Meditazioni: Giovedì della 4ª settimana di Pasqua

Riflessione per meditare il giovedì della quarta settimana di Pasqua. I temi proposti sono: Fare memoria della misericordia di Dio; Andare alle fonti che purificano; La misericordia si manifesta nel servizio.

- Fare memoria della misericordia di Dio

- Andare alle fonti che purificano

- La misericordia si manifesta nel servizio


Dopo aver predicato il Vangelo a Cipro, nel corso del suo primo viaggio apostolico, san Paolo e san Barnaba andarono in Asia minore per continuare ad annunciare la parola di Dio. Giunsero ad Antiochia di Pisidia e il sabato si recarono alla sinagoga, il capo della quale li invitò a commentare i libri della Legge e dei Profeti. Paolo, presa la parola, diede inizio alla sua predicazione facendo un breve riassunto della storia del popolo eletto (cfr At 13, 16-22). Ricordò loro come il Signore «con braccio forte» aveva sciolto gli israeliti dalla schiavitù, come essi avevano peregrinato nel deserto sino all’ingresso nella terra promessa, e come dopo essersi là stabiliti diede loro giudici e re per guidarli e proteggerli. Paolo, nel suo commento fece intendere che la storia di Israele è una storia di misericordia divina.

«È una “predicazione storica” quella che adottano i discepoli ed è fondamentale – sottolinea papa Francesco – perché consente di ricordare i momenti salienti, i segni della presenza di Dio nella vita dell’uomo. Tornare indietro per vedere come Dio ci ha salvato, percorrere - con il cuore e con la mente - la strada con la memoria»[1]. Reciteremo il salmo della Messa di oggi, come eredi di quel popolo eletto: «Canterò in eterno l'amore del Signore, di generazione in generazione farò conoscere con la mia bocca la tua fedeltà» (Sal 89, 2). Nonostante la difficoltà che in certi momenti il popolo manifestava a credere e a essere fedele all’Alleanza, il Signore continuava a mantenere su di loro la sua protezione.

Nel richiamare la figura del re Davide, san Paolo ricordò ai suoi uditori che l’Alleanza guardava specialmente al futuro. «Dalla sua discendenza, Dio, secondo la promessa, ha fatto sorgere per Israele un Salvatore, Gesù» (At 13, 23). Il canto della misericordia giunge alla sua pienezza in Gesù. È Lui l’Unto del Padre, con la forza dello Spirito Santo. In Gesù l’umanità intera può trovare il compimento delle sue più grandi attese. Anche la nostra storia converge in Gesù risorto. Egli ci attrae a sé per manifestarci la misericordia di suo Padre Dio nel nostro passato, nel nostro presente e nel nostro futuro.


Nella Messa di oggi verrà proclamata una parte del racconto dell’Ultima cena. Dopo aver lavato i piedi ai suoi discepoli, il Signore ricorda agli apostoli che sarà presente nei suoi inviati (Cfr. Gv 13, 16-20). È il meraviglioso mistero della compenetrazione tra Cristo e i suoi discepoli. Dio continua ad agire nel mondo anche in questo modo. Può sembrare qualcosa di assolutamente sublime, fuori dalle nostre capacità, tuttavia è possibile per l’azione della grazia. Proprio in questo senso il gesto della lavanda dei piedi è molto eloquente: è il Signore colui che ci lava, chi ci rende capaci di continuare ad annunciare il Vangelo con rinnovata fiducia e spinti dalla sua tenerezza e dal suo amore. « In verità, in verità io vi dico: chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato» (Gv 13, 20). Siamo portatori di Cristo! La misericordia di Dio continua ad arrivare a tante persone attraverso la parola e le opere dei cristiani. È vero che in tutti noi ci sono cose che appannano il vetro dal quale traspare la luce della misericordia, ma proprio in questo sforzo di ricominciare, di tornare a cercare il perdono del Signore, si annuncia ogni volta la bontà del Padre celeste, perché «la Chiesa è un popolo di peccatori che sperimentano la misericordia e il perdono di Dio»[2].

Un angelo purificò le labbra del profeta Isaia con un carbone ardente prima di essere inviato al popolo di Israele (cfr. Is 6, 1-9). Ricordiamoci che, per poter annunciare adeguatamente il messaggio del Vangelo, dobbiamo ricorrere alle fonti che ci purificano, specialmente al sacramento della Riconciliazione. Così predicheremo la misericordia di Dio, avendola prima sperimentato personalmente. «Questo dramma lo ha vissuto anche Gesù con i dottori della legge che non capivano perché lui non lasciò lapidare quella donna adultera, perché non capivano come potesse andare con pubblicani e peccatori: non capivano. Non capivano la misericordia. (…) Preghiamo il Signore che ci faccia capire com’è il suo cuore, cosa significa “misericordia”, cosa vuol dire quando lui dice: “Misericordia voglio, e non sacrificio”»[3].


«Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica» (Gv 13, 17). Gesù ai suoi apostoli diede esempio di dedizione e di completo servizio. Anche loro, sostenuti dalla grazia di Dio, giunsero a donarsi per gli uomini loro fratelli, annunciando instancabilmente che Gesù è vivo. Con il servizio gratuito possiamo far giungere a molti la misericordia di Dio, e spinge anche noi a considerare gli altri in accordo con la loro grandezza di figli di Dio. San Paolo raccomanda ai filippesi: «Non fate nulla per rivalità o vanagloria, ma ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso. Ciascuno non cerchi l'interesse proprio, ma anche quello degli altri» (Fil 2, 3-4). E poi ricorda loro che Gesù, «pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l'essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo» (Fil 2, 6-7).

È l’amore che ci porta al volenteroso servizio degli altri. Per questo, san Josemaría, quando compose le Preci dell’Opera, volle farle cominciare con un Serviam! - servirò – che riflette il desiderio di una dedizione piena di soprannaturale entusiasmo. «Se lasciamo che Cristo regni nella nostra anima, non saremo mai dei dominatori, ma servitori di tutti gli uomini. Servizio: come mi piace questa parola! Servire il mio Re e, per Lui, tutti coloro che sono stati redenti dal suo sangue. Se noi cristiani sapessimo servire! Andiamo dal Signore e confidiamogli la nostra decisione di voler imparare a servire, perché soltanto così potremo non solo conoscere e amare Cristo, ma farlo conoscere e farlo amare dagli altri»[4].

Nella vita della Madonna vediamo come l’azione della misericordia del Signore diventa servizio. Subito dopo l’Annunciazione, corre in aiuto di santa Elisabetta. E in quel momento di dedizione prorompe nel canto, piena di gioia, testimoniando l’opera di Dio, perché «di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono» (Lc 1, 50).


[1] Francesco, Omelia, 21-IV-2016.

[2] Francesco, Udienza generale, 9-VIII-2017.

[3] Francesco, Omelia, 6-X-2015.

[4] San Josemaría, È Gesù che passa, n. 182.