Si considera fratello del defunto Papa e Servo di Dio Giovanni Paolo II. Sono stati amici sin dalla gioventù e persino negli studi,nella “ loro” bellissima Cracovia. Il cardinale polacco Andrzey Maria Deskur, del clero di Cracovia Presidente Emerito del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, di origine francese, stimato e insignito del prestigioso premio Bonifacio VIII, parla del Servo di Dio Giovanni Paolo II, del suo attentato del 13 maggio 1981, della sua figura e dei rapporti del defunto pontefice con l’Opus Dei. Insomma, una intervista a tutto campo.
Il cardinale Deskur oggi si trova in Svizzera per un breve periodo di riposo, malato nel fisico per una grave paralisi.
Eminenza, ci parli dell’attentato che subì Papa Giovanni Paolo II in Piazza San Pietro il 13 maggio 1981, un evento che la avrà sconvolta.
“Certamente, ne uscii turbato. Io era già malato, colpito da un ictus che mi aveva paralizzato, ma tenevo contatti costanti con Karol. Quel pomeriggio sentii caos, trambusto e appresi dell’accaduto dalle emittenti radiofoniche e televisive. Riuscii a mettermi in contatto poi con i più vicini collaboratori del Papa e compresi la gravità del danno, poi fortunatamente Karol si riprese”.
Papa Giovanni Paolo II ha parlato con Lei dell’attentato?
“Visti i rapporti, Le dico di sì. Lui ha sempre pensato che indipendentemente dai moventi politici, dietro quei colpi di pistola si nascondesse un’azione di Satana che voleva liberarsi di lui. Non a caso affermò che la Madonna di Fatima aveva deviato il proiettile. E la Madonna, dopo Gesù, è la più grande nemica di Satana”.
Che idea si è fatta di Giovanni Paolo II?
“Un uomo dolce e commovente, un fratello. Mi ha confortato con la sua presenza. Non dimenticherò mai che il primo giorno dopo la sua elezione a Successore di Pietro venne a visitarmi al Policlinico Gemelli dove ero ricoverato. Ma Karol, prima di essere nominato Papa spesso veniva a casa mia, trascorrevamo lunghe ore assieme parlando e in preghiera”.
Perchè portava tanta devozione per la Madonna?
“La visione mariana in lui era prioritaria, vedeva una madre. Era un uomo amabile, ma anche molto deciso, sapeva ciò che voleva e sapeva farsi rispettare. In certe biografie ne è uscita alcune volte un’idea falsa”.
Eminenza, lo ritiene Santo?
“Santo e subito, per giunta. Tutta la sua vita fu un inno alla Santità. Bastava vedere con quale intensità ascetica pregava, quasi il suo volto si trasformava. Ha vissuto la vita secondo il Vangelo, predicandolo e mettendolo in atto. Rispetto la prudenza della Chiesa, ma la sua santità è evidente”.
Giovanni Paolo II era molto legato alla Chiesa polacca…
“Pregava sempre per la sua Patria, gli era rimasta nel cuore e nell’animo. Sempre ricordava Cracovia, la sua seconda Patria e la Cattedrale del Wawel, la sua gioventù. Diceva che Cracovia rappresentava il suo cuore”.
Giovanni Paolo II e l’Opus Dei. Il fondatore dell’ Opus Dei, San Josemaría Escrivá de Balaguer spesso frequentava casa sua…
“Sì eravamo legatissimi e il sacerdote spagnolo mi rendeva visita”.
Che cosa pensava Karol dell’Opus Dei?
“Fu incuriosito dai mie discorsi sull’Opus Dei e su quanto gli riferivo di Josemaría Escrivá. Alla fine decise di saperne di più e spesso chiedeva dell’Opus Dei, su come si sviluppava nelle altre nazioni e nel mondo”.
Che cosa pensava Karol di Josemaría Escrivá?
“Era entusiasta dell’uomo. Non so se si siano mai incontrati, non ricordo, anche se è possibile. In ogni caso lo stimava tanto, ne apprezzava le doti di umanità ed umiltà, la sua vocazione alla preghiera”.
Ha mai affermato qualcosa di preciso su San Josemaría Escrivá?
“Più volte mi ha detto: quell’uomo per la fedeltà alla Chiesa, per l’ubbidienza ed anche per le calunnie che subisce diventerà santo. E Santo lo divenne davvero. Karol stimava molto l’Opus Dei e diceva che era un’Opera di Dio, un’ottima idea ed un buon frutto per la Chiesa. I rapporti tra Karol e l’Opus Dei erano eccellenti”.
Che cosa ricorda di Karol e Padre Pio?
“Amava quel frate e lo giudicava santo e degno di lode. In un quadernetto si segnava con piacere tutte le frasi di padre Pio, che mi ripeteva spesso: la Chiesa, affermava, ha bisogno di sacerdoti come lui”.