Il 28 marzo Papa Francesco ha ricevuto nell'Aula delle Benedizioni 600 partecipanti al corso annuale del foro interno della Penitenzieria Apostolica. Da 25 anni questo Dicastero offre questo corso, soprattutto ai sacerdoti recentemente ordinati e ai diaconi, per contribuire alla formazione di buoni confessori.
La confessione, esperienza di perdono e misericordia
Il Papa ha ricordato che "il protagonista del ministero della Riconciliazione è lo Spirito Santo. Il perdono che il Sacramento conferisce è la vita nuova trasmessa dal Signore Risorto per mezzo del suo Spirito... Pertanto, voi siete chiamati ad essere sempre uomini dello Spirito Santo, testimoni e annunciatori, lieti e forti, della risurrezione del Signore".
Ha inoltre avvertito i sacerdoti che "occorre lavorare molto su noi stessi, sulla nostra umanità, per non essere mai di ostacolo ma sempre favorire l’avvicinarsi alla misericordia e al perdono. La Confessione non è un tribunale di condanna, ma esperienza di perdono e di misericordia!
Infine, Francesco si è riferito alle "difficoltà che spesso la Confessione incontra. Sono tante le ragioni, sia storiche sia spirituali. Tuttavia, noi sappiamo che il Signore ha voluto fare questo immenso dono alla Chiesa, offrendo ai battezzati la sicurezza del perdono del Padre".
"Per questo – ha concluso il Papa–, è molto importante che, in tutte le diocesi e nelle comunità parrocchiali, si curi particolarmente la celebrazione di questo Sacramento di perdono e di salvezza. E’ bene che in ogni parrocchia i fedeli sappiano quando possono trovare i sacerdoti disponibili: quando c’è la fedeltà, i frutti si vedono."
Il confessionale può essere un vero "luogo" di santificazione
Come indica la nuova edizione del Direttorio per il Ministero e la vita dei presbiteri, "Non possiamo dimenticare che «la fedele e generosa disponibilità dei sacerdoti all’ascolto delle confessioni, sull’esempio dei grandi Santi della storia, da san Giovanni Maria Vianney a san Giovanni Bosco, da san Josemaría Escrivá a san Pio da Pietrelcina, da san Giuseppe Cafasso a san Leopoldo Mandić, indica a tutti noi come il confessionale possa essere un reale “luogo” di santificazione»" (Benedetto XVI, Discorso ai partecipanti al Corso promosso dalla Penitenzieria Apostolica (25 marzo 2011).
Risanare il cuore contrito nella confessione
Il Fondatore dell'Opus Dei si dedicò con generosità al ministero sacerdotale. Ricordava di aver confessato migliaia di bambini nelle baraccopoli di Madrid. Un articolo della rivista Studia et Documentatestimonia come negli anni '30 San Josemaría il sabato mattina passava molte ore nel confessionale per prendersi cura degli infermi ricoverati nel Patronato de Enfermos, di cui era il cappellano, e dei poveri che in quel giorno erano assistiti per diverse necessità. Inoltre le domeniche confessava bambini e bambine, alunni delle diverse scuole vicine al Patronato, che assistevano alle Messe che si celebravano per loro durante la mattina nella chiesa.
L'amore a questo sacramento si vede anche nei suoi scritti. "Avanti, qualunque cosa succeda! Ben protetto dal braccio del Signore, considera che Dio non perde battaglie. Se ti allontani da Lui, quale ne sia il motivo, reagisci con l'umiltà di chi vuole cominciare e ricominciare; di chi vuol fare da figlio prodigo tutti i giorni e anche molte volte nel corso delle ventiquattro ore; di chi vuole risanare il suo cuore contrito nella Confessione, vero miracolo dell'Amor di Dio. In questo sacramento meraviglioso, il Signore pulisce la tua anima e ti inonda di gioia e di forza per non venir meno nella lotta, e per ritornare instancabilmente a Dio anche quando tutto ti sembra oscuro." (Amici di Dio, 214)
"La vita umana, in un certo modo, è un continuo ritorno alla casa del Padre. Ritorno mediante la contrizione, la conversione del cuore, che presuppone il desiderio di cambiare, la decisione ferma di migliorare la nostra vita, e si manifesta pertanto in opere di sacrificio e di dedizione. Ritorno alla casa del Padre per mezzo del Sacramento del perdono, nel quale, confessando i nostri peccati, ci rivestiamo di Cristo e ridiventiamo suoi fratelli e membri della famiglia di Dio." (È Gesù che passa, 64)