La cerimonia di intitolazione si è svolta sabato 12 aprile 2003 nell’edificio scolastico, a conclusione di mesi di lavoro educativo svolto dalle insegnanti e dal parroco per far comprendere agli alunni il senso dell'intitolazione e la figura e gli insegnamenti del nuovo santo; erano presenti, fra gli altri, L’arcivescovo di Cosenza, mons. Giuseppe Agostino, il Dirigente del Centro Servizi Amministrativi di Cosenza dott. Antonio Santagada, il Sindaco di Rose, dottor Mario Bria, il Parroco, don Battista Belcastro, i bambini, le loro insegnanti e le famiglie.
Dopo lo scoprimento della targa con la scritta “Scuola elementare san Josemaría Escrivá”, la Preside, dr.ssa Rosalba M.L. Ramundo, ha voluto innanzitutto ringraziare i genitori dei ragazzi che con le maestre avevano preparato la giornata, svoltasi in un ambiente reso festoso da decorazioni e arredi semplici e colorati. Sulle pareti erano in bella mostra disegni, poesie e preghiere a san Josemaría composte dai bambini nelle settimane precedenti. Quindi, dopo aver rivelato che “il pensiero di dedicare un edificio dell’Istituto di Rose a san Josemaría è nato dalla sconvolgente scoperta di un pensiero – quello del santo - che può essere di aiuto all’uomo di oggi”, non senza emozione ha dato lettura della lettera di saluto inviata dal Prelato dell’Opus Dei, mons. Javier Echevarría.
Ecco parte del testo della lettera di mons. Echevarría: “La sua recente lettera è una testimonianza viva della fiducia che la Comunità scolastica di Rose nutre nell’intercessione di san Josemaría Escrivá. La decisione di dedicargli l’edificio scolastico significa infatti che le famiglie affidano alla sua protezione il loro bene più prezioso: i bambini. Io sono certo che san Josemaría risponderà dal cielo ottenendo la grazia divina per tutte le necessità che quei piccoli gli presenteranno. I bambini infatti erano i suoi prediletti (…): “Bambino. - Malato. - Nello scrivere queste parole, non senti la tentazione di usare la maiuscola? È perché, per un’anima innamorata, i bambini e i malati sono Lui” (san Josemaría Escrivá, Cammino, n. 419). Per favore, dica ai ragazzi da parte mia di essere molto audaci nella preghiera, di chiedere con insistenza al Signore anche ciò che sembra impossibile e vedranno come Gesù ascolta chi lo supplica con cuore sincero. Dica loro anche di chiedergli soprattutto la grazia di far diventare santi sia loro che me. Non c’è nulla di altrettanto grande, nulla che ci possa rendere felici come la santità. Il santo è colui che ama il Signore con tutto il cuore, e si sforza sinceramente di fare la sua volontà (…). Quando sbaglia non si scoraggia ma torna pentito da Lui a chiedergli perdono nel Sacramento della Confessione. La santità non ha età. Tra i santi ci sono molti bambini. (…) Lasci che le dica, Signora, che il suo lavoro accanto a quei bambini e a quelle bambine ha un valore davvero inestimabile. Lei sta dando un contributo fondamentale alla loro formazione. La società di domani e soprattutto le famiglie che essi formeranno in futuro le saranno grati della sua dedizione … “.
Sono poi intervenuti il dott. Giovanni Conti, Console onorario di Francia e Presidente provinciale dell’Unicef, testimone oculare della santità di san Josemaría, avendolo incontrato più volte, a Roma e a Napoli, al tempo dei suoi studi universitari all’inizio degli anni sessanta, don Normann Insam, Vicario delegato della Prelatura dell’Opus Dei a Roma, che ha ricordato due idee guida della pedagogia di san Josemaría: l’educazione alla libertà e l’amore per la virtù della sincerità.
Mons. Giuseppe Agostino, arcivescovo di Cosenza-Bisignano, ha poi celebrato la santa Messa. Nell’omelia, elogiati i bambini per essere stati “i migliori in campo”, ha rammentato persone ed episodi della propria scuola elementare, e ha poi ricordato l’affermazione di Gesù, “se non diventerete come i bambini non entrerete nel regno dei cieli”. E san Josemaría – ha continuato - ci insegna come diventare bambini perché diceva che “Iddio ha messo nel cuore di ogni uomo – che è figlio di Dio - un seme, e questo seme è l’amore”. “Voi che avete voluto dedicare la scuola a san Josemaría, ricordatevi che Dio non è lontano. È dentro di noi. E che dovete vivere il suo spirito in tutte le cose, anche nel compimento del vostro dovere”. Ed ha concluso dicendo: “Tanti auguri a questa scuola ispirata a questo grande santo. Possa essere semina di Dio, semina di valori, semina di pace, perché questi ragazzi siano davvero il nostro domani, il nostro futuro”.