Il beato Álvaro tra i personaggi del presepe del Campus Bio-Medico di Roma

Da inizio dicembre fino all’epifania nella hall del Campus Bio-Medico di Roma sarà esposto un presepe realizzato per l’occasione dal maestro Franco Artese, uno dei più importanti rappresentanti della scuola presepistica meridionale. Tra i personaggi del presepe anche il beato Álvaro.

Dal 9 dicembre scorso, pazienti, visitatori e professionisti appena arrivano all’ingresso del Policlinico vengono accolti da un presepe realizzato dal maestro Franco Artese, uno dei più importanti rappresentanti della scuola presepistica meridionale.

San Josemaría amava molto pregare aiutandosi con il presepe, come se fosse un personaggio tra gli altri: «Quando parlo davanti al presepio, cerco sempre di immaginarmi Gesù Nostro Signore proprio così, avvolto in fasce e adagiato sulla paglia di una mangiatoia; ma al tempo stesso cerco di vederlo, mentre è ancora bambino e non parla, come Dottore e Maestro. Ho bisogno di considerarlo in questo modo, perché devo imparare da Lui. Per imparare da Lui è necessario conoscere la sua vita; è necessario leggere il santo Vangelo e meditare le scene del Nuovo Testamento per addentrarci nel senso divino dell'esistenza terrena di Gesù». (San Josemaría Escrivá, È Gesù che passa n.14)

Con lo sguardo di un bambino

Tutto del presepe è stato curato nei minimi dettagli. Dalla grotta della Natività, ambientata in una chiesa rupestre, ai personaggi, che sono circa una quarantina e sono stati realizzati in terracotta dal maestro Vincenzo Velardita di Caltagirone.

Per Artese, infatti: «Un presepe deve essere realizzato con lo sguardo di un bambino, ossia con amore, passione e attenzione ai dettagli. In questo periodo del Natale, la bellezza del presepe accompagna le persone a vivere meglio la propria vita».

«In questo luogo la tradizione del presepe assume certamente un significato particolare. - ha commentato Franco Artese - La forma dell’opera è stata pensata proprio per abbracciare lo spettatore e così accogliere tutti coloro che entrano nel Policlinico, nel segno della partecipazione a un’unica collettività».

Il presepe è stato allestito all’interno della hall del Policlinico, a circa 82 centimetri da terra: gli occhi dei personaggi sono, infatti, quasi ad altezza del nostro sguardo. Grazie a questo gioco di prospettiva che consente a chi la ammira di sentirsene anche un po’ parte, basta abbassare leggermente il proprio sguardo per ritrovarsi davanti a un’atmosfera unica che richiama quella di Matera, città natale del maestro Artese e patrimonio dell’umanità Unesco: mamme che cullano tra le braccia i loro bambini, viandanti che passeggiano per strada, commercianti con ceste di frutta e alimenti. Abitanti incuriositi che si affacciano dalle porte delle abitazioni, animali che pascolano e infine Maria e Giuseppe che accolgono con gioia la nascita del loro figlio Gesù.

La statuina del beato Álvaro

A rendere ancora più speciale l’opera è una statuina che riproduce il beato Álvaro del Portillo, successore di san Josemaría Escrivá e tra i primi a sognare la nascita a Roma di un Policlinico Universitario ispirato ai principi cristiani, mentre assiste un’ammalata, per richiamare in modo diretto e immediato i valori di umanizzazione delle cure e vicinanza alle persone che da oltre trent’anni ispirano l’attività del Policlinico Campus Bio-Medico.

«Ospitare il presepe del maestro Artese vuol dire rinnovare un legame profondo con le radici che hanno dato vita al nostro Policlinico. - ha affermato Carlo Tosti, Presidente della Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico - In particolare, la statuina del beato Álvaro che assiste una donna malata raffigura la bellezza della cura e la dignità che appartiene a ogni persona, soprattutto nei momenti di maggiore vulnerabilità. È questo anche il cuore della nostra missione».