​Meditazioni: venerdì della 3ª settimana di Avvento

Riflessioni per meditare nel venerdì della terza settimana di Avvento. I temi proposti sono: La pace è un dono di Dio; Il piano di salvezza è universale; Il Battista vuole che Gesù risplenda.

- La pace è un dono di Dio

- Il piano di salvezza è universale

- Il Battista vuole che Gesù risplenda


«IL SIGNORE verrà con splendore a visitare il suo popolo nella pace per fargli dono della vita eterna», preghiamo oggi nell'antifona d'ingresso. La pace è uno dei segni della venuta del Messia. I profeti ci ricordano che egli porterà la pace a Israele e che solo con il suo aiuto essi potranno liberarsi dei loro nemici. Per questo motivo, «il suo nome sarà: Consigliere mirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace» (Is 9, 5). La pace non è solo il risultato di una strategia umana, ma un dono che viene dalla sua mano; è il frutto della presenza di Dio tra i suoi. «È nato un bambino, ci è stato dato un figlio»: una presenza pacifica che non avrà mai fine.

Dio ha stretto un'alleanza di pace con l'umanità. Questo è ciò che ricorda Zaccaria il giorno della circoncisione di suo figlio Giovanni. Davanti alla sua famiglia e ai suoi amici, canta il Benedictus, un inno di lode e di ringraziamento. Felice per il dono della sua inaspettata paternità, esclama: «Ci visiterà un sole che sorge dall'alto, per risplendere su quelli che stanno nelle tenebre e nell'ombra di morte, e dirigere i nostri passi sulla via della pace» (Lc 1, 78-79). La notte di Natale ascolteremo con gioia il canto degli angeli ai pastori di Betlemme: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama» (Lc 2, 14).

Vediamo che il Signore vuole che i suoi discepoli godano della pace che la sua presenza porta. «La pace sia con voi» (Gv 20, 19), è il saluto del Risorto. Nell'intimità della preghiera e dei sacramenti, recuperiamo ancora una volta il dono della pace. Per questo motivo, insieme a tutta la Chiesa, chiediamo con umiltà: «Vieni, Signore, a visitarci nella pace, perché possiamo rallegrarci davanti a te»[1].


ISAIA, NELLA PRIMA lettura di oggi, annuncia che la salvezza è un messaggio per tutti i popoli, compresi gli stranieri, perché a coloro che «restano fermi nella mia alleanza, li condurrò sul mio monte santo e li colmerò di gioia nella mia casa di preghiera. I loro olocausti e i loro sacrifici saranno graditi sul mio altare» (Is 56, 6 -7). Nessuno è escluso da questa chiamata perché Dio «vuole che tutti gli uomini siano salvati, e che vengano alla conoscenza della verità» (1Tm 2, 4). Dopo l'Incarnazione, l'adorazione del Signore non si limita a un rito, in un determinato luogo, ma può essere fatta con il cuore ovunque. «Sei a Gerusalemme, sei in Britannia? – diceva san Girolamo –. Non importa. La Presenza celeste è dinanzi a te, esposta, perché il regno di Dio è dentro di noi»[2].

Il profeta Isaia chiama a raccolta coloro che sono lontani da Dio, sia coloro che non hanno mai avuto l'opportunità di conoscere il Signore, sia coloro che forse hanno perso la strada o si sono distratti. Nel decreto Ad gentes del Concilio Vaticano II si ricorda che «la Chiesa, sale della terra e luce del mondo, avverte in maniera più urgente la propria vocazione di salvare e di rinnovare ogni creatura, affinché tutto sia restaurato in Cristo e gli uomini costituiscano in lui una sola famiglia ed un solo popolo di Dio».

«Essere Popolo di Dio, secondo il grande disegno di amore del Padre, vuol dire essere il fermento di Dio in questa nostra umanità, vuol dire annunciare e portare la salvezza di Dio in questo nostro mondo, che spesso è smarrito, bisognoso di avere risposte che incoraggino, che diano speranza, che diano nuovo vigore nel cammino. La Chiesa sia luogo della misericordia e della speranza di Dio, dove ognuno possa sentirsi accolto, amato, perdonato, incoraggiato a vivere secondo la vita buona del Vangelo. E per far sentire l’altro accolto, amato, perdonato, incoraggiato la Chiesa deve essere con le porte aperte, perché tutti possano entrare. E noi dobbiamo uscire da quelle porte e annunciare il Vangelo»[3].


ALL'INIZIO DELL'AVVENTO la Chiesa ci ha esortato per bocca di san Paolo: «è ormai tempo di svegliarvi dal sonno (...). La notte è avanzata, il giorno è vicino (...). Indossiamo le armi della luce» (Rm 13, 11-12). In questi giorni abbiamo ascoltato la voce forte di Giovanni Battista che ci invitava ad avvicinarci a Cristo. Giovanni, nelle le parole di Gesù Cristo stesso, è «la lampada che arde e risplende» (Gv 5, 35). Nel Battista vediamo la figura di colui che umilmente annuncia il messaggero della pace universale. Non attira l'attenzione su di sé, ma sulla vera luce che è Cristo.

Leggendo il Vangelo della messa di oggi, ricordiamo che il Battista sa che tutto viene da Dio, anche il respiro che lo anima. Appena Cristo comincia a essere conosciuto, Giovanni si nasconde volontariamente; guida i suoi discepoli a seguire Gesù, e termina la sua vita nel silenzio, nell'abbandono di una prigione: senza lamentarsi, felice di essersi speso interamente al servizio di Dio. San Gregorio Magno fa notare che «Giovanni perseverò nella santità perché rimase umile di cuore»[4]. Lo stesso Battista aveva detto che: «Lui deve crescere; io, invece, diminuire» (Gv 3, 30); risulta difficile riassumere in meno parole l’essenza della vita.

Se guardiamo di nuovo il Battista, scopriamo un uomo dalla personalità spiccata, con una fermezza e una risoluzione ben lontane da qualsiasi mancanza di carattere o leggerezza. Tuttavia, per adempiere alla propria missione, non esita a diminuire «per far risplendere solo Gesù»[5]. San Josemaría ci incoraggia a seguire l'esempio del Precursore: «Non dimenticate che è un segno di devozione divina andare a nascondersi (...). Mi dà una grande gioia pensare che si possa vivere tutta la vita in questo modo: essere un apostolo, nascondersi e scomparire. Anche se a volte è difficile, è molto bello scomparire»[6].

Questo è ciò che chiediamo a Dio nella messa di oggi: «Ti siano gradite, Signore, le nostre umili offerte e preghiere»[7]. Maria, Regina della Pace, renderà effettivi i nostri desideri di pace e di umiltà, con la speranza che solo Gesù Cristo regni nelle anime.


[1] Alleluja, venerdì della III settimana di Avvento.

[2] San Girolamo, Epistolae, 2, 58, 2.

[3] Francesco, Udienza generale, 12-VI-2013.

[4] San Gregorio Magno, Homiliae in Evangelia, 20, 5.

[5] San Josemaría, Lettera 28-I-1975.

[6] San Josemaría, Lettera 24-III-1930, n. 21.

[7] Venerdì della III settimana di Avvento, Preghiera sulle offerte.