Mons. Fernando Ocáriz: Fiduciosi nella speranza, per rendere più efficace la nostra missione

Lunedì 7 ottobre ha avuto luogo l’inaugurazione dell'Anno Accademico 2024/2025, quarantesimo di attività della Pontificia Università della Santa Croce. In questo articolo puoi trovare le parole di mons. Fernando Ocáriz nell’atto di apertura dell’anno accademico.

Parole conclusive nell’atto di apertura dell’anno accademico

Eminenze, Eccellenze, Professori, Collaboratori, Studenti, Signore e Signori,

La ricorrenza dell’inizio dell’anno accademico ci offre ancora una volta l’opportunità di ritrovarci per ringraziare insieme il Signore di tutti i doni ricevuti durante il corso che si è appena concluso, e chiedere allo Spirito Santo le grazie necessarie per affrontare le sfide che la comunità universitaria incontrerà nella ricerca scientifica e nella docenza.

In questi giorni si svolge la tappa conclusiva del Sinodo dei vescovi sulla sinodalità. Oltre all’eventuale collaborazione di docenti e studenti nello svolgimento delle fasi diocesane e romane di questo evento ecclesiale, tutti siamo stati personalmente coinvolti almeno nell’unione alla preghiera del Santo Padre affinché, in occasione del Sinodo, il soffio dello Spirito Santo rinvigorisca la carità e lo spirito missionario in tutti. 

In questo mese di ottobre si compiono quarant’anni da quando, con l’approvazione dell’allora Congregazione per l’Educazione Cattolica, aprirono i battenti le sezioni romane delle facoltà di Teologia e Diritto Canonico dell’Università di Navarra. Tre mesi più tardi, il 9 gennaio 1985, con un decreto della stessa Congregazione esse furono ufficialmente costituite nel Centro Accademico Romano della Santa Croce. Quell’anno si iscrissero 41 studenti. 

Ringraziando il Signore, siamo testimoni della crescita e del consolidamento di questo progetto educativo al servizio della Chiesa universale, desiderato da San Josemaría Escrivá e iniziato per l’impulso del Beato Álvaro del Portillo, suo successore nell’Opus Dei. Attualmente sono più di milletrecento gli studenti iscritti nelle quattro facoltà e nell’istituto di scienze religiose, circa 130 i docenti stabili e incaricati, e una sessantina i membri del personale tecnico e amministrativo.

Sono grandi anche i frutti della preghiera e della dedicazione di benefattori di tutto il mondo: migliaia di studenti provenienti da ogni angolo del mondo, che in tutti questi anni sono passati per queste aule, sono tornati nei loro paesi o sono andati altrove in missione per portare il vangelo sia a culture che ancora attendono il primo annuncio della salvezza, sia in paesi di tradizione cristiana che questo annuncio l’hanno ormai quasi dimenticato.

Il prossimo 24 dicembre, Papa Francesco darà inizio al Giubileo ordinario del 2025. Nella bolla d’indizione del Giubileo, il Papa chiama tutti a un nuovo incontro con Gesù Cristo, che è l’unico capace di riempire il cuore di vera speranza. Lo Spirito Santo tiene accesa la fiamma della speranza nella Chiesa, sorretta dalla grazia che scaturisce dalla Croce e Risurrezione di Cristo in mezzo alle prove e difficoltà che essa incontra lungo il suo cammino. Ringraziando il Signore per tutte le grazie ricevute in questi quarant’anni di storia dell’università, guardiamo con speranza il futuro. Come rileva il Santo Padre al momento d’indire il Giubileo, citando l’apostolo Paolo, tra i frutti dello Spirito Santo c’è la pazienza, intimamente legata alla speranza. «La pazienza, frutto anch’essa dello Spirito Santo –scrive il Papa-, tiene viva la speranza e la consolida come virtù e stile di vita. Pertanto, impariamo a chiedere spesso la grazia della pazienza, che è figlia della speranza e nello stesso tempo la sostiene» [Spes non confundit, n. 4].

Oggi la speranza ci muove, in unione con il Santo Padre e tutta la Chiesa, ad offrire la preghiera e il digiuno per la pace nel mondo, con la sicura speranza nell’amore di Dio per tutti.

Abbiamo tanti progetti in corso di realizzazione per rendere più efficace la missione dell’università. Ma come è già stato nel passato, nel cammino non mancheranno problemi e difficoltà di ogni tipo. Bisogna perciò lavorare pazientemente, fiduciosi nella speranza, perché come soleva dire San Josemaría, se lasciamo fare a Dio, Egli farà prima, di più e meglio di quanto avevamo previsto nei nostri piani.

Con questo augurio di speranza nel futuro, chiedendo la benedizione del Signore, l’intercessione della Sua Ss.ma Madre Maria, di san Josemaría e del beato Álvaro, dichiaro inaugurato l’anno accademico 2024/2025, nel quarantesimo anniversario della fondazione di questa Università della Santa Croce.


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