Lavori ordinari e come santificarli (XII): Educazione fisica

Simonetta è un’insegnante di educazione fisica che è andata in pensione da poche settimane dopo 41 anni di attività. Nei momenti più difficili del suo lavoro ha imparato a stringere i denti e a pensare: “Questo lo faccio per Dio”.

Simonetta è nata a Nereto, in Abruzzo, è la seconda di quattro figli e ha sempre avuto le idee chiare: nella vita avrebbe fatto l’insegnante di educazione fisica.

Non posso fare altro lavoro che questo: capriole e salti mortali

È cresciuta facendo sport e sua mamma era stata a sua volta un'insegnante di educazione fisica. In terza media ha la certezza che questa sarà la sua strada perché, praticando ginnastica artistica, pensava: “Non posso fare altro lavoro che questo: capriole e salti mortali”.

Lanciarsi in una nuova avventura

Simonetta si diploma presso l’Istituto Superiore di Educazione Fisica (ISEF) a L’Aquila e in seguito decide di trasferirsi a Milano con alcune amiche per cercare lavoro.

Dopo quattro anni nelle scuole statali come insegnante supplente a tempo indeterminato e quattro anni come insegnante di ruolo di educazione fisica conosce una collega della scuola alberghiera Samara che, pochi mesi dopo, le chiederà di sostituirla nell’incarico. In questo istituto - che oggi non esiste più poiché è stato trasformato nella scuola di pasticceria Paideia - Simonetta scopre l’Opus Dei, entrando a farne parte come aggregata.

Quando l’allora direttrice della scuola FAES Monforte le propone un contratto come insegnante di educazione fisica, Simonetta decide di lasciare il ruolo nello stato per intraprendere questa nuova avventura durata oltre 33 anni.

Simonetta con alcune colleghe della scuola Faes Monforte.

Piccole grandi soddisfazioni

I momenti più belli del suo lavoro sono legati alle gare di atletica, dove alcune alunne della scuola primaria sono state in grado di ottenere risultati nel salto in lungo migliori delle ragazze del liceo, e al laboratorio di teatro, dove con le colleghe di musica e di artistica si è occupata di organizzare coreografie e rappresentazioni teatrali.

Ricorda con emozione anche la festa che poche settimane fa le hanno organizzato per la pensione, in occasione della quale ha ricevuto lettere di ringraziamento e pensieri anche da parte dei genitori delle alunne.

se non fai fatica non puoi ottenere grandi risultati

Dal 2003 comincia a insegnare esclusivamente alla scuola primaria, faticando molto ma ricevendo tanto in cambio. “A volte queste soddisfazioni sono anche legate alla fatica: se non fai fatica non puoi ottenere grandi risultati.”

Momento dell'avventura di essere Campioni provinciali di Soft ball, Scuole Faes Argonne e Faes Monforte, 1990.

Affrontare le difficoltà con Dio

“Ho vissuto i momenti più faticosi nella tutoria, quando venivo assegnata come docente di riferimento incaricata di seguire il percorso scolastico e formativo di alcune alunne. In questi casi ho saputo aiutare ma a volte ci sono state incomprensioni e atteggiamenti che mi hanno fatto un po’ soffrire.” Simonetta continua: “Spesso, soprattutto quando all’inizio insegnavo alle scuole medie, ho vissuto momenti di sconforto perché sono molto sensibile e alcune ragazzine erano scostanti. L’aiuto che ho avuto nella direzione spirituale è stato quello di vedere Gesù nelle bambine, soprattutto nelle più difficili”.

quando lavoravo lo facevo per il Signore. Stringevo i denti e pensavo: Questo lo faccio per Dio

“Nei momenti di sconforto mi chiedevo: Chissà se sto facendo bene? e allora leggevo libri e facevo corsi di aggiornamento. Così mi rendevo conto che quello che facevo era tutto giusto. In quei momenti mi tornavano in mente le parole di mia mamma, che mi invitava a tenere duro, perché quando lavoravo lo facevo per il Signore. Stringevo i denti e pensavo: Questo lo faccio per Dio”.

Simonetta alla festa che le è stata organizzata quando è andata in pensione.

L’affetto per le bambine, la scuola e le colleghe è rimasto, ma la forza fisica veniva a mancare sempre di più: “Così ho capito che avrei dovuto anticipare la pensione di un anno e usare gli anni a venire per le persone anziane e non più per le bambine. Attualmente, infatti, sono a Cesena da mia mamma e mi sono messa a disposizione delle persone anziane della mia famiglia”.