Giornate di studio: Un tesoro da offrire a molte

Le giornate di studio o settimane di studio per le soprannumerarie e i soprannumerari sono brevi convegni di approfondimento sulla fede, l’attualità, la vocazione e occasioni per sperimentare la ricchezza delle relazioni. In questo articolo sono raccolte le testimonianze di alcune donne che vi hanno preso parte negli anni scorsi.

Eleonora, medico scrive: «Sebbene le settimane di studio offrano numerose occasioni di formazione umana e dottrinale, come workshop e lezioni frontali, l'aspetto più formativo e affascinante per me è sempre stato il poter imparare dalla vita delle altre soprannumerarie. La vita vissuta parla più di ogni teoria e illumina il cammino: poter condividere le proprie gioie e difficoltà, curare le amicizie che in quei giorni si generano e che poi resistono nel tempo, sentirsi parte di una grande famiglia, sapere che sempre queste persone che condividono con me la vocazione all’Opera, saranno accanto a me e mi aiuteranno ad affrontare tutto della vita con lo sguardo fisso sul Signore».

Rosaria di Napoli descrive l’attività a cui ha partecipato in una sede particolarmente significativa per la storia dell’Opera: «Le ultime giornate di studio a cui ho partecipato sono state speciali perché non solo mi sono sentita in famiglia ma anche a casa. Ho partecipato all’attività a Villa delle rose (Castel Gandolfo), una casa con molti ricordi legati alla vita di san Josemaría. Qui ho riscoperto una cura e un’attenzione per le persone e per la casa, grazie al lavoro unico delle numerarie ausiliari che creano e trasmettono uno splendido clima di famiglia: mi hanno arricchito anche le nostre chiacchierate dopo pranzo e dopo cena, cariche di affetto e di desiderio di far gioire e divertire ciascuna. Siamo tornate col desiderio di approfondire e di diffondere operativamente tanto bene, con l’aiuto dello Spirito Santo. Partecipare alla settimana di studio a Villa delle rose è un tesoro da offrire a molte: a chi ha ancora energie e anche a chi le vuole recuperare!»

Lucia della provincia di Lecco, studentessa di Giurisprudenza racconta la sua prima esperienza alle giornate di studio: «Quando ho chiesto l'ammissione all'Opera conoscevo pochissime soprannumerarie e nessuna della mia età. Quell’estate, durante le giornate di studio a Napoli, ho ricevuto il dono di incontrare tante altre giovani soprannumerarie. Fin da subito mi è stato chiaro come, nonostante avessimo ricevuto la stessa chiamata, ognuna di noi fosse diversa e unica. Questa unicità e diversità è ciò che rende questi giorni insieme così speciali. È estremamente utile e formativo il tempo che, dopo le lezioni, o le attività proposte, trascorriamo a dialogare tra di noi, condividendo domande, esperienze e riflessioni. Questa condivisione mi aiuta proprio a vedere come ognuna nella sua diversità viva in profondità lo spirito dell'Opera e lo faccia suo in un modo unico. Durante questi giorni passati insieme capisco sempre più che cosa intendesse san Josemaría quando diceva: “Di cento anime ci interessano tutte e cento”. Non è innanzitutto a noi che interessano tutte e cento le anime, ma a Dio. È Lui che le chiama tutte e cento, una ad una, nella unicità di ciascuna, e questo durante le settimane di studi si vede chiaramente. L’altro aspetto che mi riempie sempre il cuore di gioia durante questo incontro annuale, è il clima di famiglia; alla mia prima settimana di studio non conoscevo quasi nessuna, eppure tutte mi hanno accolto con allegria ed affetto sincero. Credo di poter fare il paragone con quelle grandi famiglie i cui membri si vedono forse solo una volta all'anno, ma che sanno di esserci sempre reciprocamente e sanno gioire gli uni per gli altri!»

Silvana di Cosenza mette a confronto le attività di formazione abituali svolte nella quotidianità e quelle residenziali: «La formazione durante le giornate di studio annuali residenziali mi consente di applicarmi con più attenzione - per il tempo che si ha a disposizione - di dedicarmi a leggere, meditare e interiorizzare, arricchire la mente ed il cuore. I contenuti formativi che ricevo durante l'anno invece sono come le impalcature necessarie per sostenere e a volte raddrizzare il quotidiano, si adattano come un guanto alla mano che lo porta e offrono contenuti efficaci e più immediati».

Emilia di Napoli commenta: «Le settimane di studio residenziali sono sempre state per me una magnifica opportunità di vivere e sperimentare appieno lo spirito dell’Opera. Una full immersion lontano da casa, in un clima familiare e di condivisione che stimola il desiderio di crescere nella fede e nella fraternità. Sono anche occasioni di conoscere persone provenienti da altre città e spesso anche da Paesi lontani. Lo scambio di esperienze e di iniziative nelle simpatiche tertullie sono uno stimolo e una fonte di ispirazione per tutte. Da ogni settimana di studio mi porto via un bagaglio di gratitudine, di buon umore e di affetto.

E Lolita, docente di lingue in pensione, aggiunge: «Vita di famiglia, condivisione, sentirsi a proprio agio, ricaricarsi nel corpo e nello spirito. Questi sono alcuni doni che una settimana di studio può regalare. Non c’è paragone con gli altri appuntamenti di formazione: fuori casa si riceve cento volte di più!»

Marta di Trieste è al primo anno di specializzazione in oculistica, per lei le giornate di studio sono un’opportunità unica. «Per noi soprannumerarie è un grande aiuto condividere tante esperienze che ci accomunano e confrontarsi su come affrontarle. Il programma è realizzato sempre con una modalità molto concreta e di confronto (le tavole rotonde mi piacciono moltissimo) e per la nostra vocazione queste occasioni sono davvero importanti per riflettere sui temi della società di oggi, e soprattutto sulle tante difficoltà che ci troviamo ad affrontare negli ambienti lavorativi; quali strategie e virtù possiamo tirare fuori per essere testimoni credibili.

Rossella, insegnante trova nella convivenza con altre soprannumerarie l’incoraggiamento a scoprire di poter mettere in gioco i propri talenti: «Nel partecipare ai gruppi di lavoro ho la meravigliosa sensazione e convinzione di trovarmi con persone belle che portano avanti tante cose, e io non devo scoraggiarmi: la vocazione non è garanzia di santità, si può mettere impegno e si acquistano capacità insospettate. Le settimane di studio sono un ottimo stimolo a ragionare, ad approfondire, a fare sintesi e ad ascoltarsi le une con le altre con rispetto e interesse».

Marianna, avvocato sottolinea l’approfondimento dottrinale e teologico previsto nei programmi: «L'aspetto che più apprezzo sono le lezioni di teologia, perché si approfondiscono temi dottrinali, che ci tornano utili quando dobbiamo dar ragione della nostra fede. A volte ci capita di discutere di temi religiosi con persone che sollevano obiezioni alle quali possiamo dare una risposta soddisfacente solo se conosciamo le Sacre Scritture, il Catechismo, i documenti promulgati dalla Chiesa. Quest'anno per esempio abbiamo approfondito la teologia della Chiesa, con lo studio della Lumen Gentium, ed è stato molto interessante».

Annarita e Anna di Catania sottolineano il beneficio che traggono dalla settimana di studio e non esitano a definire queste giornate come rigeneranti e di innegabile relax: «Per me è un momento di intensa ricarica, sia spirituale che fisica. Nonostante le mille difficoltà logistiche che, inevitabilmente, si presentano nella fase organizzativa a livello familiare e lavorativo, è un'opportunità che non mi lascio sfuggire. Ho apprezzato da sempre i benefici che ne derivano: rinnovata intimità con Dio, "refresh" delle norme del piano di vita, intensa formazione, nuovo spirito e nuove idee per l’apostolato. Inoltre, stare insieme ad altre soprannumerarie per cinque giorni interi mi aiuta a conoscerle meglio e a condividere nuove esperienze, che, considerando la frenesia del quotidiano e dei periodi ordinari, diventa una grande ricchezza».

Anna apprezza il clima disteso e di grande amicizia che si crea quasi subito e che a distanza di tempo si ricorda; clima che si ritrova ogni anno anche se in luoghi e con persone diversi: «La settimana di studio mi svela nuovi orizzonti, perché la condivisione delle esperienze vissute dalle altre mi aiuta e mi è di stimolo per non appiattire la vita spirituale, professionale e umana. Considero questa esperienza un regalo divino, ma anche un regalo che mi faccio con vero piacere!»