Il 28 ottobre 1958 veniva eletto Papa Giovanni XXIII. Alcuni mesi dopo, il 25 gennaio 1959, il nuovo Pontefice annunciò la convocazione di un Concilio ecumenico nella Chiesa.
L’11 ottobre 1962 ebbe luogo la solenne inaugurazione del Concilio, presieduta da Giovanni XXIII, alla quale parteciparono più di duemila vescovi di tutto il mondo. Finito con Paolo VI l’8 dicembre 1965.
«La vocazione cristiana […] è per sua natura anche vocazione all’apostolato» (Decr. Apostolicam actuositatem [AA], 2)
Anche i laici, essendo partecipi dell’ufficio sacerdotale, profetico e regale di Cristo, all’interno della missione di tutto il popolo di Dio hanno il proprio compito nella Chiesa e nel mondo» (AA, 2).
I lavori di questo concilio, a cui parteciparono più di 2500 padri conciliari, sono confluiti in quattro Costituzioni, nove Decreti e tre Dichiarazioni.
Costituzione dogmatica Dei Verbum
Sulla genuina dottrina sulla divina Rivelazione e la sua trasmissione, affinché per l'annunzio della salvezza il mondo intero ascoltando creda, credendo speri, sperando ami.
Costituzione dogmatica Lumen Gentium
La Chiesa [...] intende con maggiore chiarezza illustrare ai suoi fedeli e al mondo intero la propria natura e la propria missione universale [...] affinché tutti gli uomini, oggi più strettamente congiunti dai vari vincoli sociali, tecnici e culturali, possano anche conseguire la piena unità in Cristo.
Costituzione sulla sacra liturgia Sacrosanctum Concilium
Il sacro Concilio si propone di far crescere ogni giorno più la vita cristiana tra i fedeli; di meglio adattare alle esigenze del nostro tempo quelle istituzioni che sono soggette a mutamenti; di favorire ciò che può contribuire all'unione di tutti i credenti in Cristo; di rinvigorire ciò che giova a chiamare tutti nel seno della Chiesa. Ritiene quindi di doversi occupare in modo speciale anche della riforma e della promozione della liturgia.
Costituzione pastorale Gaudium et Spes
Il Concilio Vaticano II, avendo penetrato più a fondo il mistero della Chiesa, non esita ora a rivolgere la sua parola non più ai soli figli della Chiesa e a tutti coloro che invocano il nome di Cristo, ma a tutti gli uomini. A tutti vuol esporre come esso intende la presenza e l'azione della Chiesa nel mondo contemporaneo.
Il Concilio ha ricordato a tutti i fedeli e al mondo che Dio si avvicina a noi, ci viene incontro: ci ama, s'interessa a noi e conta su di noi; con la sua grazia, possiamo corrispondergli e fare un gran bene agli altri. Che la santità non è una meta riservata ad alcuni privilegiati, ma è alla portata di tutti e tutti noi siamo chiamati a ottenere l'unione con Dio in Cristo attraverso la nostra vita quotidiana: famiglia, lavoro, relazioni sociali.