificarci sempre più con Lui. Non cercando una semplice perfezione umana, ma con il desiderio di amare Dio”.

Akemi, di Campinas, ha domandato come avrebbe potuto aiutare le amiche ad avvicinarsi a Dio. Ricordando i consigli che dava san Josemaría, il prelato ha detto che “quando c’è una vera amicizia, trasmettiamo il bene che abbiamo in noi. L’amicizia, quando è anche affetto, muove i cuori”.

Un’altra persona ha domandato come si può evitare di criticare gli altri. “Dobbiamo chiedere al Signore la grazia della carità. Il dono più divino della nostra vita di figli di Dio è perdonare chi ci ha arrecato un danno”. Quando ci rendiamo conto che qualcosa ci separa un po’ da qualcuno – ha consigliato –, chiediamo al Signore di insegnarci ad amare.

1 febbraio 2018

Nella meditazione del mattino Mons. Fernando Ocáriz ha meditato sul vangelo del giorno, nel quale Gesù invita i discepoli a rimanere con lui in un luogo isolato e a riposare un poco (Mc 6, 31). Il prelato dell’Opus Dei ha ricordato che “dobbiamo riposare da tutto ciò che possa toglierci la pace”. Per riuscire in ciò è importante “cercare sempre il riposo nel Signore: il vero riposo è sempre frutto della vita interiore”.

“Sbarcando, vide molta folla e si commosse per loro, perché erano come pecore senza pastore”

“Sbarcando, vide molta folla e si commosse per loro, perché erano come pecore senza pastore”: sulla base di questa citazione evangelica, il prelato ha invitato i presenti a condividere lo stesso zelo di Cristo. “In un momento umanamente molto difficile, san Josemaría aveva ciò che egli chiamava ‘la sicurezza dell’impossibile’. Anche noi dobbiamo essere certi che otterremo l’impossibile: la santità e la gioia di ricondurre il mondo a Dio”.

La mattina del sabato mons. Ocáriz ha conversato con un numeroso gruppo di soprannumerarie e di cooperatrici dell’Opus Dei di San Paolo e di altre regioni limitrofe. Le domande riguardavano temi diversi: la carità l’apostolato, la filiazione divina, il matrimonio, ecc.

Cristiane ha chiesto consiglio su come rispettare la libertà dei figli senza per questo rinunciare ad essere esigenti come genitori. Il prelato ha sottolineato l’importanza di ascoltare molto i figli e li ha incoraggiati a “rispettare la loro libertà, che è una manifestazione molto importante della carità. La libertà è un grande dono di Dio che abbiamo ricevuto”.

“Queste iniziative sono vostre, perché l’Opus Dei è vostro, altrettanto vostro come è mio”

Quando Leticia, di Porto Alegre, ha cominciato a fare la sua domanda, il prelato le ha detto che quelli della sua città hanno un obbligo particolare di essere allegri. Lei ha risposto che, siccome si chiama Leticia, ha un obbligo ancora superiore. Continuando il gioco di parole, lei ha manifestato il desiderio di portare molte persone a Dio, che è la fonte della vera allegria.

Da parte sua, Cristina ha parlato del buon andamento del Centro di Abilitazione Professionale Veleros, una iniziativa di formazione nella quale è coinvolta: “Notiamo che le ragazze migliorano in molte piccole cose: una discussione che termina in modo pacifico, un voto in matematica che comincia a migliorare poco per volta, una ragazza che piano piano riesce a controllare il proprio carattere, ecc. Mons. Ocáriz ha invitato le presenti a lasciarsi coinvolgere nei progetti apostolici: “Queste iniziative sono vostre, perché l’Opus Dei è vostro, altrettanto vostro come è mio”.

Infine, Flavia, di Campinas, ha chiesto un consiglio per la vita familiare. Il prelato ha ricordato che san Josemaría consigliava le coppie di coniugi ad amarsi ogni giorno di più: “Dovete amarvi accettando i difetti dell’altro, lui quelli di lei e lei quelli di lui”.

31 gennaio 2018

In un incontro con alcuni sacerdoti di diverse diocesi brasiliane ha ricordato il consiglio di san Josemaría di collocare l’Eucaristia al centro della vita di ogni cristiano. I sacerdoti hanno un motivo speciale per praticare questo consiglio, perché hanno ricevuto la missione di far sì che le loro parrocchie siano veramente Corpo di Cristo: “La Chiesa è un Popolo che vive del Corpo di Cristo, un Popolo che si fa Corpo di Cristo nell’Eucaristia”.

“La Chiesa è un Popolo che vive del Corpo di Cristo, un Popolo che si fa Corpo di Cristo nell’Eucaristia”

Allo stesso modo ha sottolineato quanto sia importante che i sacerdoti siano sempre uniti ai loro vescovi e che amino i loro fratelli nel sacerdozio. Tale comunione è praticata “prima di tutto, con la preghiera; poi, essendo disponibili a quello che ci chiedono; infine, con un atteggiamento filiale, di sintonia umana: il vescovo non è un superiore, ma il padre”.

Poi ha invitato i sacerdoti ad approfondire la conoscenza della teologia: “Questa formazione non è semplicemente informazione, perché aiuta a identificarsi con Cristo”. Inoltre ha ricordato la responsabilità che hanno i sacerdoti nella promozione di nuove vocazioni sacerdotali: “La pastorale vocazionale consiste principalmente nel pregare e far pregare per le vocazioni. Non possiamo aver paura di proporre la questione vocazionale alle persone che presentano le dovute disposizioni, dicendo loro: ‘E tu? Hai pensato ad essere sacerdote?’ ”.

“La pastorale vocazionale consiste principalmente nel pregare e far pregare per le vocazioni"

Quando l’incontro stava per terminare uno dei presenti ha ringraziato mons. Ocáriz, a nome di tutti, per l’aiuto che l’Opera presta ai sacerdoti, soprattutto “nell’incoraggiarli a vivere l’unione, l’affetto e la preghiera per il Papa”.

Nel pomeriggio il cardinale Dom Odilo Scherer ha ricevuto nella sua residenza mons. Fernando Ocáriz, che conosce da parecchi anni. Si sono intrattenuti in una conversazione amabile, scambiandosi poi delle medaglie commemorative della diocesi di san Paolo e della prelatura dell’Opus Dei e pregando insieme per il prossimo sinodo arcidiocesano.

30 gennaio 2018

Nelle prime ore del mattino il prelato ha celebrato la Messa nella sede dell’Assessorato Regionale del Brasile, l’organo di governo delle donne della prelatura nel paese carioca.

“Chiediamo al Signore di sostenere sempre la nostra fede nella realtà che Egli è con noi, ci ama e ha previsto ogni cosa. Egli si affida alla nostra libertà, e in tal modo possiamo corrispondere al suo amore”.
Nel pomeriggio mons. Ocáriz ha avuto una riunione con un gruppo di giovani nel Centro Convivenze Rebouças. Molte domande riguardavano l’uso delle tecnologie digitali. Il Padre ha ricordato che hanno molte potenzialità e, come qualsiasi strumento, possono essere usate per il bene o per il male.

“Non possiamo farci dominare dagli strumenti. Dobbiamo essere noi a dominarli, perché siano veramente un aiuto”

Ha anche proposto di osservare alcuni orari e abitudini nell’uso del telefono e del computer, in modo che contribuiscano alla crescita umana e ci lascino la possibilità e la libertà di servire gli altri.Rodrigo, un giovane di 16 anni, ha condiviso con il prelato dell’Opus Dei la gioia di aver ricevuto recentemente il battesimo, l’eucaristia e la cresima: “La mia vita è cambiata molto quando ho cominciato a frequentare la catechesi offerta dall’Opera. Come posso contraccambiare questo aiuto?”, ha domandato.Mons. Fernando Ocáriz ha fatto osservare che non saremo mai nelle condizioni di contraccambiare Dio di tutti i doni che abbiamo ricevuto da Lui. “E del resto, i doni che possiamo offrirgli li abbiamo ricevuti da Lui.

“Quando Dio pensava a ciascuno di noi, pensò anche all’Opus Dei come un dono per la felicità di ognuno di noi”

Questi doni ci devono aiutare a conoscere Gesù Cristo e a portarlo dappertutto, a tutte le persone”. Nel tardo pomeriggio, in un incontro con i fedeli della prelatura, ha ricordato un'idea di san Josemaría che suona così: “Quando Dio nostro Signore progetta qualcosa a favore degli uomini, prima di tutto pensa alle persone che deve utilizzare come strumenti”. Il prelato ha fatto notare che, per le persone dell’Opera, la stessa idea può essere formulata anche diversamente: “Quando Dio pensava a ciascuno di noi, pensò anche all’Opus Dei come un dono per la felicità di ognuno di noi”.

29 gennaio 2018

Alla fine del pomeriggio mons. Fernando Ocáriz è partito alla volta di San Paolo. Prima di lasciare Río de Janeiro, ha avuto il tempo di stare con alcune famiglie e fedeli della Prelatura.
Dopo una settimana di caldo e di sole, all’alba il cielo era nuvoloso. In riferimento alla sua partenza, ha ricordato l’importanza di rimanere uniti attraverso la comunione dei santi. “Lo stesso Gesù, lo stesso Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, che è nel cuore di ciascuno di voi, è lo stesso di quello che è in me. Viviamo uniti in Dio”.

"Quando siete nell’oratorio, pensate che il Signore che è lì nel tabernacolo è lo stesso Gesù al quale il prelato sta rivolgendo le sue preghiere"

Ha spiegato anche che, malgrado la distanza, noi cristiani rimaniamo uniti grazie alla devozione a Gesù nell’Eucaristia: Quando siete nell’oratorio, pensate che il Signore che è lì nel tabernacolo è lo stesso Gesù al quale il prelato sta rivolgendo le sue preghiere.È una unità vera, non è una immaginazione. Perciò, non ci congediamo, perché viviamo sempre all’unisono”.

28 gennaio 2018

Mons. Ocáriz ha predicato una meditazione ad alcuni fedeli dell’Opus Dei. “Siamo nelle mani di Dio – ha detto loro –. Con questa convinzione, non ci sono difficoltà che il Signore non possa vincere”. Ha detto anche che Gesù è la manifestazione della verità più importante di tutte: l’amore infinito di Dio per noi.

Durante la giornata il prelato ha avuto varie riunioni con persone dell’Opus Dei, tra le quali si trovavano anche persone di altre regioni, comprese l’Argentina e l’Uruguay. “Tutto quello che esiste di più prezioso nella vita cristiana di una persona dell’Opera – l’Eucaristia e la Sacra Scrittura – viene dalla Chiesa, è Chiesa”, ha detto loro.

"Voi genitori dovete saper conciliare l’esercizio dell’autorità con l’interesse sincero per i vostri figli”

Uno dei presenti alla riunione della mattina lo ha interrogato su come conciliare la libertà con la prudenza nell’educazione dei figli. “L’amicizia con loro è fondamentale – ha precisato il prelato –. Voi genitori dovete saper conciliare l’esercizio dell’autorità con l’interesse sincero per i vostri figli”.

Inoltre ha consigliato di evitare di scoraggiarsi per i propri difetti. “Non possiamo capitolare davanti ai nostri difetti, perché è il Signore che ci guida e dà le forze per superarli”. Alle grazie che Dio concede a chi gliele chiede, il cristiano deve corrispondere con la gratitudine. “Dobbiamo sentire la responsabilità per i talenti che ognuno di noi ha ricevuto e dobbiamo farli fruttare. Il prelato ha insistito sulla necessità di essere allegri, perché così possiamo trasmettere meglio il messaggio di Cristo a coloro che stanno attorno a noi.

ella riunione del pomeriggio, diversi fedeli della Prelatura e alcuni cooperatori che partecipano alle attività di formazione cristiana dell’Opus Dei a Petròpolis hanno dato notizia delle attività della loro città e hanno chiesto preghiere. Il prelato ha detto che le persone di quella città hanno “un obbligo speciale di pregare per il Papa, perché Petròpolis è la ‘Città di Pietro’ e il Papa è il successore di san Pietro”.

“Dobbiamo sentire la responsabilità per i talenti che ognuno di noi ha ricevuto e dobbiamo farli fruttare"

Una delle presenti ha domandato come potevano prepararsi bene per i novanta anni dell’Opus Dei, che si compiranno il prossimo mese di ottobre. Mons. Fernando Ocáriz ha suggerito di intensificare i ringraziamenti a Dio durante quest’anno, accompagnati dalla preghiera di migliaia di persone.

Alla fine della giornata c’è stata una riunione con i giovani che partecipano ai mezzi di formazione in varie città del Brasile. Una studentessa di Brasilia ha domandato a Mons. Ocáriz come si sente in quanto “Padre” di una famiglia così numerosa. Egli ha assicurato che gli dà molta tranquillità “sentirsi accompagnato dalla preghiera di migliaia di persone”.

27 gennaio 2018

Nelle prime ore di sabato mons. Fernando Ocáriz ha commentato il Vangelo del giorno predicando a un gruppo di donne. “La calma nella tempesta nel mare di Galilea è un fatto storico – ha detto – e, allo stesso tempo, è un simbolo della vita di ciascuno di noi e della Chiesa. Spesso siamo costretti ad affrontare le difficoltà che si presentano nella nostra vita, nel nostro impegno di evangelizzazione, nel nostro stare nel mondo”.

“Certe volte sembra che il Signore stia dormendo e non è sempre facile percepire la sua presenza, però Egli è con noi”

“Certe volte – ha proseguito – sembra che il Signore stia dormendo e non è sempre facile percepire la sua presenza, però Egli è con noi”. Il prelato dell’Opus Dei ha aggiunto che alla presenza di Dio bisogna unire le virtù della fede, della speranza e della carità, che occorre chiedere al Signore. Terminato questo momento di preghiera, mons. Ocáriz si è intrattenuto con un gruppo più numeroso di fedeli dell’Opus Dei provenienti da diverse città del Brasile e del Paraguay. Durante la conversazione sono stati trattati diversi temi legati alla vita cristiana, tra i quali la responsabilità personale, il lavoro e l’accettazione della sofferenza.

Una delle presenti lo ha interrogato sul ruolo che svolgono i sentimenti nella vita personale. Il prelato ha ricordato che i sentimenti sono buoni e che un cristiano non può essere una persona senza cuore. Il Signore ha posto i sentimenti nella natura dell’uomo per il suo stesso bene. Quando qualcuno è molto sentimentale – ha spiegato – deve cercare di mettere questi sentimenti al servizio del Signore, chiedendogli come procedere caso per caso.

“Nelle questioni opinabili è bene che vi sia pluralismo e che noi cristiani pensiamo in maniera differente”

Nel pomeriggio il prelato è stato con altri professionisti e studenti che frequentano le attività di formazione che l’Opus Dei dà a Rio de Janeiro. Nel suo intervento, ha ricordato le parole di Benedetto XVI, il quale affermava che “non c’è niente di più bello che essere conquistato dal Vangelo”, da Cristo, e di farlo conoscere agli altri. “Il rapporto personale con Cristo – ha sottolineato mons. Ocáriz – sarà ciò che ci spingerà ad essere generosi nell’apostolato, nel desiderio di avvicinare i nostri amici a Dio”.

Una delle domande riguardava il rispetto alla libertà degli altri, tema affrontato in una recente lettera pastorale del prelato. “Nelle questioni opinabili – ha ricordato citando san Josemaría – è bene che vi sia pluralismo e che noi cristiani pensiamo in maniera differente”. Più avanti, centinaia di giovani che partecipano ai mezzi di formazione dell’Opus Dei a Rio de Janeiro, Brasilia, Belo Horizonte, Fortaleza e Porto Alegre hanno accolto il prelato nel centro congressi della Scuola Brasiliana dei Chirurghi.

"Il Signore gli lascia qualche incertezza perché vuole che noi confidiamo in lui e prendiamo le nostre decisioni liberamente”

Alcuni dei presenti hanno domandato come si può essere più generosi con Dio. Il successore di san Josemaría ha spiegato che abitualmente il Signore non mostra con grande chiarezza ciò che vuole da noi. “Il cristiano ha sempre a disposizione una serie di elementi per vedere qual è il cammino che deve percorrere, ma il Signore gli lascia qualche incertezza perché vuole che noi confidiamo in lui e prendiamo le nostre decisioni liberamente”.

In serata, in una riunione familiare dopo cena, sono state cantate canzoni brasiliane, tra le quali ‘Romeria’, una melodia che piaceva molto a mons. Javier Echevarría, il precedente prelato dell’Opus Dei.

26 gennaio 2018

Minercina è partita da Montes Claros col marito e alcuni figli; a Rio de Janeiro si è ricongiunta con altre figlie e cugine venute da Brasilia e da San Paolo. La più giovane è Maria Cristina, affetta dalla sindrome di Down, che ha regalato al prelato una scatola di "piedra-jabón", a ricordo della sua città, e un poster con le foto dei parenti che non hanno potuto partecipare all’incontro.

Nazaret è venuta da San Paolo e si è incontrata con la sorella Andrea e suo marito Daniele. Andrea ha cinque figli, due dei quali adottati. Hanno dato al prelato la notizia che sono in attesa del sesto figlio. Sono state con il prelato anche famiglie di Londrina e Curitiba.

È importante mostrare ai nostri amici la gioia della vita cristiana

In una riunione informale dopo cena, Mmons. Ocáriz ha potuto conoscere alcuni episodi della vita di mons. Rafael Llano Cifuentes, vescovo emerito di Nova Friburgo, morto recentemente. Rafael Llano era arrivato a Rio de Janeiro nel 1975 per iniziare il lavoro apostolico dell’Opus Dei.

Interrogato sul lavoro di evangelizzazione con quelli che ci sono più vicini, il prelato ha sottolineato che è importante mostrare ai nostri amici la gioia della vita cristiana. Questo, spesso, suole essere più efficace che ricorrere a spiegazioni e argomentazioni razionali.

Nei prossimi giorni mons. Ocáriz avrà altri incontri con fedeli della prelatura e amici, e fra l’altro anche con numerosi giovani che partecipano ai mezzi di formazione cristiana che l’Opus Dei dà in Brasile.

22 gennaio 2018

All’aeroporto di Galeão è stato ricevuto da mons. Vicente Ancona López, vicario regionale dell’Opus Dei in Brasile e da vari fedeli della prelatura. Si è diretto al centro Icatu, sede della delegazione dell’Opus Dei a Rio de Janeiro, dove ha potuto salutare varie persone.

"Utilizzare il tempo vuol dire riempirlo di amore a Dio e, di conseguenza, di servizio agli altri"

A proposito del motivo del suo viaggio, ha detto che un anno e mezzo fa è stato invitato dai vescovi del paese a dare alcuni corsi. Benché egli ritenesse che le sue molte attività a Roma gli impedissero di allontanarsi, l’allora prelato dell’Opus Dei, mons. Javier Echevarría, lo incoraggiò ad accettare. “Sicché la mia visita la dovete a don Javier”, ha sottolineato.

Poi, prendendo spunto da una canzone, ha detto: “Il tempo per amare è breve. È necessario utilizzare il tempo. E utilizzare il tempo vuol dire riempirlo di amore a Dio e, di conseguenza, di servizio agli altri”.

Nel pomeriggio, dopo aver salutato alcune famiglie, mons. Ocáriz si è diretto al Centro Studi Sumaré, dove ha luogo il corso per vescovi, al quale prenderà parte fino al prossimo venerdì 26 gennaio.

Un corso per vescovi, una tradizione di decenni

Il prelato dell’Opus Dei, mons. Fernando Ocáriz, è stato invitato al 27° corso per vescovi dal cardinale Dom Orani Tempesta per pronunciare alcune conferenze.

Il tema di quest’anno è: “Ateismo. Forme attuali e sfide per l’evangelizzazione”. Insieme al prelato, altri oratori sono il padre Rafael José Stanziona de Moraes, il professor Francesco Botturi e fray Francisco Patton, OFM. Quando il corso si sarà concluso, il prossimo 26 gennaio, il prelato starà con i fedeli dell’Opus Dei a Rio de Janeiro (dal 26 al 30 gennaio) e a San Paolo (dal 30 gennaio al 4 febbraio).

Dal 1990 l’arcidiocesi di Rio de Janeiro organizza il corso per vescovi del Brasile. La conferenza inaugurale la pronunciò l’allora cardinale Joseph Ratzinger. L’incontro annuale ha l’obiettivo principale di riunire i vescovi per condividere una settimana di studi, preghiere e riposo. Il vescovo ausiliare emerito di Rio, don Karl Josef Romer, coordina l’attuale corso.