Con il beneplacito del cardinal Barbieri, arcivescovo di Montevideo, i due sacerdoti erano stati inviati da san Josemaría Escrivá per iniziare l’attività apostolica dell’Opus Dei nel nostro Paese. Le “nozze d’oro” di quegli inizi sono un motivo di profonda gratitudine verso Dio, che sarà condiviso da tutte le persone che si sforzano di ascoltare la chiamata alla santità nella vita ordinaria, scoperta quando hanno preso coscienza dello spirito dell’Opus Dei.
GLI INIZI
Giunti a Montevideo, i due sacerdoti presero alloggio in una vecchia casa di Bulevar Artigas y Canelones, che poco tempo prima era stata presa in affitto da don Ricardo Fernández Vallespín, un altro sacerdote dell'Opus Dei che da Buenos Aires veniva periodicamente nella nostra città per avviare le prime attività. Nei suoi viaggi aveva capito quanto fosse necessario offrire un alloggio agli studenti dell’interno del Paese che venivano a Montevideo per frequentare l’università e pensò che l’Opus Dei fosse in condizione di offrire questo servizio. Propose l’idea all’arcivescovo e a san Josemaría e fu così definita l’attività apostolica con la quale si sarebbe cominciato a fare i primi passi in Uruguay: una Residenza Universitaria.
La vita universitaria rientrava nelle esperienze di don Agustín e di don Gonzalo, dato che il primo era chimico di professione e il secondo medico oftalmologo; entrambi avevano conseguito il dottorato in Diritto Canonico ed erano vissuti nelle residenze universitarie avviate da san Josemaría nei rispettivi luoghi di studio: Saragozza e Salamanca. Tuttavia, mettere in piedi la Residenza, che si sarebbe chiamata Iará, non fu certo facile. Basti dire che, dopo essere riusciti con molto impegno a sistemare l’oratorio della casa e i mobili indispensabili, solo nel mese di marzo del 1958 fu possibile inaugurarla con il modesto concorso di quattro studenti residenti.
Tuttavia questo fu sufficiente perché, a poco a poco, un buon numero di liceali e di universitari cominciassero a ricevere la direzione spirituale dei due sacerdoti, che andavano spiegando loro il modo di rendere possibile, nella pratica, la risposta alla chiamata alla santità che Dio rivolge a tutti i battezzati.
Nello stesso tempo, in quei primi mesi, dovevano spiegare che l’Opus Dei è una istituzione formata quasi completamente da laici, perché i sacerdoti sono soltanto il due per cento del totale. La maggior parte dei suoi membri sono uomini e donne sposati, anche se altri rimangono celibi perché questo permette loro di essere più disponibili per le più diverse attività: una residenza, una scuola agraria, una università... Spiegavano anche che queste iniziative apostoliche costituiscono, per coloro che le dirigono, un vero lavoro professionale che ognuno svolge con la responsabilità delle proprie decisioni... Questi e altri concetti dovettero esporre i due sacerdoti nei primi tempi ai ragazzi e alle persone che man mano conoscevano, pur dovendo richiedere loro “un atto di fede”, giacché allora gli interlocutori vedevano solo i due sacerdoti...
Le cose andarono avanti così finché, alcuni mesi dopo, arrivarono a Montevideo, dall’Argentina e dalla Spagna, un chimico, uno studente universitario e alcune donne dell’Opus Dei. Con l’arrivo di questi laici la diffusione dello spirito dell’Opus Dei ebbe una forte crescita.
CINQUANT’ANNI
Durante cinque decadi, l’orazione di san Josemaría e la sua "presenza", che infondeva coraggio e senso soprannaturale furono costanti. Fino al 26 giugno 1975, nelle sue lettere e nelle conversazioni con gli uruguayani che passavano da Roma ripeteva, trasmettendo loro la sua forte convinzione: “Sognate, e la realtà supererà sempre i vostri sogni!”. Dopo che se n’è andato in Cielo, il suo desiderio mai realizzato di venire in Uruguay si trasformò in una vicinanza evidente a tutti quelli che si rivolgevano a lui da questa terra, perché la sua devozione ha messo radici in molte migliaia di uruguayani.
Intanto, in questi cinquant’anni il suo spirito si è diffuso in tutto il Paese: sono stati gli studenti e le studentesse delle Residenze Iará e Del Mar ad assumersi l’incarico di diffonderlo nei loro luoghi d’origine.
Dobbiamo ringraziare Dio perché da quel 20 ottobre 1956 a oggi, tante donne e uomini che si sono formati nello spirito di san Josemaría Escrivá – in sintesi, lavoro ben fatto per amore di Dio e con spirito di servizio al prossimo, vita di orazione e zelo apostolico - sia pure con limiti ed errori, si sforzano di essere fermento di vita cristiana in tutti gli ambienti. Alcuni di loro, aiutati da altre persone che condividono gli stessi ideali, hanno avviato centri di insegnamento di tutti i livelli e per tutti i livelli della società, chiedendo alla Prelatura dell’Opus Dei di assumerne l’orientamento spirituale e dottrinale.
Un altro motivo di gratitudine verso Dio e di gioia è il fatto che alcuni fedeli della Prelatura, che hanno conosciuto qui il suo spirito, sono andati a lavorare in 15 Paesi diversi. Sono 16 i sacerdoti uruguayani dell’Opus Dei che svolgono il loro ministero in Uruguay e in altre nazioni.
In questo anniversario ringrazio i lettori di “Entre Todos” per le loro preghiere, mentre chiedo a san Josemaría di aiutarci a far sì che, ogni giorno, sappiamo trasformare in realtà i suoi insegnamenti: “Il mio unico desiderio è servire la Chiesa come la Chiesa vuole essere servita”.