Largo san Josemaría Escrivá ad Albano Laziale

Lunedì 27 giugno ad Albano Laziale è stato dedicato un largo cittadino al fondatore dell’Opus Dei.

Prima della cerimonia per la dedicazione della targa, nella cattedrale di San Pancrazio martire, mons. Vincenzo Viva, vescovo di Albano, ha celebrato la Santa Messa in memoria di san Josemaría. Nella breve omelia ha ricordato il messaggio principale del fondatore dell’Opus Dei, sottolineando che “il lavoro è il luogo dove si gioca la relazione con Dio e con i fratelli”, e ricordando le persone che negli anni ha incontrato e che seguono gli insegnamenti di san Josemaría, che gli hanno dimostrato, con la loro testimonianza, di aver trovato “la via concreta per essere santi, per vivere il vangelo, nella loro condizione di vita”.

Dopo la Santa Messa, le persone presenti, con il vescovo, si sono dirette verso il vicino largo san Josemaría Escrivá, per la cerimonia di svelamento della targa, alla presenza del sindaco Massimiliano Borelli.

Luigi Dieli, a nome del gruppo di cittadini che ha promosso presso il comune di Albano la dedicazione della piazza al fondatore dell’Opus Dei, ha ringraziato le autorità civili ed ecclesiastiche per la loro presenza all’evento e per il loro lavoro. Ha inoltre ricordato le due date, attestate dall’Istituto Storico san Josemaría Escrivà, in cui il fondatore dell’Opus Dei passò per Albano: “Il 17 agosto 1946 e il 18 maggio 1956. Nell’agosto ’46 in particolare egli cercava un po’ di sollievo alla calura romana, poco dopo il suo primo arrivo nella Città Eterna. Noi sappiamo che in realtà sono state molte di più le occasioni in cui è transitato nel nostro territorio e che – a pochi passi da qui – ha trascorso le sue ultime ore il 26 giugno 1975, terminando la sua vita terrena appena rientrato a Roma, anzi appena uscito dall’ascensore di casa”.

Da destra verso sinistra: Luigi Dieli, don Matteo Fabbri, mons. Vincenzo Viva, il sindaco Massimiliano Borelli.

Don Matteo Fabbri, vicario dell’Opus Dei per la delegazione del Centro-Sud Italia, riferendosi a una famosa frase del fondatore nell’omelia “Amare il mondo appassionatamente” (o sappiamo trovare il Signore nella nostra vita ordinaria, o non lo troveremo mai), ha così commentato: san Josemaría “ci dà un messaggio di speranza: in un’epoca di polverizzazione, di frammentazione del tempo e della vita di ciascuno, è possibile ritrovare una unità di vita, semplice e forte, composta dall’unione della vita attiva (il lavoro, le relazioni familiari di ciascuno e ciascuna) con quella contemplativa (la vita di preghiera, il rapporto filiale con Dio)”.