"Il nostro impegno per il Centro di Aiuto alla Vita"

Vi proponiamo la testimonianza di Luisa e Fabio Dolores, Alumni Rui, che raccontano il loro sabato mattina dedicato ad aiutare i volontari del Cav Mangiagalli di Milano.

Un sabato mattina diverso dal solito. Un po’ per dare una mano, un po’ per stare in compagnia, entrambi ingredienti classici per terminare una giornata contenti. Così abbiamo dato la nostra disponibilità a partecipare,insieme ad altri Alumni Rui, a un’attività di volontariato in favore del Cav Mangiagalli, il Centro di Aiuto alla Vita fondato e diretto da Paola Marozzi Bonzi. L'Associazione Alumni Rui promuove ogni anno diverse iniziative sociali, culturali e di volontariato, e il Cav Mangiagalli è un’istituzione conosciuta e apprezzata a Milano, e ancor più da noi ex residenti: difficilmente chi è passata per la Viscontea ha dimenticato quelle mattine d’inverno fuori dal portone, sui gradini d’ingresso, a vendere primule ai passanti.

Cercavamo di piazzarne il maggior numero tra noi residenti, col risultato che in poco tempo la Viscontea si trasformava in giardino fiorito. E iniziava la gara fra chi aveva il pollice verde e chi invece (come la sottoscritta) lo aveva “nero”.

Questa volta però non si è trattato di primule. Ci siamo ritrovati nel nuovo magazzino che il Cav ha comprato grazie alla generosità dei clienti di una nota società di supermercati, che hanno offerto i propri punti fedeltà per sostenere questa bella iniziativa.

È poi iniziato il lavoro: anzitutto, scaricare un camion pieno di scatoloni, contenenti le cibarie destinate alle migliaia di mamme seguite dal Cav. Mio marito e altri uomini, al lavoro di fatica; io e altre ragazze, guidate dalla saggia mano degli storici volontari del Cav, a sistemare gli scatoloni nel modo più intelligente possibile.

venti persone insieme, a svolgere un lavoro mai fatto prima, organizzandosi in autogestione sul posto, senza creare caos

Secondo step: aprire tutto e smistare con precisione certosina. Dai biscotti alle lenticchie, dagli omogeneizzati ai fusilli, controllando le date di scadenza di ogni prodotto. Uno a uno. Chi ci coordinava si è meravigliato che non sia scoppiato il caos: venti persone insieme, a svolgere un lavoro mai fatto prima, organizzandosi in autogestione sul posto. Forse però solo perché non era mai stato in residenza, e non aveva mai visto come funzionavano i nostri team!

Purtroppo io e Fabio ci siamo persi la parte più bella, la chiacchierata con Paola Marozzi Bonzi, che ha raggiunto il gruppo al termine del lavoro, per pranzare insieme, conoscere e ringraziare ciascuno. Dovevamo tornare da nostro figlio Gabriele, che avevamo lasciato a giocare da amici. Ci è rimasta però nel cuore l’allegria di una mattinata non comune, di un’esperienza nuova con gli amici di sempre. Da ripetere!