"Poiché gli impegni, gli affanni e le preoccupazioni ci fanno ricadere nell'abitudine, ci espongono al rischio di dimenticare quanto straordinaria sia l'avventura nella quale Gesù ci ha coinvolti - ha detto il Papa -, abbiamo bisogno, ogni giorno, di iniziare nuovamente il nostro esigente itinerario di vita evangelica, rientrando in noi stessi mediante pause ristoratrici dello spirito".
Per questo, ha spiegato, "con l'antico rito dell'imposizione delle ceneri, la Chiesa ci introduce nella Quaresima come in un grande ritiro spirituale che dura quaranta giorni".
Il Vescovo di Roma ha ricordato che nella Chiesa delle origini la Quaresima era il tempo privilegiato per la preparazione dei catecumeni ai sacramenti del Battesimo e dell'Eucaristia, che si celebravano nella Veglia pasquale.
"La Quaresima veniva considerata come il tempo del divenire cristiani, che non si attuava in un solo momento, ma esigeva un lungo percorso di conversione e di rinnovamento", ha commentato.
"La Quaresima aveva, ed ancor oggi conserva, il carattere di un itinerario battesimale, nel senso che aiuta a mantenere desta la consapevolezza che l'essere cristiani si realizza sempre co me un nuovo diventare cristiani: non è mai una storia conclusa che sta alle nostre spalle, ma un cammino che esige sempre un esercizio nuovo", ha spiegato.
"Siamo creature limitate, peccatori bisognosi sempre di penitenza e di conversione. Quanto è importante ascoltare ed accogliere questo richiamo in questo nostro tempo!".
Convertirsi, ha osservato il Papa, vuol dire "lasciarsi conquistare da Gesù e con Lui 'ritornare' al Padre".
"La conquista del successo, la bramosia del prestigio e la ricerca delle comodità, quando assorbono totalmente la vita sino ad escludere Dio dal proprio orizzonte, conducono veramente alla felicità? Ci può essere felicità autentica a prescindere da Dio?", si è chiesto il Pontefice.
"In realtà, la sola gioia che colma il cuore umano è quella che viene da Dio: abbiamo infatti bisogno della gioia infinita. Né le preoccupazioni quotidiane, né le difficoltà della vita riescono a spegnere la gioia che nasce dall'amicizia con Dio".
Il Papa ha infine presentato alla Chiesa il Messaggio per la Quaresima che ha scritto quest'anno, dedicato all'elemosina.
"Sappiamo quanto purtroppo la suggestione delle ricchezze materiali pervada in profondità la società moderna", ha constatato.
"Come discepoli di Gesù Cristo siamo chiamati a non idolatrare i beni terreni, ma ad utilizzarli come mezzi per vivere e per aiutare gli altri che sono nel bisogno".
Presentandoci la pratica dell'elemosina, ha concluso, la Chiesa "ci educa ad andare incontro alle necessità del prossimo, ad imitazione di Gesù, che, come nota san Paolo, si è fatto povero per arricchirci della sua povertà".