Mia madre guarì

A.D.Z.B., Spagna

Scrivo per ringraziare di un favore, che penso sia un miracolo ottenuto per intercessione di San Josemaría. In febbraio mia madre di 87 anni ebbe un intervento per il posizionamento di uno stent al cuore. Pochi giorni dopo, poiché manifestava un sintomo strano, tornò in ospedale. Le analisi che le fecero dicevano che stava perfettamente bene. L'ultima analisi fu un'endoscopia digestiva. Mentre aspettavamo solo che passasse l'effetto dell'anestesia locale per portarla a casa, mia madre cominciò a sentire un dolore molto forte e, dopo una TAC, la portarono direttamente all'unità di terapia intensiva. L'endoscopia le aveva perforato l'esofago. Ci spiegarono che era molto grave, perché attraverso la ferita si poteva infettare il mediastino. Per la sua età, le terapie contro la coagulazione del sangue e altri problemi, mia madre non poteva essere operata. Potevano soltanto trattarla con antibiotici. Fin dal primo momento, io e i miei fratelli e molti amici e conoscenti cominciammo a pregare San Josemaría chiedendo il miracolo. Nei due giorni seguenti, i medici cercarono di determinare esattamente le dimensioni e la localizzazione della ferita. Ci comunicarono che era più grande di quello che avevano diagnosticato in un primo momento e che l'infezione e la morte erano inevitabili ed imminenti. Il consulto con degli amici medici confermò la diagnosi.

Stando così le cose, ci domandarono dove preferivamo che passasse le sue ultime ore: se in terapia intensiva o in una stanza normale. Dopo tre giorni in terapia intensiva chiedemmo di trasferirla in una stanza per poter restare con lei. Erano in molti che pregavano per il miracolo. Lei era pienamente cosciente, e,quando ci lasciavano passare a vederla nell'unità di terapia intensiva, ci faceva degli scherzi e aveva dettagli di affetto con noi e con le cognate o i nipoti. Mentre era nella stanza i giorni passavano e la "inevitabile" infezione non comparve. I medici continuavano a dire che la sua situazione era sempre grave. Però il tempo passava e, dopo un mese in ospedale, fu considerata fuori pericolo, anche se la ferita dell'esofago era ancora aperta. Le inserirono una sonda e poté tornare a casa. Passato un altro mese, i medici verificarono che la ferita dell'esofago si era cicatrizzata e, dato che poteva mangiare senza problemi, la dimisero.

Sono passati ormai diversi mesi e mia madre sta molto bene sia per l'esofago che per il cuore. Ringraziamo profondamente San Josemaría per la sua guarigione. Avevo promesso di scrivere questo miracolo, ma il tempo corre e, da aprile fino a adesso, in altre due occasioni San Josemaría ci ha tolto da una situazione di una certa gravità per mia madre: una spina di pesce che le si è conficcata nell'esofago, e una caduta con una ferita seria in testa. Prima che San Josemaría si "stanchi" di tanto lavoro e della mia mancanza di gratitudine, voglio mantenere la mia promessa. Grazie.