Papa Francesco ci ha chiesto, in occasione del Giubileo della Misericordia, di riscoprire le opere di misericordia. Esse infatti sono «modo per risvegliare la nostra coscienza spesso assopita davanti al dramma della povertà e per entrare sempre più nel cuore del Vangelo, dove i poveri sono i privilegiati della misericordia divina». Vi offriamo qui una serie di immagini con una frase di un santo per ogni opera di misericordia.
Opere di misericordia corporale
Dar da mangiare agli affamati
«Quando il tuo cuore è toccato, colpito dalla miseria altrui, ecco, allora quella è misericordia. Fate attenzione pertanto, fratelli miei, come tutte le buone opere che facciamo nella vita riguardano veramente la misericordia. Ad esempio: tu dai del pane a chi ha fame; daglielo con la partecipazione del cuore, non con noncuranza, per non trattare come un cane l’uomo a te simile. Quando dunque compi un atto di misericordia comportati così: se porgi un pane, cerca di essere partecipe della pena di chi ha fame; se dai da bere, partecipa alla pena di chi ha sete; se dai un vestito, condividi la pena di chi non ha vestiti; se dai ospitalità condividi la pena di chi è pellegrino; se visiti un infermo quella di chi ha una malattia; se vai a un funerale ti dispiaccia del morto e se metti pace fra i litiganti pensa all’affanno di chi ha una contesa. Se amiamo Dio e il prossimo non possiamo fare queste cose senza una pena nel cuore».
(Sant’Agostino, Discorso 358/A, 1)
2. Dar da bere agli assetati
«Quanto è lunga l’attesa di un bicchiere d’acqua da parte dell’ammalato che ha sete!».
(Sant’Agostino, En. in ps. 36, d. 1, 10)
3. Vestire gli ignudi
«Quante volte ho intravisto Gesù nei poverelli! Dobbiamo trattarli come nostri padroni».
(San Luigi Orione in Flavio Peloso, Lo spirito di Don Orione, vol.7, p.9-15)
4. Alloggiare i pellegrini
«Prendete il posto più angusto, più umile, per lasciare ai bambini, alle fanciulle, ai poveri la parte più bella, più arieggiata, più comoda. Servite Gesù Cristo nei poveri, che devono essere sempre i nostri più cari fratelli. E questo si faccia con spirito di amore a Gesù Signore Nostro».
(San Luigi Orione, Lettera)
5. Visitare gli infermi
«Nelle persone ammalate o sofferenti, dobbiamo scorgere Gesù inchiodato in croce e non un parassita o un membro improduttivo».
(Diario di santa Faustina Kowalska)
6.Visitare i carcerati
«Fa elemosina chi riconduce l'errante sulla via della verità; fa elemosina chi istruisce l'ignorante, chi annuncia la par ola di Dio ai suoi vicini; fa elemosina chi non cessa di condividere i propri beni materiali con i propri fratelli, cioè con gli altri uomini; fa elemosina chi offre cibo e vesti ai bisognosi, li ospita, visita gli infermi, sostiene con i propri beni i carcerati e i tribolati, e non manca di liberare i condannati a morte e ai supplizi. Infatti tutte le opere buone che ogni giusto compie in questa vita possono essere comprese con questo unico nome».
(San Rabano Mauro, La formazione dei chierici 2,28)
7.Seppellire i morti
«Nostra speranza e nostra fede è la risurrezione dei morti. Essa è anche il nostro amore: lo accende l'annuncio delle cose che ancora non vediamo, e l'infiamma di un desiderio così intenso che, mentre noi crediamo quello che ancora non vediamo, i nostri cuori diventano capaci di quella beatitudine che ci è stata promessa nel futuro. Non dobbiamo quindi lasciarci prendere dall'amore delle cose temporali e visibili, quasi sperassimo di godere, quando risorgeremo, di piaceri e diletti sensibili simili a quelli che invece ora giova disprezzare proprio per vivere meglio e essere migliori. Se togliamo la fede nella risurrezione dei morti, crolla tutta la dottrina cristiana. Ma una volta posta salda la fede nella risurrezione dei morti, si deve distinguere nettamente la vita futura da questa nostra che passa, se si vuole avere una sicurezza interiore. Dunque il problema si pone così: se non v'è risurrezione dei morti, non v'è per noi speranza di vita futura, ma se vi sarà risurrezione dei morti, vi sarà veramente la vita futura. Quale sarà la vita futura, è il secondo punto da trattare. Due quindi i problemi: il primo, se vi sarà risurrezione dei morti, il secondo quale sarà la vita dei santi nella risurrezione».
(Sant’Agostino, Discorso 361)
Opere di misericordia spirituale
1. Consigliare i dubbiosi
«Ciascuno si fondi saldamente su questa verità, che l’insegnamento di Gesù Cristo non può mai ingannare, mentre la dottrina del mondo è sempre ingannevole».
(San Vincenzo de’ Paoli, RC II,1)
2. Insegnare a chi non sa
«Chiunque può sperimentare che nessuno può crescere bene nella scienza così come quando comunica agli altri ciò che egli sa».
(San Tommaso d’Aquino, Sermo 8)
3. Correggere chi sbaglia
«Sarai buono solo se saprai vedere le cose buone e le virtù degli altri. — Pertanto, se devi correggere, fallo con carità, nel momento opportuno, senza umiliare... e con la disposizione di imparare e di migliorare tu stesso in ciò che correggi».
(san Josemaría Escrivá, Forgia, 455)
4. Consolare gli afflitti
«La peggiore malattia oggi è il non sentirsi desiderati né amati. Il sentirsi abbandonati. Vi sono molte persone al mondo che muoiono di fame, ma un numero ancora maggiore che muore per mancanza d’amore. Ognuno ha bisogno d’amore. Ognuno deve sapere di essere desiderato, di essere amato e di essere importante per Dio. Vi è fame di amore e vi è fame di Dio».
(Madre Teresa, La peggiore malattia)
5. Perdonare le offese
«Sappiamo che se vogliamo amare veramente, dobbiamo imparare a perdonare. Perdonate e chiedete di essere perdonati; scusate invece di accusare. La riconciliazione avviene per prima cosa in noi stessi, non con gli altri. Inizia da un cuore puro».
(Madre Teresa,Imparare a perdonare)
6. Sopportare pazientemente le persone moleste
«Non dire: quella persona mi secca. —Pensa: quella persona mi santifica».
(san Josemaría Escrivá, Cammino, 174)
7. Pregare Dio per i vivi e per i morti
«Non si può capire il potere che un'anima pura ha sul buon Dio. Non è lei che fa la volontà di Dio, è Dio che fa la sua».
(Santo Curato d’Ars, Scritti scelti)