4.1 Sul Congresso generale ordinario
4.2 Sulle Assemblee regionali
4.3 Sugli Statuti dell’Opus Dei
4.4 Altre domande e risposte
4.1 Sul Congresso generale ordinario
Cos’è un Congresso generale ordinario, e quali sono stati i precedenti?
Secondo gli Statuti dell’Opus Dei, i Congressi generali ordinari sono riunioni che si celebrano ogni otto anni, con lo scopo di fare un bilancio del lavoro svolto e di indicare alcune linee guida per l’azione evangelizzatrice dei membri dell’Opus Dei – sacerdoti e laici, uomini e donne, sposati e celibi. In tale occasione si rinnovano anche gli incarichi del Consiglio Generale e dell’Assessorato Centrale.
L’ultimo Congresso generale ordinario dell’Opus Dei (il IX) si è tenuto subito dopo il Congresso generale elettivo del gennaio 2017, durante il quale, in seguito alla morte del prelato mons. Javier Echevarría, fu eletto mons. Fernando Ocáriz, nominato successivamente prelato dell’Opus Dei da papa Francesco. Il 14 febbraio 2017, mons. Ocáriz ha pubblicato una lettera con le principali conclusioni del Congresso. Il precedente Congresso generale (VIII) si era svolto nell’aprile 2010.
Che temi verranno affrontati nel Congresso generale ordinario del 2025?
Il prelato dell’Opus Dei ha spiegato (messaggio del 25 gennaio) che i due temi principali saranno: approfondire la proposta di modifiche agli Statuti richiesta dalla Santa Sede e studiare le conclusioni delle Assemblee regionali che si sono svolte durante l’ultimo anno in tutte le circoscrizioni territoriali dell’Opera.
Come si svilupperà il Congresso?
Nella prima parte del Congresso, il prelato presenterà ai partecipanti una panoramica sull’attività apostolica e formativa dalla precedente Assemblea generale ordinaria e sull’applicazione delle linee indicate nella lettera del febbraio 2017. In modo particolare, verrà illustrato lo stato dei lavori per la revisione degli Statuti dell’Opus Dei, che successivamente saranno presentati alla Santa Sede per l’approvazione.
La seconda parte del Congresso sarà dedicata allo studio delle conclusioni e proposte emerse dalle Assemblee regionali, che si sono tenute nel 2024 in tutte le circoscrizioni della Prelatura (cfr. n. 3.3 b). Successivamente verrà redatto un documento conclusivo, che sarà sottoposto alla votazione dei congressisti e delle congressiste, e che definirà le linee di lavoro fino al prossimo Congresso generale.
Inoltre, in ciascuna delle due sessioni si procederà alla revisione (nomina o rinnovo) di tutti gli incarichi, rispettivamente, del Consiglio Generale e dell’Assessorato Centrale dell’Opus Dei, su proposta del prelato al Congresso. Una volta concluso il Congresso, il prelato, insieme agli organismi centrali, procederà alla revisione di tutti gli incarichi di governo a livello regionale.
Chi viene convocato al Congresso?
Sono convocati tutti i congressisti, uomini e donne, nominati secondo quanto indicato negli Statuti dell’Opus Dei (nn. 130, § 2 e 133, § 3). Per essere congressista si richiede un'età di almeno 32 anni e 9 anni di incorporazione definitiva alla prelatura. I congressisti sono nominati dal prelato tra i membri dei Paesi dove l’Opus Dei svolge il suo apostolato, con il voto deliberativo degli organi di governo centrale (Consiglio generale per gli uomini, Assessorato centrale per le donne) e tenendo conto del parere della circoscrizione di origine. Tutti i congressisti sono numerari, e la maggior parte di loro ha lavorato o sta lavorando attualmente nel governo della prelatura nelle diverse circoscrizioni. Questo agevola la conoscenza delle sfide apostoliche dei luoghi in cui vivono e lavorano.
Possono anche essere convocati dal prelato altri fedeli della prelatura in qualità di esperti, con voce senza però il diritto di voto (n. 130, § 4).
Il numero dei partecipanti al Congresso è di 279 congressisti, di cui 127 donne (45,5%) e 152 uomini (54,5%). Provengono dai cinque continenti: Africa (6,8%), America (37,3%), Asia (5,7%), Europa (48,7%) e Oceania (1,4%). Questa distribuzione riflette la presenza complessiva dei fedeli dell’Opus Dei nei rispettivi continenti. Saranno presenti 95 sacerdoti, pari al 34% dei congressisti. Per quanto riguarda la fascia d’età, la partecipante più giovane ha 37 anni, mentre il più anziano ne ha 91.
4.2 Sulle Assemblee regionali
Uno dei temi del Congresso riguarda le assemblee regionali: che cosa sono queste assemblee?
Le assemblee regionali, dette anche settimane di lavoro, sono attività previste negli Statuti dell’Opus Dei (nn. 162-170) affinché in ogni circoscrizione vengano studiati i temi più rilevanti per la formazione e la missione apostolica dei suoi membri, e si faccia il bilancio del tempo trascorso dall’assemblea precedente (n, 162). Si tengono ogni dieci anni e vengono convocate dal vicario regionale per mandato del prelato (n. 164). Sono uno strumento, che consente di raccogliere le riflessioni e le opinioni di tutte le persone dell’Opera per dare impulso al lavoro apostolico in ciascun paese e in ogni momento storico.
La fase iniziale, nella quale viene richiesta un’ampia partecipazione, consiste nella preparazione di esperienze, suggerimenti, proposte, ecc., da parte dei fedeli della prelatura, cooperatori e amici, sul tema proposto (n. 167).
Conclusa la fase iniziale, che come minimo dev’essere di due mesi, inizia la fase di raccolta e di sintesi di tutte le proposte fatte, così come delle proposte di chi partecipa alla fase finale, per elaborare il documento di lavoro per la riunione conclusiva (n. 168).
A seguire si apre la fase conclusiva, con una riunione in presenza dei convocati (n. 166) con la presidenza del prelato o di un suo delegato (n. 165).
Le conclusioni dell’assemblea vengono inviate al prelato (n. 169); con la sua approvazione diventano materia per il governo ordinario delle circoscrizioni e sono di grande rilievo per la preparazione dei congressi generali ordinari, che si tengono ogni otto anni allo scopo di studiare lo stato della prelatura e proporre azioni di governo.
Quando sono iniziate le assemblee regionali?
La descrizione del loro inizio è riportata nell’articolo “Le settimane di lavoro negli anni fondativi” pubblicato nella rivista Studia et Documenta dell’Istituto Storico San Josemaría. La prima, alla quale parteciparono 16 persone, è stata convocata da san Josemaría nel 1943, a Madrid; per quanto riguarda le donne, la prima venne convocata nel 1948. Dal 1955 hanno avuto luogo in ogni circoscrizione.
Come si partecipa alle assemblee regionali?
Sin dall’inizio, san Josemaría ha inteso l’importanza della partecipazione di tutti, e così è espresso nel punto 167 degli Statuti. In ogni regione si stabiliscono le modalità di partecipazione e il metodo, che si articolerà in diverse attività: conversazioni, sessioni formative, riunioni di gruppo, eccetera, in modo che tutti abbiano la possibilità di partecipare.
Le assemblee regionali del 2024 avevano un tema specifico?
Le assemblee regionali svoltesi nel 2024 hanno avuto come titolo: “Verso il centenario dell’Opera”. L’obiettivo era quello di favorire una riflessione tra le persone dell’Opus Dei, i cooperatori e gli amici sui progetti evangelizzatori dei prossimi anni, su come contribuire a rispondere alle sfide del tempo presente alla luce dello spirito dell’Opus Dei e su come prepararsi a celebrare il centenario dell’Opera in ciascun luogo, a partire dal 2028. Le riflessioni e i contributi dei partecipanti si sono sviluppati prendendo come riferimento il documento: “Verso il centenario dell’Opera. Approfondire il carisma e rinnovare il desiderio di servire Dio, la Chiesa e la società”.
Come si sono svolte le assemblee regionali del 2024?
In totale, circa 55.000 persone provenienti da 70 Paesi hanno inviato suggerimenti. Inoltre, sono stati organizzati circa tremila gruppi di lavoro su diversi temi legati alla vita e al messaggio dell’Opus Dei, alle sfide e ai modi per potenziare il lavoro apostolico. Tre temi hanno avuto un ruolo centrale nelle discussioni: famiglia, lavoro e formazione per la missione. Si è riflettuto anche su altri temi di grande attualità: dalle emergenze sociali di ciascun Paese alle principali sfide evangelizzatrici della Chiesa, fino agli aspetti del messaggio dell’Opus Dei su cui sarebbe opportuno approfondire di più.
Tra le principali conclusioni, i partecipanti hanno sottolineato che i principali contributi della formazione offerta dall’Opera sono: facilitare l'incontro con Cristo nella vita quotidiana, l’accompagnamento spirituale e la formazione teologica e dottrinale sul messaggio cristiano, per poter vivificare il mondo dall’interno. Più informazioni qui.
4.3 Sugli Statuti dell’Opus Dei
Perché la Santa Sede ha richiesto un adeguamento degli Statuti?
La revisione degli Statuti dell’Opus Dei si inserisce all’interno di una più ampia riforma della Curia vaticana. Nel 2022, papa Francesco ha promulgato la costituzione apostolica Praedicate Evangelium, che ha riformato la Curia Romana mettendo in evidenza la sua dimensione missionaria. In questo contesto, è stato riorganizzato il ruolo di alcuni dicasteri; tra i vari cambiamenti, il Dicastero per il Clero ha assunto la competenza sulle prelature personali.
Pochi mesi dopo, papa Francesco ha promulgato il motu proprio Ad charisma tuendum e, nel 2023, un secondo motu proprio Sulla modifica dei canoni 295-296 relativi alle prelature personali.
Questi due documenti richiedono l’adeguamento degli Statuti dell’Opus Dei alle nuove disposizioni. In particolare, Ad charisma tuendum stabilisce che “gli Statuti propri della Prelatura dell’Opus Dei saranno opportunamente adattati, su proposta della stessa Prelatura, per la loro approvazione da parte degli organi competenti della Sede Apostolica”.
Chi è competente per modificare gli Statuti dell’Opus Dei?
La revisione degli Statuti è prevista nell’art. 181, che riserva alla Santa Sede sia la modifica che l'introduzione di nuove prescrizioni che possono essere fatte a richiesta del Congresso generale dell’Opus Dei. Quando l’iniziativa è della Prelatura, per garantire la certezza giuridica della necessità di tali cambiamenti, gli Statuti prevedono che vengano proposte a ratifica nel corso di tre Congressi generali (n. 181, § 3). Dato che, in questo caso, è la stessa Santa Sede che sollecita la proposta di modifiche, non è necessario seguire tale procedura e la proposta può essere fatta in un Congresso straordinario.
Qual è il ruolo del Congresso rispetto agli Statuti?
La Santa Sede, tramite il Dicastero per il Clero, ha ritenuto opportuno che, essendo previsto dagli Statuti dell’Opus Dei un Congresso ordinario durante lo svolgimento dei lavori di adeguamento, questo abbia la possibilità di esaminare il testo, prima che venga sottoposto all’approvazione della Santa Sede. Il ruolo del Congresso, quindi, è fondamentalmente consultivo.
Quale processo è stato seguito per l’adeguamento degli Statuti e quali saranno i prossimi passi?
Il processo si è articolato in due fasi. Nella prima fase, nel 2023, è stata condotta una consultazione generale a tutti i membri dell’Opus Dei riguardo ai possibili adeguamenti degli Statuti, alla luce del motu proprio Ad charisma tuendum. A partire da quei contributi, è stata elaborata una bozza che è stata presentata al Congresso straordinario, convocato a tal fine da mons. Fernando Ocáriz nell’aprile 2023.
Dopo la pubblicazione di un secondo motu proprio nell’agosto 2023 (“Sulla modifica dei canoni 295-296 relativi alle prelature personali”), è iniziata la seconda fase. In questa tappa, il lavoro è stato affidato a due gruppi di esperti, uno del Dicastero per il Clero e l’altro della Prelatura dell’Opus Dei. Il metodo di lavoro si è basato su due premesse: 1) l’obbedienza filiale alle indicazioni fornite dall’autorità ecclesiastica; 2)la tutela del carisma dell’Opus Dei, come richiesto da papa Francesco nell’introduzione del motu proprio Ad charisma tuendum. Dopo una serie di riunioni di studio e di lavoro tra le due parti, la Prelatura ha consegnato una proposta di modifica degli Statuti. A seguito delle osservazioni del Dicastero, si elaborerà una versione definitiva, che, una volta discussa nel Congresso ordinario, sarà nuovamente sottoposta alla Santa Sede. È prevedibile che, in seguito, il Santo Padre proceda all’approvazione degli Statuti.
Verranno fornite informazioni sugli Statuti al termine del Congresso?
Una volta che gli Statuti saranno approvati dalla Santa Sede, verrà reso disponibile sul sito web il testo aggiornato degli Statuti, accompagnato da un’ampia documentazione informativa. Come è comprensibile, tuttavia, la Prelatura non può fornire dettagli finché gli Statuti non saranno stati approvati dal Papa, che è l’unico legislatore competente. Pertanto, non è prevista alcuna comunicazione pubblica da parte dell’Opus Dei sulla proposta finale di modifica degli Statuti, che verrà consegnata direttamente alla Santa Sede.
Che importanza ha l’aspetto giuridico per la vitalità dell’istituzione?
La configurazione giuridica è rilevante in ogni istituzione della Chiesa. L’Opus Dei può essere considerato sia nella sua dimensione giuridica che in quella carismatica. Uno degli scopi del diritto è proprio quello di custodire il carisma e di stabilire le condizioni migliori affinché esso possa dare frutto a beneficio di tutta la Chiesa, contribuendo all’evangelizzazione attraverso le caratteristiche proprie del suo carisma.
Alcuni commentatori hanno interpretato la nuova normativa sulle prelature personali come una riduzione di influenza. Quanto c’è di vero?
A papa Francesco è stata rivolta questa stessa domanda in un libro-intervista. E ha risposto: “Non sono d’accordo. È un’interpretazione tipicamente mondana, estranea alla dimensione religiosa. Innanzitutto, l’Opus Dei — che continua a essere una prelatura — non è l’unico ad essere stato oggetto di una riorganizzazione durante il mio pontificato. Penso, ad esempio, a Comunione e Liberazione, alla Comunità di Sant’Egidio e al Movimento dei Focolari. L’Opus Dei prima faceva riferimento alla Congregazione per i Vescovi, ma ora lo farà alla Congregazione per il Clero, come è proprio delle prelature personali. Questo comporta che la relazione sulla sua attività non sarà più quinquennale, bensì annuale. Per quanto riguarda il fatto che chi è alla guida non venga più promosso all’episcopato, la decisione — come afferma chiaramente il decreto — ha lo scopo di rafforzare una forma di governo fondata non tanto sull’autorità gerarchica, quanto piuttosto sul carisma che, nel caso dell’Opus Dei, consiste nel cercare la santificazione attraverso il lavoro e gli impegni familiari e sociali” (El Pastor, Sergio Rubin e Francesca Ambrogetti, Ediciones B, marzo 2023, traduzione nostra).
In che modo le eventuali modifiche degli Statuti possono incidere sulla vita quotidiana dei membri dell’Opera?
Questi aspetti saranno noti una volta che la Santa Sede avrà promulgato l’aggiornamento degli Statuti, ma nella vita quotidiana dei suoi membri si tratta, in fondo, proprio di tutelare gli aspetti essenziali del carisma.
Il Motu Proprio presuppone una chiamata a prendere coscienza della potenzialità del carisma dell’Opus Dei nella missione della Chiesa. Come dice il Santo Padre, ‟secondo il dono dello Spirito ricevuto da san Josemaría Escrivá de Balaguer, infatti, la Prelatura dell’Opus Dei, con la guida del proprio Prelato, attua il compito di diffondere la chiamata alla santità nel mondo, attraverso la santificazione del lavoro e degli impegni familiari e sociali”. Poiché il Papa in persona ha ricordato questa responsabilità, i fedeli dell’Opus Dei si sentiranno spinti a capire con profondità sempre maggiore quel carisma e a discernere, con i lumi dello Spirito Santo, come incarnarlo nelle nuove situazioni del nostro mondo.
4.4 Altre domande e risposte
- Sul motu proprio Ad charisma tuendum (cliccare qui)
- Sul motu proprio relativo alle prelature personali (cliccare qui)