Nel 2025 cadono due anniversari importanti che riguardano il fondatore dell’Opus Dei,ragione per cui viene spontaneo chiederle,a beneficio di chi ancora non lo conoscesse, qual è il dono di san Josemaría Escrivá per la Chiesa e il mondo anche di oggi?
Il 2 ottobre 1928, san Josemaría ricevette da nostro Signore un messaggio con cui identificò la sua vita: tutti siamo chiamati alla santità, e per la maggior parte degli uomini e delle donne nostro Signore ci chiama a questa santità in mezzo al mondo, nelle circostanze ordinarie della vita. Il lavoro professionale, la famiglia, la rete di relazioni sociali sono l'ambito in cui dobbiamo santificare. Com’è facile intuire, questo messaggio sarà sempre attuale, perché il lavoro, la famiglia e le circostanze sociali, anche se cambiano accidentalmente, saranno sempre presenti nella vita umana. San Josemaría era solito dire che lo spirito che cercava di diffondere nel corso della sua vita era «antico come il Vangelo e nuovo come il Vangelo». San Giovanni Paolo II lo ha definito, con un’espressione molto grafica, «il Santo dell’ordinario».
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La santità per san Josemaría…
San Josemaría, che amava profondamente i religiosi e aveva molte amicizie profonde con i membri degli ordini e delle congregazioni del suo tempo, spiegava che la chiamata universale alla santità si concretizzava per la maggior parte dei cristiani nella vita secolare, ordinaria, fatta di cose solitamente piccole, forse poco importanti agli occhi degli uomini, ma piene divalore agli occhi di Dio.In breve, san Josemaría sostenne fin dal 2 ottobre 1928 che tutti siamo chiamati a essere santi, e che per il cristiano comune questa santità doveva essere ricercata nelle circostanze ordinarie, con una spiritualità propria delle persone comuni. La santità, diceva il Santo, usando un'espressione italiana, «nel bel mezzo della strada». È la santità «della porta accanto» a cui si riferiva papa Francesco nella sua esortazione apostolica Gaudete et exultate.
Quali sono i tratti peculiari di questa santità dell'ordinario?
Ogni santo riflette, in un modo o nell’altro, la santità di Gesù Cristo. Quando la Chiesa propone la vita di un santo alla venerazione del popolo di Dio, ci dice:potete arrivare a imitare Gesù, a identificarvi con Lui,anche attraverso la vita di questo santo. Ciascuna delle persone canonizzate ha messo in luce una qualche dimensione dell’infinita ricchezza della vita di Cristo. La vita e il messaggio di san Josemaría gettano una luce particolare sulla vita nascosta di nostro Signore, cioè il periodo trascorso a Nazareth prima della sua vita pubblica: un periodo spesso trascurato, ma che è stato redentivo quanto gli altri. La vita di Gesù a Nazareth, fatta di piccole cose della vita ordinaria– i rapporti familiari, le vicende di lavoro nella bottega di Giuseppe, le relazioni amichevoli tra gli abitanti del piccolo villaggio– era santa, aveva un valore redentivo, proprio come la sua vita pubblica. È in queste circostanze ordinarie che il Signore ci aspetta per vivere del suo amore e donarlo agli altri.
Quale consiglio darebbe san Josemaría, e lei con lui, a un giovane che si affaccia sulla vita e si chiede se ha una vocazione?
Nella Lettera agli Efesini leggiamo: «In Lui ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati di fronte a Lui nella carità» (Ef 1, 4). Questa è una delle possibili formulazioni della chiamata universale alla santità.San Josemaría ha fatto eco a queste parole di san Paolo, per risvegliare in tutti la ricerca di ciò che il Signore ci chiede. Tutti abbiamo una vocazione, ma spetta a ciascuno di noi scoprire ciò che il Signore ci chiede concretamente. L’attuale prelato dell'Opus Dei, mons. Fernando Ocáriz, ripete spesso che, per scoprire il nostro personale cammino di santità, dobbiamo chiedere al Signore la luce per vedere e la forza per volere. Seguire il Signore ed essere fedeli alla nostra vocazione personale ci rende felici nonostante le sofferenze e i limiti di questa vita. Faccio eco alle parole di Leone XIV nel suo primo Regina Coeli. Rivolgendosi ai giovani e ricordando implicitamente san Giovanni Paolo II, ha detto con voce forte: «Non abbiate paura». Non abbiamo paura di seguire la chiamata del Signore: quando ci doniamo, il Signore si riversa nei nostri cuori e ci riempie del suo amore e del suo zelo per le anime.
Che cosa direbbe san Josemaría alle persone e amici dell'Opus Dei oggi?
San Josemaría ha incoraggiato i cristiani a essere «seminatori di pace e di gioia». In un mondo come il nostro, con tanta aggressività nel dibattito pubblico, contante opinioni pessimistiche, con tanta sofferenza,con tanta mancanza di senso, cerchiamo di diventare seminatori di pace e di gioia, con il nostro sorriso anche quando non abbiamo voglia di sorridere, con la nostra disponibilità a servire, con la nostra volontà di ascoltare, con la nostra compassione. In questo modo saremo strumenti di cambiamento per ridare speranza a un mondo che sembra averla persa. Saremo, nonostante le nostre miserie, alter Christus, ipse Christus, un altro Cristo, lo stesso Cristo, come amava ricordarci san Josemaría.

