Benedetto XVI a Loreto

Benedetto XVI ha compiuto una Visita pastorale a Loreto per affidare alla Vergine Maria due imminenti avvenimenti: l'apertura dell'Anno della Fede e l'Assemblea Generale del Sinodo dei Vescovi sulla Nuova Evangelizzazione.

Il Papa ha voluto ricordare il suo Predecessore, il Beato Giovanni XXIII che cinquanta anni fa si recò a Loreto per affidare alla Vergine Maria il Concilio Ecumenico Vaticano II che si sarebbe inaugurato una settimana dopo.

Il Santuario di Loreto, luogo di pellegrinaggio fin dal secolo XIV, custodisce la Casa in muratura dove la Madonna visse a Nazaret. La Casa è il luogo dove Maria è nata, è stata fidanzata con Giuseppe, ha ricevuto l'annuncio dell'Angelo Gabriele e ha concepito nel proprio grembo il Figlio di Dio. Essa fa memoria pertanto del Mistero dell'Incarnazione.

Benedetto XVI, partito dall'eliporto vaticano alle 9:00, alle 10:00 è giunto a Loreto, accolto ricevuto dalle autorità religiose e civili della Regione. Successivamente Benedetto XVI si è recato al Santuario Lauretano, nella Piazza della Madonna dove ha salutato la Comunità dei Cappuccini del Santuario. Nella Santa Casa il Papa ha sostato alcuni minuti in adorazione davanti al Santissimo Sacramento ed ha pregato la Vergine di Loreto.

Alle 10:30, nella Piazza della Madonna, il Santo Padre ha celebrato la Santa Messa ed ha tenuto l'omelia della quale riportiamo ampi estratti.

"Il 4 ottobre del 1962, il Beato Giovanni XXIII venne in pellegrinaggio a questo Santuario per affidare alla Vergine Maria il Concilio Ecumenico Vaticano II, che si sarebbe inaugurato una settimana dopo. (...) A distanza di cinquant’anni, dopo essere stato chiamato dalla divina Provvidenza a succedere sulla cattedra di Pietro a quel Papa indimenticabile, anch’io sono venuto qui pellegrino per affidare alla Madre di Dio due importanti iniziative ecclesiali: l’Anno della fede, che avrà inizio tra una settimana, l’11 ottobre, nel cinquantesimo anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II, e l’Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, da me convocata nel mese di ottobre sul tema 'La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana'".

"Come ricordavo nella Lettera Apostolica di indizione, attraverso l’Anno della fede 'intendo invitare i Confratelli Vescovi di tutto l’orbe perché si uniscano al Successore di Pietro, nel tempo di grazia spirituale che il Signore ci offre, per fare memoria del dono prezioso della fede'. E proprio qui a Loreto abbiamo l’opportunità di metterci alla scuola di Maria, di lei che è stata proclamata 'beata' perché 'ha creduto'. (...) Maria ha offerto la propria carne, ha messo tutta se stessa a disposizione della volontà di Dio, diventando 'luogo' della sua presenza, 'luogo' in cui dimora il Figlio di Dio. (...) La volontà di Maria coincide con la volontà del Figlio nell’unico progetto di amore del Padre e in lei si uniscono cielo e terra, Dio creatore e la sua creatura. Dio diventa uomo, Maria si fa 'casa vivente' del Signore, tempio dove abita l’Altissimo".

"Il Beato Giovanni XXIII cinquant’anni fa, qui a Loreto, invitava a contemplare questo mistero (...) e continuava affermando che lo stesso Concilio aveva come scopo di estendere sempre più il raggio benefico dell’Incarnazione e Redenzione di Cristo in tutte le forme della vita sociale. È’ un invito che risuona oggi con particolare forza. Nella crisi attuale che interessa non solo l’economia, ma vari settori della società, l’Incarnazione del Figlio di Dio ci dice quanto l’uomo sia importante per Dio e Dio per l’uomo. Senza Dio l’uomo finisce per far prevalere il proprio egoismo sulla solidarietà e sull’amore, le cose materiali sui valori, l’avere sull’essere. Bisogna ritornare a Dio perché l’uomo ritorni ad essere uomo. Con Dio anche nei momenti difficili, di crisi, non viene meno l’orizzonte della speranza: l’Incarnazione ci dice che non siamo mai soli, Dio è entrato nella nostra umanità e ci accompagna".

"Ma il dimorare del Figlio di Dio nella 'casa vivente', nel tempio, che è Maria, ci porta ad un altro pensiero: dove abita Dio, dobbiamo riconoscere che tutti siamo 'a casa'; dove abita Cristo, i suoi fratelli e le sue sorelle non sono più stranieri. (...) È la fede, allora, che ci dà una casa in questo mondo, che ci riunisce in un’unica famiglia e che ci rende tutti fratelli e sorelle. Contemplando Maria, dobbiamo domandarci se anche noi vogliamo essere aperti al Signore, (...) oppure se abbiamo paura che la presenza del Signore possa essere un limite alla nostra libertà, e se vogliamo riservarci una parte della nostra vita, in modo che possa appartenere soltanto a noi. Ma è proprio Dio che libera la nostra libertà, la libera dalla chiusura in se stessa, dalla sete di potere, di possesso, di dominio, e la rende capace di aprirsi alla dimensione che la realizza in senso pieno: quella del dono di sé, dell’amore, che si fa servizio e condivisione".

"La fede ci fa abitare, dimorare, ma ci fa anche camminare nella via della vita. Anche a questo proposito, la Santa Casa di Loreto conserva un insegnamento importante. Come sappiamo, essa fu collocata sopra una strada. La cosa potrebbe apparire piuttosto strana: dal nostro punto di vista, infatti, la casa e la strada sembrano escludersi. In realtà, proprio in questo particolare aspetto, è custodito un messaggio singolare di questa Casa. Essa non è una casa privata, non appartiene a una persona o a una famiglia, ma è un’abitazione aperta a tutti, che sta, per così dire, sulla strada di tutti noi. Allora, qui a Loreto, troviamo una casa che ci fa rimanere, abitare, e che nello stesso tempo ci fa camminare, ci ricorda che siamo tutti pellegrini, che dobbiamo essere sempre in cammino verso un’altra abitazione, verso la casa definitiva, verso la Città eterna, la dimora di Dio con l’umanità redenta".

"C’è ancora un punto importante del racconto evangelico dell’Annunciazione che vorrei sottolineare, un aspetto che non finisce mai di stupirci: Dio domanda il 'sì' dell’uomo, ha creato un interlocutore libero, chiede che la sua creatura Gli risponda con piena libertà. (...) Dio chiede la libera adesione di Maria per diventare uomo. Certo, il 'sì' della Vergine è frutto della Grazia divina. Ma la grazia non elimina la libertà, al contrario, la crea e la sostiene. La fede non toglie nulla alla creatura umana, ma ne permette la piena e definitiva realizzazione".

"In questo pellegrinaggio che ripercorre quello del Beato Giovanni XXIII - e che avviene, provvidenzialmente, nel giorno in cui si fa memoria di san Francesco di Assisi, vero 'Vangelo vivente' - vorrei affidare alla Santissima Madre di Dio tutte le difficoltà che vive il nostro mondo alla ricerca di serenità e di pace (...) Vorrei affidare (...) anche questo speciale tempo di grazia per la Chiesa, che si apre davanti a noi. Tu, Madre del 'sì', che hai ascoltato Gesù, parlaci di Lui, raccontaci il tuo cammino per seguirlo sulla via della fede, aiutaci ad annunciarlo perché ogni uomo possa accoglierlo e diventare dimora di Dio".

Al termine della celebrazione eucaristica il Papa ha consumato il pranzo al Centro Giovanni Paolo II. Alle 17:00 il Santo Padre riparte alla volta del Vaticano dove giunge alle 18:00.

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